Tribunale di Barcellona, la CGIL chiede la rimozione del dirigente Speciale

Tribunale di Barcellona, la CGIL chiede la rimozione del dirigente Speciale

Giovanni Passalacqua

Tribunale di Barcellona, la CGIL chiede la rimozione del dirigente Speciale

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mercoledì 05 Agosto 2015 - 11:35

“Dopo quasi dieci anni di denunce” - scrive il sindacato - “un giudice ha finalmente chiesto l'imputazione della dirigente”, che avrebbe perseguitato direttori e altro personale non allineato. Il tutto nel silenzio omertoso di chi avrebbe dovuto controllare

Capita a molti, al lavoro, di dover fare i conti con un capo capriccioso e qualche volta prepotente. Ma certo stupisce che questo possa capitare all’interno di un tribunale, nello specifico quello di Barcellona Pozzo di Gotto, dove ad essere sotto accusa è la gestione di Domenica Rita Speciale, 63enne dirigente amministrativo, al centro di una dura contestazione della CGIL.

“Oggi, finalmente” – scrive in una nota il sindacato – “nel contesto di un contenzioso tra uno dei direttori amministrativi perseguitati e la dottoressa Speciale, il GIP del Tribunale ha ordinato alla Procura della Repubblica di Barcellona di contestare a quest’ultima l’imputazione “per le ipotesi di reato di abuso di ufficio, falsità materiale e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e, in ultimo, per diffamazione, fatti che sarebbero stati commessi tra il dicembre del 2009 ed il maggio del 2011 ai danni del direttore amministrativo dello stesso Tribunale (…)”. Secondo la CGIL le angherie andrebbero avanti da quasi un decennio, e avrebbero avuto come obiettivi direttori “non allineati”, che contestavano la gestione amministrativa di Speciale.

Il Tribunale di Barcellona soffre infatti di alcuni problemi, primo fra tutti la mancanza di personale; problema che la dirigente non avrebbe adeguatamente gestito. “I presidenti che si sono alternati alla guida del Tribunale” – continua la CGIL – “pur riconoscendo la fondatezza delle ragioni sollevate, non prendevano posizione mentre, alla fine, si limitavano a sottoscrivere, anno dopo anno, le relazioni sulla valutazione della dirigente che la stessa predisponeva, in maniera estremamente positiva, e sottoponeva alla firma. Cosicché tutto procedeva come se nulla fosse mai accaduto”. Un modus operandi che avrebbe convinto diversi elementi del personale a chiedere il trasferimento in altra sede, “accettando di lasciare la propria città, i propri cari, la famiglia, pur di mettere fine ad una situazione insostenibile e sfuggire alle continue persecuzioni poste in essere dalla dirigente, anche attraverso denunce penali e/o procedimenti disciplinari – tutti conclusisi a favore dei dipendenti e senza che ciò provocasse alcuna sanzione nei confronti di Speciale – nel silenzio più assoluto dell’Amministrazione”.

Adesso, si attende l’epilogo della vicenda: il sindacato ha concluso chiedendo l’intervento del ministero della Giustizia; si aspetta poi la decisione del giudice sulla richiesta di imputazione presentata dal GIP. “La grandissima parte del personale” – conclude la CGIL – “potrà, finalmente, riconquistare un po’ di tranquillità e forza per continuare ad assicurare servizi delicatissimi. Personale che merita una dirigenza diversa, adeguata, capace, anche e soprattutto, di riconoscere i grandissimi sacrifici che questo personale fa, giorno dopo giorno, in una condizione grave e delicata che permarrà a lungo se non si porrà mano alla definizione di organici del personale veramente adeguati alle esigenze effettive dell’Ufficio”.

Giovanni Passalacqua

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