Le nuove accuse a Palamara legate a Messina nascono da dichiarazioni già valutate inattendibili secondo i difensori dell'ex magistrato
“Dopo tre anni sono stati riesumati elementi di indagine già in parte valutati inattendibili dalla stessa procura. Non ci stupisce nemmeno il periodo in cui questi elementi sono stati valorizzati”, dice l’avvocato Benedetto Marzocchi Buratti, legale di Palamara. “Il mio assistito certo non si aspettava alcuno sconto e non avrà nessuna difficoltà a difendersi da queste nuove accuse”.
E’ questo il commento del difensore dell’ex toga Luca Palamara, dopo l’udienza preliminare di ieri che ha visto la Procura di Perugia contestare una nuova accusa a Palamara, legata a fatti avvenuti anche a Messina.
Proprio ieri 67 toghe hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiedendo un intervento immediato, nel suo ruolo di garante della Costituzione, per ripristinare la legalità nelle dinamiche relative all’autogestione del Consiglio Superiore della Magistratura. Tra i firmatari anche Felice Lima, già procuratore generale a Messina.
Anche il procuratore generale Vincenzo Barbaro, chiamato in causa nella vicenda dagli avvocati aretusei, in serata replica ricordando che si tratta di rivelazioni mai riscontrate. Anche Barbaro, che non risulta allo stato indagato, sottolinea le “strane coincidenze”:
“La rivelazione di notizie è palesemente insussistente, come potrà essere comprovato nelle competenti sedi con inoppugnabile produzione documentale, oltre che con la deposizione di tutti i soggetti che a vario titolo si sono occupati del processo. Per tale ragione preannuncio sin da ora adeguate iniziative giudiziarie nei confronti dei responsabili”, dice il pg Barbaro.
“Non posso tuttavia esimermi dal rilevare due strane coincidenze temporali. Il sottoscritto, nella qualità di procuratore generale di Messina, ha proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza di patteggiamento riguardante il coimputato dell’avvocato Amara, e cioè l’avvocato Calafiore, per inadeguatezza della pena; e proprio domani inizierà a Reggio Calabria un delicato processo in cui lo scrivente è parte offesa di plurimi reati di diffamazione”, conclude il magistrato.