Censis: UniMe ultima tra le grandi università. Cuzzocrea: "Ma non è certo la peggiore d'Italia"

Censis: UniMe ultima tra le grandi università. Cuzzocrea: “Ma non è certo la peggiore d’Italia”

Gianluca Santisi

Censis: UniMe ultima tra le grandi università. Cuzzocrea: “Ma non è certo la peggiore d’Italia”

mercoledì 13 Luglio 2022 - 08:00

L'ultimo posto tra i grandi atenei, confermato anche nel 2022, non preoccupa il rettore. Che rilancia: "Usati indicatori opinabili, sappiamo su cosa lavorare"

di Gianluca Santisi

MESSINA – “Non mi esalto quando mi definiscono il miglior rettore d’Italia, non mi deprimo quando dicono che siamo la peggiore tra le grandi università italiane”. Sceglie la via dell’equilibrio e probabilmente fa bene il rettore Salvatore Cuzzocrea nel commentare la classifica Censis delle Università Italiane, edizione 2022/2023. Un rapporto che, così come lo scorso anno, vede l’Unime al 19° e ultimo posto nella graduatoria riservata ai “grandi atenei statali”, quelli che contano dai 20mila ai 40mila iscritti.

L’occupabilità condanna Messina

Messina quest’anno ha ottenuto un punteggio complessivo di 75,8, in leggero calo (-0,7) rispetto ai 76,5 punti dello scorso anno. A penalizzare l’ateneo peloritano è soprattutto la voce relativa all’occupabilità: anche qui ultimo posto ma con 66 punti, ben 7 in meno rispetto all’Università della Calabria, penultima, e addirittura 10 in meno della Campania Vanvitelli. Punti che pesano come un macigno sul piazzamento generale, per altro assegnati su un parametro che convince poco il rettore. “I dati di Almalaurea ci dicono ben altro – spiega Cuzzocrea – e quindi bisognerebbe capire bene quali valori sono stati presi in esame per avere un quadro più esatto. Ma c’è comunque una discrepanza molto ampia. Al di là di questo – continua il rettore – alcuni indicatori secondo me poco hanno a che vedere con il reale andamento delle cose. Tornando sull’occupabilità, l’Università ha poco fare. Noi abbiamo il compito di formare al meglio gli studenti, non di trovargli un lavoro. Su questo aspetto entrano in gioco altri fattori, che dipendono dal tessuto sociale e imprenditoriale di ogni specifico territorio”.

Gli indicatori presi in esame

La classifica Censis delle Università italiane, giunta alla ventiduesima edizione, è basata sulla valutazione di alcuni indicatori, come le strutture disponibili, le borse di studio, i servizi erogati, il livello di internazionalizzazione, la capacità di comunicazione e i servizi digitali, l’occupabilità. Per l’UniMe i dati migliori sono quelli relativi a comunicazione e servizi digitali (86 punti e penultimo posto in classifica, sopra Roma Tre) e strutture (85 punti e decimo ex aequo con Cagliari e Modena-Reggio Emilia). Un indicatore, quest’ultimo, che mostra un trend incoraggiante: l’UniMe ha infatti guadagnato sei punti rispetto allo scorso anno. Più o meno stabili gli altri indicatori: borse di studio (77 punti, -1 rispetto allo scorso anno); internazionalizzazione (71 punti, -1); servizi (72 punti, +2). Senza il crollo alla voce “occupabilità” (-8, dai 74 punti del 2021 ai 66 dell’ultimo rapporto) forse avremmo commentato una classifica meno pesante. E il rettore lo sa bene: “Messina non è la prima ma non è neppure l’ultima delle università italiane – conclude -. Sappiamo quali sono i nostri punti di forza ma soprattutto quali sono i punti di debolezza e stiamo lavorando per colmarli. L’acquisto e la ristrutturazione dell’ex Hotel Riviera per realizzare 200 nuovi posti letto, ad esempio, non è certo un’iniziativa dettata dal caso”.

