Tracce di un urto sul lato posteriore dell'auto di Provvidenza. Per il perito della Procura sono compatibili con diverse ipotesi, al momento. L'esame non è concluso
Lunga giornata per i periti a lavoro sull'auto di Provvidenza Grassi. Le operazioni sono cominciate intorno alle 9 del mattino con l'esame dell'auto, la Fiat 600 bianca trovata ai piedi del pilone del viadotto Bordonaro. Poi intorno alle 12 il pool di tecnici si è spostato sul viadotto, per i rilievi in autostrada.
Fugati i dubbi sull'incidente, le operazioni di oggi mirano essenzialmente a capire che cosa ha provocato la perdita di controllo dell'auto da parte della giovane, spingendola contro quel guard rail pericolosissimo, poi nella cunetta tra la galleria e la barriera laterale, infine nel baratro, verso la morte. Compito dell'ingegnere Andreas Pirri è leggere i segni rimasti sul veicolo, sul viadotto, studiare la probabile traiettoria del veicolo e scegliere l'ipotesi più probabile. Ricostruire, insomma, gli ultimi momenti di vita della ventisettenne che sotto il viadotto ha messo fine alla sua vita tormentata, forse dopo ore di agonia.
A Bordonaro stamane è tornato anche il padre di Provvidenza, Giovanni Grassi, accompagnato dall'avvocato Giuseppina Iaria, che si è affidata ad un suo consulente di parte per seguire i rilievi. La famiglia continua a credere che la figlia sia stata spinta fuori strada da un altro veicolo. Il primo esame sulla Seicento ha rivelato segni sulla parte posteriore, sia sul retro che lateralmente, che fino a prova contraria possono essere indizi sia di un tamponamento che di uno schiacciamento dovuto all'incidente stesso. Qualche elemento in più potrebbe in questo sempre venire dagli esami dei Ris dei Carabinieri. Soltanto la Scientifica, infatti, può trovate con maggiore precisione segni di collisione tra la "scatoletta" bianca che si è trasformata nel feretro di Provvy e un altro veicolo. Ed a quando risalgano quei segni ovviamente, se al momento dell'incidente o ad un periodo prevedere. Ma perché i risultati ufficiali degli esami arrivino sul tavolo del pm Diego Capece Minutolo, titolare del caso, ci vorranno ancora diverse settimane.
(Alessandra Serio)
Premetto che concordo pienamente con l’autrice di questo pezzo. Però, al contempo, rilevo che, se, per tempo, l’EAS, avesse sistemato un diverso guarda rail, non staremmo qui a discutere. Del pari, mi viene in mente un’altra riflessione : come mai viene tollerata la presenza di una fitta boscaglia di vegetazione al disotto dei pilastri autostradali e ai lati del tracciato (per esempio : svincolo di Giostra, galleria San Jachiddu) ? Sono consapevole che questo non ridarà la vita alla sventurata Provvy, ma almeno, che porti a rendere piu’ sicura la circolazione a noi altri automobilisti.