Il deputato nazionale replica al sindaco Eligio Giardina. Il testo integrale della lettera inviata in redazione dal parlamentare azzurro Nino Germanà
TAORMINA. "Le dichiarazioni del sindaco Giardina su Palazzo Ciampoli rendono ancora più urgente e necessario un chiarimento su una vicenda che ha i contorni sempre meno chiari. Ricapitolando: negli ultimi 20 anni la Regione ha speso più di 4 milioni di euro per acquisire il bene e renderlo fruibile. Ci è riuscita grazie al grande lavoro della Soprintendenza ai beni culturali di Messina che ne ha avviato la gestione con una mostra su Antonello da Messina che ha riscosso successo di pubblico e critica. La Soprintendenza aveva anche ipotizzato Palazzo Ciampoli quale sede per una mostra di alto profilo di alto livello in occasione del G7, ma l’evento all’ultimo momento non è stato realizzato. Pochi mesi dopo, in tutta fretta e non si sa ancora perché, ad ottobre l’amministrazione comunale di Taormina e l’allora assessore regionale ai beni culturali Notarianni concordano un’intesa che toglie la gestione alla Soprintendenza, che fin lì aveva operato egregiamente, per affidarla al Comune. Da ottobre ad oggi Palazzo Ciampoli non è stato utilizzato. Mi chiedo, perché la Regione ha deciso di privarsi di un patrimonio di tale valore per consegnarlo al Comune in base a un accordo che prevede persino che possa usarlo per fare matrimoni? Da questo accordo l’unico ad averne vantaggi è il Comune. E se la valorizzazione di cui parla il sindaco Giardina non c’è mai stata la responsabilità è della Regione che a ottobre oltre a regalare un bene di alto pregio all’amministrazione avrebbe anche dovuto avere l'onere di pregarlo di accettare? A distanza di sei mesi è evidente che quella convenzione non si sarebbe mai dovuta pensare e men che mai sottoscrivere. Quanto dichiarato da Giardina è una ragione in più per spingermi a chiedere all’assessore regionale Tusa ed al dirigente generale Alessandro di revocare quell’accordo e farlo al più presto, dal momento che non solo non ha sortito effetti ma non ha consentito un adeguato utilizzo del Palazzo".