Mongiuffi Melia. Postoleone, storia e segreti della galleria

Mongiuffi Melia. Postoleone, storia e segreti della galleria

Mongiuffi Melia. Postoleone, storia e segreti della galleria

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lunedì 30 Luglio 2018 - 08:01

Nella sala del Marchesato di Melia convegno Archeoclub con… sorpresa. Svelata una targa

MONGIUFFI MELIA. “Con Carmelo Smiroldo avevamo concordato di svelare questo segreto il 28 luglio 2018, il giorno del Centenario della galleria. Ed oggi, che lui non c’è più, io mantengo questo impegno”. Giovanni Curcuruto, storico del Ghiodaro e socio Archeoclub ha poco tempo per emozionarsi. Respira forte l’aria che arriva da una finestra aperta della sala del Marchesato di Melia e continua. Anche perché la sala, stracolma, attende di sapere.

E lui non vede l’ora di dire: “Sotto la galleria di Postoleone si trovano piccoli ambienti utilizzati dai 300 prigionieri austriaci che la costruirono. Ecco, ve l’ho detto!” Poi chiarisce. “Nel 1988 dei discendenti tirolesi di quei prigionieri vennero a Melia, mi mostrarono una foto in cui si vedevano questi ambienti, piccoli, delle stanze ricavate nella roccia. Per anni non riuscimmo a comprendere dove si trovassero. Poi, quando si fecero i lavori della fognatura, un operaio ancora vivente, mi disse che sotto la strada aveva visto e aperto una botola e c’erano degli ambienti: dalla sua descrizione degli interni, mi fu facile ricondurli a quella foto che mi avevano fatto vedere anni prima. Purtroppo la ditta ricoprì tutto e con Carmelo abbiamo provato a cercare un modo di entrarci, anche dal costone, ma senza successo”.

Il mistero svelato delle stanze sotto la galleria di Postoleone è stato dei tanti momenti importanti vissuti sabato sera a Melia, in occasione dell’incontro “Postoleone, una galleria di prigionieri e misteri”, organizzata per il centesimo anniversario dell’apertura della galleria. “Da oggi – ha detto Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Ionica, l’associazione che ha organizzato il convegno – partono due impegni, da condividere con le associazioni interessate, prime fra tutte Lions, Gruppo Alpini e Croce Nera d’Austria, e le istituzioni: trovare i documenti che confermino le tradizioni orali sulla storia della galleria, anche relative alle novità rese note da Curcuruto; realizzare il parco tematico della Pace bilingue auspicato da Carmelo Smiroldo, affinché Postoleone diventi un riferimento di pace e possa valorizzare le proprie caratteristiche storico culturali che rendono la zona tanto unica quanto poco conosciuta”.

E la storia della galleria – raccontata da Curcuruto – si colloca nella prima guerra mondiale, quando venne chiesto a Durante un intervento per un avere collegamento monte-mare sul Ghiodaro, di fatto inesistente. Durante intervenne presso un generale e furono inviati 300 prigionieri austriaci che realizzarono il muro di contenimento e poi la galleria, scavando nella pietra per diversi anni, pagati e trattati bene dalla popolazione locale. Attorno alla presenza di quei ragazzi, non sono mancati gli aneddoti e le leggende, alcune a “tinte rosa”.

Una storia di pace e sviluppo in mezzo a guerra e macerie, che è stata ricordata anche da Giuseppe Minissale della sezione Alpini di Messina e dal giornalista Domenico Interdonato, rappresentante dell’associazione Croce Nera d’Austria, la quale ha consegnato una corona di fiori con i colori della bandiera austriaca posta, alle 18, accanto alla corona di alloro col tricolore all’ingresso della galleria, dove le tre amministrazioni confinanti in quel luogo hanno realizzato una targa, scoperta proprio sabato (presenti: Leonardo e Marcello Longo, Mongiuffi Melia; Alfio Currenti e Antonella Bartolotta, Gallodoro; Alessandro Costa e Teresa Rammi, Letojanni).

Poi il convegno, moderato da Ketty Tamà, socia Archeoclub e anche Lions Letojanni-Valle d’Agrò è entrato nel vivo. La Tamà ha evidenziato come “i desideri espressi nella basilica di S. Pietro Paolo d’Agrò si realizzano: poco più di un mese fa, durante l’evento per il Solstizio, abbiamo auspicato ciò che oggi si sta facendo”.

Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti dei comuni (presenti anche Orlando Russo di Castelmola e Concetto Orlando di Roccafiorita) e delle associazioni (Marilena Moschella ha letto un messaggio del presidente Lions, Francesca Celi, recentemente colpita da un lutto familiare), ha aperto i lavori Filippo Brianni, “con un ringraziamento privilegiato stavolta agli assenti”, ha detto introducendo il video di un intervista su Postoleone a Carmelo Smiroldo, lo studioso morto nel gennaio 2015. Poi Brianni ha illustrato le ragioni dell’iniziativa e i prossimi passi di Archeoclub per la valorizzazione della galleria.

La “Prima guerra con gli occhi del comprensorio”, è stata descritta da Ninuccia Foti, presidente dell’Osservatorio Beni Culturali Valli Joniche e dei Peloritani e curatrice di una ricerca sui caduti e le storie della prima guerra mondiale, sfiorando anche Capo Taormina e Postoleone (“che va valorizzata– ha detto la Foti – essendo peraltro inserita nella lista dei luoghi siciliani della memoria della prima guerra mondiale”).

Enzo Andò ha delineato la figura dello scienziato Francesco Durante e il suo enorme impatto sulla vita culturale, sociale e politica nazionale e di “questo comprensorio, che lo adorava e ne seguiva le indicazioni”.

Poi, le rivelazioni di Curcuruto sulle stanze, che hanno “riaperto” il dibattito, con l’associazione Alpini pronta ad avviare uno studio con speleologi e la Croce Nera d’Austria ha proporre un tavolo sinergico tra le associazioni, da avviare già a settembre. Disponibile anche l’Unione dei Comuni, per voce del suo vice presidente Orlando Russo. Al termine dell’evento, sono state consegnate delle targhe-ricordo con incisa anche una poesia di Ungaretti sulla “fratellanza che accomuna persino i nemici di guerra” , utilizzata come filo conduttore del convegno da Ketty Tamà. Tra i destinatari, quelli alla memoria di Francesco Durante (ha ritirato l’assessore letojannese Teresa Rammi) e Carmelo Smiroldo (ha ritirato il fratello Santino).

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