L'interpellanza all'assessore regionale riguarda anche i fondi per l'allevamento del suino nero
Il Governo regionale Schifani confermerà il sostegno ai programmi per evitare l’estinzione delle razze autoctone siciliane, come ad esempio il cavallo sanfratellano? La richiesta è di Calogero Leanza e Sebastiano Venezia del Pd, che con un’interpellanza all’asessore regionale all’Agricoltura chiedono al governo lo stanziamento nel prossimo Programma di sviluppo rurale (Psr 2023-2027) di fondi per la tutela e la valorizzazione delle razze autoctone siciliane.
In particolare, i due parlamentari siciliani chiedono “se l’Assessorato sia intenzionato a riproporre nel Programma la Misura 10.1g, ‘Allevamento di razze in pericolo di estinzione’, destinando, per le stessa, idonee risorse finanziarie”. L’interpellanza è stata condivisa e firmata da tutti i parlamentari del Gruppo Pd a Sala d’Ercole.
“Ci sono razze – spiegano Leanza e Venezia – che se non si interviene in modo opportuno rischiano di scomparire. Tra queste il cavallo sanfratellano, gli asini ragusani, ma anche tra i bovini la modicana, cinisara e siciliana; gli ovini (barbaresca siciliana e noticiana); i caprini (girgentana, argentata dell’Etna); il suino nero siciliano e, sempre tra gli equini, il puro sangue orientale e l’asino pantesco. È il momento opportuno che il governo regionale prenda posizione – proseguono – a pochi giorni dall’inizio del confronto tra l’assessorato stesso e i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, degli agronomi e periti agrari, delle università, dei sindacati confederali, del mondo delle cooperative, dei medici veterinari, degli agrotecnici e dei biologi in relazione al Piano, che prevede risorse finanziarie per circa 1,5 miliardi di euro”.
“A livello agroalimentare le razze autoctone – sottolineano i due parlamentari regionali – sono un patrimonio che caratterizza la nostra offerta gastronomica e quindi molto importanti per le economie locali e per quella siciliana: dal formaggio ragusano, al canestrato siciliano, il caciocavallo palermitano, la provola dei Nebrodi, il caprino girgentano, il maiorchino, la vastedda palermitana, salumi, prosciutti e pancette tradizionali”.
Gli onorevoli Leanza e Venezia, sottolineano infine che, “la salvaguardia dei patrimoni genetici locali, in considerazione delle aree svantaggiate in cui vengono allevati, peraltro caratterizzate da ambiente naturale intatto e da pascoli incontaminati, è una premessa indispensabile sia all’autonomia genetica che alla salvaguardia dell’ambiente”.
Risorse per scongiurare la scomparsa della razza, semmai risorse per ringraziare gli elettori di quella zona.
Ecco, ora sì che si capisce l’aumento che vi siete dato… Per evitare l’estinzione della razza politica siciliana!
Che vergogna. Siamo veramente alla frutta. Ma perché non pensate alla gente che sta male e non ha neanche i soldi per campare anziché assurdità del genere.
Tutto il rispetto per gli animali e le razze in via di estinzione ma alle persone che non riescono ad arrivare a fine mese chi ci pensa?
Già Craxi riempì di soldi i signori allevatori del cavallo sanfratellano. Per aumentare le mandrie e prendere più denaro fecero incroci in linea consanguinea con il risultato di rendere difficilissimo trattare con il cavallo stesso e si riempirono i Nebrodi di mandrie inutili che devastavano i pascoli delle vacche. Il cavallo con il tempo è divenuto inutile, in quanto difficilmente domabile e allora mi si spieghi perché dare ancora denaro. Che si diano le prove che questo cavallo è utile. Certo, non lo troverai nei maneggi e neanche nelle passeggiate ma soltanto alcuni bovari di montagna lo cavalcano.