La messinese Federica Mangiapane ha deciso di lasciare il posto al Tg1: "Tornare è un salto nel vuoto e la paura c'è sempre, ma la mia vita è migliorata"
MESSINA – Il mese d’agosto, per migliaia di messinesi, rappresenta il clou dell’estate, ma anche uno spazio temporale fatto di arrivi e partenze. Sono centinaia i giovani, dai 18 anni in su, a tornare in città dopo mesi di lavoro lontano da casa. Arrivano, sbarcano, si godono pochi giorni in famiglia o con gli amici e poi ripartono, chi con malinconia e chi carico per gli obiettivi da raggiungere fuori dalla Sicilia. La scelta di andare via e cercare fortuna a chilometri di distanza dallo Stretto viene presa quotidianamente da tanti figli e nipoti. Ma ci sono anche figli e nipoti che decidono di tornare.
Federica lascia la Rai per tornare in Sicilia
Sono pochi, ma ci sono, come nel caso della dottoressa Federica Mangiapane. Federica, messinese doc, che ha studiato e lavorato (in radio) a Messina. Poi è partita per completare gli studi a Roma, poi per l’Inghilterra ed è tornata nuovamente, fino a quando non è arrivata la grande possibilità attesa da una vita. Un sogno chiamato Rai, nella direzione del Tg1, a lavoro per il direttore e per i social network. Ma Federica è partita con un altro sogno, quello di tornare. Così dopo 3 anni e mezzo ha lasciato un contratto indeterminato con la tv di Stato ed è tornata a casa, stravolgendo (“in meglio”, dice) la sua vita.
“Era il lavoro dei sogni, ma di sogni ce ne sono anche altri”
A raccontare la sua storia è la stessa Federica: “Sicuramente era il lavoro dei sogni, ma ci sono anche altri sogni al di là della carriera. Io dal momento della partenza ho sempre pensato di voler tornare e penso che l’unico modo per farlo sia partire. Qui in Sicilia le aziende non hanno la possibilità di assumere persone senza esperienza o da formare. Gli organici sono ridotti al minimo e per questo ti scelgono solo se sei una risorsa tale da cambiare l’assetto dell’azienda nel campo in cui stai entrando. Per essere così devi per forza aver fatto esperienza. Io ero consapevole che il solo modo per poter tornare sarebbe stato accumulare un carico di esperienza tale da poter essere competitiva qui”.
Quant’è difficile fare le valigie
Nel corso degli anni, prima della Rai, Federica ha preso aerei e treni, ma con nel cuore sempre l’idea di tornare: “Ho fatto due tentativi di tornare. Il primo dopo un anno a studiare e lavorare nel digital marketing e nella comunicazione social in Inghilterra. Sono rientrata e ho trovato lavoro in una bellissima realtà messinese, un’azienda di digital marketing veramente avanti. Ma contemporaneamente avevo fatto il concorso in Rai e sono stata messa davanti a un bivio: rimanere qui con un contratto a tempo determinato, anche se mi avrebbero voluto tenere, o andare alla Rai, al Tg1, con un contratto a tempo indeterminato per fare un’esperienza completamente diversa. Ho fatto le valigie e sono andata via, per niente contenta”.
L’avventura in Rai
Federica, a Roma, non era felice fino in fondo: “Non è stato facile all’inizio accettare che appena tornata stavo già ripartendo. Col senno di poi, è stata un’esperienza che non avrei potuto fare in nessun altro posto: le conferenze dell’ufficio stampa Rai, eventi come Sanremo, il lavoro come social media manager per l’account Instagram del Tg1, l’Eurovision a Torino, che è stato stancante, impegnativo, ma incredibile. Sono state esperienze uniche e molto formative, dal fare le fotocopie al trattare con gli artisti, dal programmare le interviste al live tweeting di tutte le conferenze stampa. In Rai sono rimasta 3 anni e mezzo”.
“Non cercavo un altro lavoro – prosegue Federica -. Avevo in testa l’idea di tornare in Sicilia, ma non pensavo a lasciare l’azienda. Speravo in un trasferimento nelle sedi siciliane, anche se in questo campo l’iter è molto lungo e complesso. Poi è arrivata questa opportunità. All’inizio mi sono detta: non posso permettermelo, non posso lasciare un posto come quello alla Rai. Ma in me cresceva il desiderio di rientrare e ho maturato che quello che avevo sempre desiderato fare era tornare e portare in qualche modo con me, all’interno di dimensioni con grande potenziale di crescita come quelle che possono trovarsi in Sicilia, tutto ciò che avevo imparato. Quel potenziale volevo essere io”.
Federica lavora per un’azienda di Capo d’Orlando
Ed è qui che arriva l’offerta della Damiano Organic, azienda con sede vicino Capo d’Orlando: “Adesso sono digital marketing specialist, mi occupo di piani di comunicazione e strategie di promozione on e offline. L’azienda produce frutta secca e creme spalmabili buonissime. Tra l’altro è biologica, ha certificazioni internazionali, una struttura solida…si fa fatica a trovare un posto simile. E mi hanno subito offerto un contratto a tempo indeterminato: sono stati seri e disponibili a venirmi incontro. Ma avevo anche una paura: pensavo di annoiarmi in una realtà meno elettrizzante della Rai. Mi chiedevo: mi stancherò a fare pubblicità a nocciole e mandorle? E invece ho trovato un ambiente dinamico, in grande crescita, dove viene richiesto tanto ai dipendenti perché nessuno può permettersi una risorsa che non lavora bene. In Rai se rimani seduto alla scrivania, quasi non se ne accorgono, qui devi creare valore e capitale”.
