La cerimonia di consegna si è svolta questa mattina nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Zanca, a ricevere il prestigioso riconoscimento l'assessore del Comune di San Mauro Pascoli. Un titolo dovuto al grande poeta che dedicò a Messina gli anni più belli della sua vita.
“Quella di oggi è la prima giornata lieta che quest’aula vive da quando io sono arrivato a Palazzo Zanca”. Con queste parole il Commissario Croce ha aperto la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria alla memoria del poeta Giovanni Pascoli, una cerimonia che oggi ha davvero allietato una sala del consiglio comunale che negli ultimi tre mesi ha solo sentito parlare di crisi, dissesto ed emergenze. A consegnare il titolo alla memoria del grande poeta che con la sua presenza e la sua arte onorò Messina c’erano anche il vicepresidente della Provincia, Carmelo Torre e il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Previti. A riceverla l'assessore alla pubblica istruzione del Comune di San Mauro Pascoli, Angela Benedetti che ha ringraziato Messina per l’affetto e il calore riservato durante la cerimonia di oggi e ha portato il saluto del primo cittadino del Comune di San Mauro Pascoli. All'evento hanno partecipato la pronipote del poeta, Gloria Fuzzi, pittrice e musicista; la responsabile del museo “Casa Pascoli”, Rosita Boschetti, il preside dell'Istituto comprensivo Pascoli-Crispi, Gianfranco Rosso, con una delegazione di alunni che ha cantato alcune poesie del poeta.
Naturalmente durante la mattinata non poteva non essere ricordata la figura di Giovanni Pascoli che nella sua vita travagliata, a causa della prematura perdita del padre, dedicò alcuni dei suoi anni migliori alla nostra città. Giunse a Messina nel gennaio del 1898, insegnò letteratura latina nell'Ateneo cittadino, visse i cinque anni più belli della sua vita, come egli stesso affermò, e dopo la tragedia del terremoto del 1908 dedicò alla città parole cariche di commozione ed affetto. “Tale potenza nascosta donde s'irradia la rovina e lo stritolio, ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta grandezza. Ma ne è rimasta come l'orma nel cielo, come l'eco nel mare. Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia”.
Dopo una vita trascorsa in giro per l’Italia Pascoli si spense il 6 aprile 1912 a Bologna, ma le sue spoglie riposano a Castelvecchio Barga, dove aveva trasferito la sua dimora. Su iniziativa di quest'ultimo centro è stata costituita la "rete" delle città di Pascoli che riunisce i luoghi dove egli visse ed operò: San Mauro, Urbino, Firenze, Bologna, Matera, Massa, Livorno, Messina e Pisa. A cento anni dalla sua morte Pascoli è anche messinese.
Nei giorni scorsi altri appuntamenti erano stati dedicati al poeta per commemorare il centenario della morte. Eventi organizzati dal Comitato di Coordinamento delle Celebrazioni Pascoliane di Messina 2012 e dal prof. Piero Chillè, a cui hanno aderito la Biblioteca comunale "Tommaso Cannizzaro" e la Biblioteca provinciale "G. Pascoli", in collaborazione con l'Università e la Biblioteca regionale universitaria, che nel Salone degli Specchi di palazzo dei Leoni hanno allestito una mostra bibliografica–documentaristica.
Sarebbe stato utile invitare qualche rappresentante del Comune di Barga (provincia di Lucca) dove Pascoli comprò la casa “Cardosi-Carrara” in cui visse la parte finale della vita.
In questa casa, peraltro molto bella , vi sono delle riproduzioni fotografiche di Messina prima del terremoto e della corrispondenza tra Pascoli ed alcuni suoi amici messinesi.
Il legame perciò reputo sia altrettanto forte tra Messina e la piccola frazione di Castelvecchio Pascoli del comune di Barga