Dopo sette anni la Procura di Viterbo è giunta ad una svolta nelle indagini per la morte dell'urologo barcellonese Attilio Manca, il cui cadavere fu trovato nella sua abitazione con una siringa conficcata nel braccio sinistro. Sei persone, cinque delle quali di Barcellona, sono indagate con l'ipotesi di reato di morte come conseguenza di altro delitto. Gli avrebbero iniettato un mix letale di eroina e di un potente sedativo. I familiari sempre più convinti che l'urologo fu ucciso dalla mafia del Longano per eliminare uno scomodo testimone.
Clamorosa svolta nelle indagini sulla morte di Attilio Manca, l’urologo barcellonese trovato morto nel suo appartamento di Viterbo la notte tra l’11 ed il 12 febbraio 2004. Cinque uomini, tutti di Barcellona, e una donna romana sono indagati nell’inchiesta sulla morte del medico che lavorava all’ospedale di Viterbo. Ecco perché il Gip della città laziale, Salvatore Fanti, nei giorni scorsi ha respinto la terza richiesta di archiviazione e disposto un supplemento d’indagini a loro carico, ipotizzando il reato di morte come conseguenza di altro delitto. Nella fattispecie la cessione di eroina. Manca, infatti, fu ucciso da un mix di eroina e di un potente sedativo. Gli indagati sono: Ugo Manca, cugino del medico, Angelo Porcino, Renzo Mondello, Salvatore Fugazzotto, Andrea Pirri, tutti barcellonesi e la romana Monica Mileti. Ugo Manca, nel dicembre 2003, si recò a Viterbo per farsi operare di varicocele. La sua presenza nella casa del medico fu scoperta perché lasciò un’impronta palmare su una piastrella del bagno. Tornò a Viterbo subito dopo la morte del cugino e tentò di entrare nell’appartamento sotto sequestro. Ugo Manca, inoltre, si recò due o tre volte in Procura a Viterbo a sollecitare, a nome dei genitori, il nullaosta per la sepoltura. Ma i familiari hanno sempre smentito di avergli assegnato quest’incombenza. Renzo Mondello invece fu contattato telefonicamente da Ugo Manca decine di volte durante i suoi soggiorni a Viterbo, prima e dopo la morte del medico. Salvatore Fugazzotto nei giorni precedenti la morte chiamò più volte al telefono Attilio pur non conoscendolo personalmente. Angelo Porcino, una decina di giorni prima della morte del medico chiese ad Ugo Manca di fissargli un appuntamento a Viterbo. Attilio chiamò la madre chiedendole informazioni sul suo conto. Non è mai stato accertato se l’incontro avvenne e quali fossero le ragioni. Andrea Pirri raccontò ad almeno due persone, che lo riferirono agli investigatori, che Attilio era stato ucciso dalla mafia. Aggiunse che i suoi genitori avrebbero fatto meglio a far cadere il silenzio. Infine Monica Mileti è l’ultima persona, almeno ufficialmente, ad aver visto Attilio vivo, il pomeriggio dell’11 febbraio 2004. Il mattino successivo fu trovato morto nella sua casa. Aveva una siringa conficcata nel braccio sinistro come se si fosse iniettato della droga ma Attilio Manca era mancino ed eventualmente si sarebbe “bucato” il braccio destro. I genitori ed il fratello sono, invece, convinti che la mafia barcellonese lo avrebbe costretto ad operare alla prostata il boss di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano che si trovava ricoverato in una clinica di Marsiglia. Poi, dopo l’intervento, avrebbero ucciso Attilio per eliminare un testimone scomodo. Per anni si è parlato di una morte per overdose ma Attilio Manca non aveva mai fatto uso di droghe e, inoltre, il corpo presentava diverse ecchimosi come se fosse stato ucciso dopo una colluttazione. Sono stati i genitori ad opporsi in tutti i modi alle richieste di archiviazione ed a cercare insistentemente la verità.
In allegato il video di un'intervista realizzata dall'associazione Energia Messinese ad Angelina Manca (vedi il video QUI)