Quanto coraggio serve per tornare?
Una scelta non semplice e coraggiosa, per la quale Federica esprime soddisfazione con un gran sorriso stampato sul volto. “Sono tornata senza fare compromessi, facendo il mio lavoro e non qualcosa di completamente diverso – spiega -. Questo mi ha dato la possibilità di creare una famiglia accanto alla mia, qualcosa che è un privilegio per tanti ragazzi della mia età di qui, del Sud. Nessuno partirebbe se avesse la possibilità di lavorare con dignità e stabilità, di costruire la propria famiglia dove si è cresciuti. Avendo girato tanto siamo in grado di vedere i pro e i contro del Sud. Io ho visto come la mia qualità della vita sia migliorata decisamente. Stare a Roma da soli è impegnativo. A me è mancata la rete di supporto intorno, ad esempio. Senza contare i costi totalmente diversi della vita. Sono cose che non possono essere sottovalutate e diventano prioritarie a una certa età”.
Oggi Federica è felice, ma è stato un salto nel vuoto: “Sì, lo è stato. Avevo una buona offerta davanti ma è innegabile che passare da un’azienda pubblica a una privata rappresenta un rischio. Se il tuo comparto non è più produttivo vai a casa. Reinvetarsi a 30-35 anni è un conto. Ma farlo a 50 in Sicilia? Non sarebbe per nulla semplice. E la paura c’è sempre, di doversi accontentare in un ambiente meno stimolante, di restare con le spalle scoperte, quindi sì: è una scelta coraggiosa, ma va valutata sotto tutti i suoi aspetti. E bisogna sempre pensare di migliorarsi: appena sono arrivata qui, dopo anni di televisione, ho scelto di prendere un master nel food marketing, che era il mio nuovo settore. Tra qualche anno se le mie condizioni dovessero cambiare dovrò farmi trovare pronta a qualsiasi cosa”.
Il messaggio ai giovani
In ogni caso, tornare non è per niente semplice. La giovane messinese lo sa e lancia un messaggio a chi sta decidendo se partire, restare o tornare: “Ai ragazzi direi che si può fare. Si può partire con la volontà di tornare ma con un progetto a lunghissimo termine in testa, con l’idea di non vivere alla giornata ma con una prospettiva da seguire. Servono piani B, C, D. E serve l’idea, per sé e per l’azienda per cui si lavora, di essere una persona che fa la differenza. Non bisogna andare in ufficio e aspettare l’orario di uscita. Bisogna portare valore, tutto ciò che si impara fuori e tutto ciò che ancora si può imparare. Tornare non significa farsi mantenere ma portare ciò che abbiamo costruito fuori e fare la differenza qui. Al nord, tanti ragazzi del Sud si sono stabilizzati e sono preparatissimi. Quando si sceglie di tornare è meno semplice, ma non bisogna arrendersi. Magari si arriva in aziende che ti trattano con diffidenza, perché porti qualcosa di diverso, perché hai le idee chiare e le esprimi. Purtroppo, ancora oggi, se sei donna ti trovi di fronte qualche resistenza in più. Nel mio caso non è successo. Ho un ottimo rapporto con i miei manager e i miei colleghi”.
“C’è anche chi si è pentito di essere tornato, ed è ripartito – conclude poi Federica Mangiapane. La scelta di tornare è coraggiosa? Lo è ancora di più scegliere di restare ogni giorno. Tornare qui secondo me è una vittoria se ti rende davvero felice e ti migliora la vita. Ma contemporaneamente non bisogna rinunciare e ciò che sei e al lavoro che ti piace. Qualsiasi opportunità va colta e coltivata: la vera vittoria è farsi spazio in un realtà in cui ti sei reinserito, portando risultati e valore, e nuovi metodi che vengono adottati da altri perché considerati migliorativi. Diventa una crescita reciproca”.
Quando ti renderai conto di ciò che hai fatto sarà troppo tardi.
La Libertà che hai avuto nella tua scelta è evidente e ti onora.
Brava, sei tornata nella tua città di Messina, ricominci da zero.
Complimenti anche ai tuoi genitori, miei cugini, per i valori sublimi che ti hanno tramandato.
I giovani che hanno voglia di scommettere nella loro città ritornino presto, mi auguro.
Io sono rimasto nella mia città, come tuo padre, a dare il massimo di noi stessi.
Con affetto, Tuo cugino, Avv.Filippo Mangiapane, Presidente della Camera Penale di Messina “Erasmo da Rotterdam”
In questa città si scannano tra di loro i figli di papà per quel poco che è rimasto, per gli altri solo cozze e pescestocco.
Un “privilegio” per pochi come la stessa interessata forse “incosapevolmente” scrive con la passione e l’entusiasmo che la contraddistingue,allorquando parla dei numerosissimi bravi e compententi giovani che, fuori dalla sicilia trovano la loro dimensione ed i pochissimi come lei che ritornano.
Le auguro che non abbia mai a pentirsi