I due esponenti del Pd si chiedono le reali motivazioni che hanno spinto De Luca a revocare il Cda
I consiglieri comunali Antonella Russo e Felice Calabrò intervengono in seguito alla revoca del Cda dell’Amam che nei giorni scorsi, per decisione del sindaco, è ritornato ad un solo componente, il presidente Salvo Puccio. In una nota l’ex componente del Cda Roberto Cerreti ha motivato la scelta di De Luca, collegandola all’’assenza in seno al Consiglio di Amministrazione di una componente femminile”, assenza che avrebbe quindi spinto il sindaco ad una gestione aziendale affidata ad un Amministratore unico, piuttosto che ad un Cda composto da tre elementi (leggi qui); di fatto mandando a casa i due componenti prescelti qualche mese addietro, e lasciando in carica solo il presidente Puccio.
Nei mesi scorsi, in seguito alla segnalazione della Consigliera provinciale di Parità, Mariella Crisafulli, in merito al mancato rispetto nelle Partecipate cittadine dell’equilibrio di genere, come previsto dalla normativa, il Dipartimento per le Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri ha attivato a fine novembre 2018 una procedura formale di diffida a carico del Comune di Messina per il mancato rispetto della parità di genere negli Organi delle società a controllo pubblico.
Successivamente a tale procedura,nel mese di dicembre 2018 l’Amam Spa ha infatti emesso l’avviso pubblico per sanare questa violazione, e di designare una donna in seno al suo Cda. “Purtroppo, però- rilevano Antonella Russo e Felice Calabrò– ad oggi tale procedura selettiva non ha portato ad alcuna nomina di componente donna nella governance aziendale. Vi è da chiedersi:possibile che nessuna donna tra le partecipanti al bando sia stata considerata in grado di ricoprire tale ruolo?”
I due esponenti del Pd hanno più volte sollecitato, nel rispetto della Legge Madia, la sostituzione dei Consigli di amministrazione con un Amministratore unico, predisponendo anche una delibera di Consiglio comunale in tal senso, bocciata dall’aula, anche in esito alle dichiarazioni del Sindaco, e ad un parere richiesto al Segretario Generale, secondo il quale la scelta dei CdA, al posto di un singolo Amministratore, era preferibile anche per la complessa gestione delle Partecipate, con particolare riferimento proprio ad Amam Spa.
“Visto il riferimento che proprio l’ (ex) consigliere Cerreti fa all’assenza di una donna nel Cda come motivo di sostituzione dell’Organo collegiale con un Amministratore unico, viene da chiedersi: si passa da un Cda a 3 elementi ad un amministratore unico perché non si è voluto o potuto nominare una donna?-proseguono Calabrò e Russo– Nonostante la diffida del dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri? Oppure, non volendo credere possibile una tale presa di posizione, possiamo affermare che finalmente il Sindaco De Luca ha accolto le nostre richieste di contenimento della spesa pubblica e di riduzione delle nomine fiduciarie, come previsto dal T.U. Madia sulle Partecipate, ammettendo che è doveroso optare per un solo amministratore, piuttosto che per 3 o 5? In questo secondo, auspicabile, caso ci attendiamo adesso una riduzione dei componenti dei vari Cda in amministratore unico, non solo in Amam ma anche in tutte le società pubbliche, come Messina Servizi Bene Comune e così via partecipando…”