La giunta ha approvato la delibera che prevede il recupero e il contestuale restauro delle celle rimaste vuote e tornate di proprietà del Comune. Costo di vendita 7000 euro
In attesa che i lavori del Crematorio vengano ultimati, al Gran Camposanto si cerca di recuperare spazio per dare adeguata sepoltura ai defunti e scongiurare, ove possibile, il riempimento del deposito, che può contenere 350 bare. E’ in questa direzione che si muove l’ultima delibera adottata dalla giunta e proposta dall’assessore al ramo, Elvira Amata, riguardante il recupero di circa 155 celle per adulti, dette “a colombaia”, che si trovano lungo il muro perimetrale A del cimitero Monumentale. Gli interventi, oltre che di recupero, saranno però anche di restauro architettonico, poiché si tratta di spazi ultracentenari di cui la Sovrintendenza, a seguito di un sopralluogo, ha rilevato il pregio storico.
Dopo aver atteso i tempi necessari per l’eventuale ricerca di eredi, tramite i pubblici avvisi del dipartimento cimiteri, le celle sono ritornate di proprietà del Comune. Il loro costo, data anche la valenza storico-architettonica, è di sette mila euro ciascuna (prezzo standard intorno ai due/tremila euro); verranno concesse per 50 anni (non 99 come le altre) e terminato questo periodo, qualora provenga la richiesta, si procederà al rinnovo.
Le celle potranno essere acquistate anche da coloro che sono ancora in vita e che ne faranno richiesta. Ciò, secondo quanto spiegato dall’assessore Amata, è dovuto al fatto che la forma particolare degli spazi, appunto a colombaia, rende le celle di dimensioni più ridotte rispetto alle più recenti e dunque non sempre compatibili con le misure delle bare di nuova fattura, come ad esempio molto di quelle sistemate in deposito. Da qui la possibilità, salvo ovviamente i casi in cui non si pongano problemi di spazio, di procedere all’acquisto prima del “momento.” La delibera prevede però un altro “vincolo”: la vendita (che avverrà tramite avviso pubblico) verrà riservata a chi ha già compiuto settantenni, con l’eventuale priorità di vendita per malati terminali.(E. DE PASQUALE)