Articoli correlati

10 commenti

  1. C’è poco da commentare, è stato detto e ridetto da tempo che saremmo arrivati al fondo del barile! ma passerà, sono certo che passerà! i nostri pronipoti non ricorderanno neanche i nomi di chi negli ultimi 30 anni ha calpestato scientemente con arroganza la dignità di Messina e dei sui cittadini!!!!

    3
    0
  2. Mi lascia sinceramente allibita la dichiarazione del Rettore Cuzzocrea “Messina non è la prima ma non è neppure l’ultima delle università italiane”: che consolazione, che grandissima consolazione!

    3
    1
  3. Bene! Mi pare un’affermazione consolante!

    4
    2
  4. Ma se già due anni fa era sempre ultima, é inutile stare ad arrampicarsi sugli specchi. L’ambiente, i prof, ecc… é una gestione che mira solo a mantenere il potere; della ricerca, degli studenti, di creare condizioni di ricerca scientifica, non si vede nulla. Si acquistano solo immobili per milioni di euro (ultimo ex Hotel Riviera), ma non si fa nulla per avere collegamenti con università straniere, puntare ad essere polo del Mediterraneo con progetti innovativi per significativi progetti di ricerca e di integrazione. Quindi siamo ultimi da tempo e continuiamo ad esserlo, però il rettore annaspa scusanti risibili. Purtroppo questa é la classe dirigente della città, finché crederemo in questi e daremo spazio ai populisti staremo sempre in bassa classifica, purtroppo!

    1
    0
  5. A prescindere dagli indicatori utilizzati Messina sempre ultima è.
    Il campo da gioco è uguale per tutti…..forse la squadra messinese è scarsa in tutti i sensi!!!?????

    5
    1
  6. L’università di Messina fiore all’occhiello nel panorama nazionale, oggi fa acqua da tutti i lati, persone in passato preparate e competenti sostituite da tutto questo nepotismo. Mi auguro, anche se non lo penso, che le prossime generazioni si preoccuperanno più della meritocrazia e del bene comune.

    2
    0
  7. Intanto … ristrutturazione dell’Ex Hotel Riviera per farne la nuova “Casa dello Studente (e magari del Professore, se fuori sede)” …. cominciamo (anche) da qui.

    1
    1
  8. Se la carriera universitaria viene riservata ai figli dei baroni, questi sono i risultati. E’ il corpo docente a difettare, sia per preparazione, che per capacità didattica. Non parliamo poi dell’organizzazione, gli studenti vengono a conoscenza della data degli esami qualche giorno prima, questa spesso viene spostata senza alcun preavviso, basta ascoltare gli studenti per capire che nell’università di Messina si naviga a vista.

    2
    0
  9. C’è qualcosa che non va nei criteri utilizzati per stilare classifiche. Come può un rettore essere il primo in classifica e l’università che amministra (nello specifico quella di Messina) essere tra le ultime d’Italia? Appare evidente che queste graduatorie perdono validità ed aumentano il disinteresse di chi legge.

    4
    1
  10. Cristina Quartarone 14 Luglio 2022 17:03

    Purtroppo non è solo il Censis a dire che l’ Università di Messina è l’ultima in graduatoria o la penultima,poco importa, ma i ragazzi, soprattutto loro , che ormai da anni e sempre più in crescita lasciano famiglie per cercare altrove un metodo migliore, più innovativo, più coinvolgente di fare lezioni, o esami Inoltre basta fare un giro il sabato sera per vedere la città deserta e fortemente triste, per non parlare del fatto che i ragazzi che vanno via costringono le famiglie a grandi risparmi, impoverendo sempre più questa città. Non mancano solo i servizi ma professori, biblioteche. Il problema non è fare si che arrivino ragazzi da altre città, ma bisognerebbe concentrarsi a non fare scappare più i nostri.

    1
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007