Presidente e coordinatore tecnico devono rispondere di maltrattamenti per aver escluso il giovane messinese a causa del cognome "pesante"
Il sostituto procuratore di Cosenza Donatella Donato ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Cosenza Eugenio Guarascio e per il coordinatore tecnico del settore giovanile della squadra calabrese Sergio Mezzina.
I due sono accusati di maltrattamenti per l’esclusione del diciassettenne messinese Pietro Santapaola jr dalle giovanili del Cosenza Calcio. Una esclusione imputata al suo cognome pesante. Il giovane calciatore ha la fedina penale immacolata, ma il boss mafioso catanese Nitto è suo stretto parente e suo padre è coinvolto nell’inchiesta antimafia Beta.
L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 6 settembre. Santapaola è assistito dall’avvocato Salvatore Silvestro, che ha subito presentato denuncia alla magistratura, dopo l’esclusione del giovane.
Un caso che ha fatto molto discutere, quello di Pietro Santapaola, perché il giovane ha rivendicato il suo diritto a non vedersi affibbiati gli errori dei propri parenti ed essere escluso “a priori” per questo. Una condanna anticipata, a fronte di una vita condotta rettamente, che esclude qualunque possibilità di riscatto anche per le generazioni successive di chi porta un cognome “pesante”.