La Corte dei Conti aveva dettato precise misure correttive sui bilanci comunali, ma Palazzo Zanca ha adottato in ritardo la delibera per attuare queste azioni. 11 consiglieri comunali chiedono quali saranno le conseguenze e di rispettare la norma vigente
Il Comune risponde in ritardo alla Corte dei Conti, non rispetta i tempi dettati dalla legge per adottare le misure necessarie a sanare i bilanci di fronte alle bacchettate arrivate dai magistrati contabili e 11 consiglieri comunali hanno deciso di scrivere all’assessore al Bilancio Cuzzola, al Ragioniere generale Le Donne e ai Revisori dei Conti di Palazzo Zanca. Franco Mondello, Giuseppe Santalco, Antonella Russo, Mario Rizzo, Alessandro La Cava, Libero Gioveni, Nino Carreri, Claudio Cardile, Carlo Cantali, Angelo Burrascano, Gaetano Gennaro e Daniela Faranda vogliono capire se la procedura messa in atto dall’amministrazione Accorinti è in linea con quello che prevede la normativa e soprattutto quali sono i rischi per le casse di Palazzo Zanca di fronte alla mancata adozione delle misure correttive sulla spesa indicate dalla Corte dei Conti.
La delibera della Corte dei Conti era stata adottata lo scorso 31 ottobre e introitata dall’Ufficio di Gabinetto del Sindaco il 3 gennaio scorso. Il docuemtno confermava l’applicazione delle misure interdittive dei programmi di spesa, dando mandato al Comune di definire l’auto-applicazione dei relativi effetti. I consiglieri spiegano però che l’Area economico-finanziaria, il Dipartimento Servizi finanziari e l’Assessore al Bilancio hanno depositato il 2 marzo scorso all’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale la proposta di delibera sulle misure da adottare sul Rendiconto 2015, Bilanci di previsione 2016-2018 e rendiconto 2014 – Adozione delle misure correttive.
Gli 11 consiglieri richiamano l’art. 148 bis comma 3 che recita: “nell’ambito della verifica di cui ai commi 1 e 2, l’accertamento da parte delle competenti sezioni regionali della Corte dei Conti di squilibri economico-finanziari della mancata copertura di spese, della violazione di norme finalizzate a garantire la regolarità della gestione finanziaria, o del mancato rispetto degli obiettivi posti con il Patto di stabilità interno, comporta per gli Enti interessati l’obbligo di adottare, entro 60 giorni dalla comunicazione del deposito della pronuncia di accertamento, i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e a ripristinare gli equilibri di bilancio”. Quindi 60 giorni dal deposito della Corte dei Conti avvenuto lo scorso 31 ottobre. Per i consiglieri dunque la delibera presentata dall’amministrazione comunale il 2 marzo è tardiva e fuori dai termini previsti. Hanno chiesto chiarimenti durante la seduta dello scorso 12 marzo della Prima Commissione Consiliare Bilancio, formulando al Segretario Generale precisi interrogativi sulla legittimità dell’atto e sugli effetti giuridico-amministrativi prodotti dall’adozione della proposta di delibera in ritardo.
«Considerato che il Segretario Generale ha spiegato che “non si può sfuggire ad un pronunciamento, qualunque esso sia, del Consiglio Comunale, confermando che la proposta era pervenuta all’attenzione del Consiglio Comunale solo a conclusione del 60esimo giorno, e anzi, è doveroso che lo faccia, così rappresentando l’elemento della distinzione di competenza, per differenziare la propria responsabilità rispetto al decorso dei termini, evidenziando che non è colpa del Consiglio non aver ricevuto sufficientemente per tempo il documento, per un fatto di mancata tempestività della struttura tecnica dell’Amministrazione, esprimiamo la volontà ad osservare quanto disposto dalla Corte dei Conti e chiedono agli organi di Palazzo Zanca di osservare quanto previsto dalla legge, declinando ogni tipo di eventuale responsabilità, su presunte violazioni della norma.