Mentre il sindaco annuncia i bandi per la selezione, rimangono tanti punti interrogativi a Messina. Ma è la prima scossa della verifica voluta da De Luca
di Marco Olivieri
MESSINA – Perché? È la domanda per eccellenza. Perché adesso le dimissioni del Consiglio d’amministrazione dell’Amam? Pochi giorni dopo quelle del direttore generale Pierfrancesco Donato, la presidente Loredana Bonasera e i consiglieri Alessandra Franza e Adriano Grassi hanno “tolto il disturbo”. E non a caso il consigliere comunale Alessandro Russo (Pd) domanda in aula: “Ma se, come sostiene il sindaco, hanno lavorato bene, perché le dimissioni sono state accettate?”.
Nel frattempo, arrivano il bando per il nuovo Cda, con la possibilità di presentare le domande entro il 15 ottobre, e sta per essere pubblicato pure quello per nominare il dg. Ciò, però, che emerge con forza è che questa crisi politica non è stata spiegata bene. Rimane nebulosa e negli spazi istituzionali, come il Consiglio comunale, va sviscerata. Non convincono, insomma, le motivazioni alla base della scelta di accettare ora le dimissioni. Che il mondo politico che si regge sull’asse De Luca-Basile abbia bisogno di una scossa, anche sul piano mediatico, è oggettivo. E questo potrebbe essere il primo passo.
Da parte sua, il primo cittadino parla di un “clima di veleni e sospetti”: “Arriva un momento in cui la tensione, gli attacchi politici e mediatici fanno dire basta. Ed è dovere di una buona amministrazione tutelare il lavoro svolto”. Si tratta dunque del primo terremoto o cambiamento degli assetti, nelle partecipate e nella Giunta, voluto dal leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca? Questo risutla evidente. In questo caso, il problema di Basile è quello di non poter negare il ruolo primario del capo politico senza perdere in autorevolezza come sindaco: ” De Luca ha avuto un ruolo? Si tratta di un leader nazionale e i leader si ascoltano. Ma il sindaco sono io e qualcuno se lo dimentica”.
Ma ieri è stato il giorno della “difesa” da parte di Basile: “Quando, nei prossimi mesi, grazie ad esempio ai nuovi pozzi, si vedranno i risultati sul piano idrico, sarà ascrivibile a chi in questi mesi è stato tanto criticato. Ricordo le responsabilità regionali e non smetterò di farlo”. Proprio per le parole del sindaco, diventa ancora più evidente che le “critiche” non sembrano sufficienti per fare un passo indietro. E questa crisi, compresi i dissidi con il direttore generale a cui ha accennato in una nota il Cda, va sviscerata a livello pubblico per ripartire con maggiore chiarezza.
non ci sono commenti per queste notizie di poco conto e sterili considerazioni in quanto non essendo del mestieri nè presidente nè consiglio di amministrazione, ma soltanto liberi conoscitori di niente, non andavano nominati. Questo è il frutto del niente qui a Messina.
Tutta politica.abbiamo un sindaco non sindaco agli ordini del dittatore de luca. Finché ci sara’ questa gente a gestire i soldatini non ne usciremo fuori. Non so se avete notato la faccia del presidente amam alla conferenza stampa con il sindaco, era tutto un programma. Lascio a voi le conclusioni.
Evidentemente ha “esaurito” tutte le “favole” raccontate finora 😏,oppure aspetta l’ “esposizione dei fatti ,”drammaturga”😖, da parte del suo leader, in qualche prossima diretta o intervista ai giornalisti .
Ma non vi pare ovvio che dietro le dimissioni del CDA Amam e dichiarazioni di facciata di Basile ci sia la mano del burattinaio del Nisi?
A Messina chi comanda realmente è lui.
Ma questo Bando nuovo dove sarebbe stato pubblicato ?
“Ma il sindaco sono io e qualcuno se lo dimentica”. Vero. Verissimo. Il problema è che a dimenticarsene per primo è proprio lo stesso Basile, che non riesce proprio ad affrancarsi dal burattinaio del Nisi. in questa vicenda il sindaco non ne esce affatto bene. Le motivazioni addotte per giustificare le dimissioni del Cda di AMAM suonano cone un sonoro ed offensivo schiaffo all’intelligenza di noi concittadini, che – salvo qualche eccezione modaiola tra i giovani – non abbiamo l’anello al naso, come forse da lui creduto. Non è così, caro sindaco. Alle favolette abbiamo finito di credere da un pezzo.
Pensano ancora di prendere per in giro una città intera.