Prima udienza del processo agli ex componenti del Comitato Vara che allontanarono dalla processione i volontari del comitato impegnati in un volantinaggio anti racket, nel 2012. Addiopizzo parte civile. Assente il Comune di Messina.
Udienza di passaggio ma pur sempre prima importante tappa, oggi, del processo per le intimidazioni ai componenti del Comitato Addio Pizzo che il 14 agosto del 2012 effettuavano il volantinaggio tra i tiratori del simulacro della Madonna, durante la tradizionale processione della Vara. Il giudcie monocratico Calabrò ha fissato al maggio 2014 la prossima udienza. Intanto però oggi si è registrata la costituzione di parte civile del Comitato Addio Pizzo di Messina. “Grazie agli amici di Libera che erano presenti e ci hanno fatto sentire tutta la loro stima e vicinanza.”, ha detto Enrico Pistorino, rappresentante del Comitato, al termine dell’udienza. Nessuna altra richiesta di costituzione è arrivata.
Alla sbarra ci sono Francesco Molonia, Francesco Celona e Francesco Forami, cioè il capocorda del carro trionfale su cui svetta la Vergine Maria, nonché membro del Comitato Vara, come gli altri due. Le accuse sono, a vario titolo, ingiurie, furto aggravato, violenza privata e danneggiamento. Ai tre era stato notificato il divieto di dimora in città per i fatti avvenuti nel giorno della vigilia della Vara quando n via Garibaldi, alcuni ragazzi cominciano a distribuire depliant raffiguranti l’Assunta, con la dicitura “Maria libera Messina dal pizzo e dalla mafia” e “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. In base a quanto ricostruito dagli investigatori della Squara Mobile, Celona e il complice avrebbero minacciato i giovani, seguendoli anche quando i volontari i spostano in un bar vicino, tentando di sottrarre loro i volantini. Soltanto dopo il provvedimento della magistratura il Comitato Vara rassegnò le dimissioni.