I dipendenti minacciano lo sciopero: chiedono di rivedere la pianta organica ormai anacronistica, per la stipula di un nuovo contratto integrativo aziendale e l'approvazione dei Bilanci. Ma soprattutto chiedono di chiarire il "dare-avere" col Comune
TAORMINA. I lavoratori dell’Azienda servizi municipalizzata di Taormina sono in stato di agitazione e non escludono che presto si possa giungere anche allo sciopero. Chiedono che si esca dallo stato di liquidazione che li paralizza e allo stesso tempo evidenziano la necessità di rivedere la pianta organica, che consentirà la stipula di un nuovo contratto integrativo aziendale. Quello che giungerà tra un paio di giorni sarà il settimo Natale in liquidazione per l’Azienda. Il punto di vista dei lavoratori è stato sintetizzato da Paolo Spadaro: “Il punto fondamentale – esordisce – è che non si riesce ad uscire da questo stato di liquidazione e non si riesce bene perché. Sembra tra l’altro che l’Azienda sia risanata ed abbia una liquidità di cassa che forse non ha mai avuto, anche se qualcuno dice che non è vero. Riusciamo a capire se veramente l’Asm è sana – si chiede – e se può uscire dalla liquidazione. Vogliamo capire per quali motivi non si riesca ad approvare i Bilanci dell’Azienda. Soprattutto non comprendiamo – incalza Spadaro – come siano stati approvati gli strumenti finanziari del Comune senza che vi siano inseriti quelli dell’Azienda municipalizzata. Bisogna inoltre comprendere se e quanto il Comune deve all’Asm, che oltre ai parcheggi gestisce i servizi di manutenzione dell’acquedotto, il servizio scuolabus e il servizio di pubblica illuminazione. E’ ovvio che non ci svegliamo la mattina e andiamo ad espletare questi servizi di testa nostra. Il Comune ne è a conoscenza e giustamente deve prevedere delle somme in Bilancio per tali servizi. Noi, di contro, siamo agenti contabili per l’ente locale: per ogni bus che arriva a Taormina per ogni auto, si paga una quota di ticket comunale. In più noi paghiamo un canone sui parcheggi, sulle strutture di Asm. In questo contesto – evidenzia Paolo Spadaro – si inserisce un discorso di dare e avere tra Asm e Comune che non si è riusciti mai a quantificare realmente. Nel lontano 2010 si è giunti ad una transazione che avrebbe dovuto mettere un punto per ricominciare in modo diverso. E invece dal 2010 si è ricominciato allo stesso modo, con la solita tiritera: l’Asm rivendica soldi al Comune e al Comune li rivendicano nei confronti dell’Azienda. Due anni fa si era riusciti a chiudere i conteggi ma poi il debito, che si prefigurava come fuori Bilancio, non è stato di fatto mai approvato dal Comune”. Ad avviso di Spadaro questo passaggio “è fondamentale per l’approvazione dei bilanci”. C’è poi il discorso pianta organica. “L’Ultima all’Asm – evidenzia il dipendente – è stata fatta nel 2004, peraltro senza l’approvazione dei sindacati. Un anno fa un consigliere comunale ha sollevato il problema, rimarcando le promozioni che si erano susseguite negli anni. Ebbene, nessuno ne ha più parlato. Negli anni comunque l’Azienda si è evoluta ed abbiamo sempre più bisogno di figure professionali. Non abbiamo bisogno del semplice bigliettaio. Ognuno di noi ha mansioni diverse rispetto al proprio parametro di appartenenza. Sono questi i motivi della protesta. Le sembrano pochi?”.