Cerimonia questa mattina per ricordare, con l'apposizione di una targa, le radici storiche del Piemonte. Gli studenti del liceo Basile e della Vann'Antò hanno donato quadri che saranno esposti nei reparti. FOTOGALLERY
Dietro queste mura, dentro queste mura, c’è davvero un pezzo della nostra storia.
L’ospedale Piemonte infatti “nasce” nelle ore più tristi, quelle del terremoto del 1908 e nasce dalla solidarietà e dalla voglia di non arrendersi.
L’evento di questa mattina, con l’apposizione della targa e con la cerimonia che si è svolta nel nuovo Irccs-Piemonte vuol essere soprattutto questo, un anello di congiunzione tra le radici ed il futuro.
L’ospedale voluto come simbolo della ricostruzione è ancora oggi il nosocomio che appartiene a tutti, nel cuore della città.
La manifestazione ha preso il via con l’esibizione della Banda Meccanizzata Aosta, in occasione della scopertura della targa (che riporta un verso della poesia “Non chiamatelo Muro” di Filippo Faillaci) posta a ricordo del sisma del 28 dicembre 1908. Il muro che cinge lo storico nosocomio di Viale Europa è stato infatti realizzato con pietre recuperate dalle rovine del terremoto che 108 anni fa rase al suolo Messina.
«Attraverso questa iniziativa – ha sottolineato nel corso del momento commemorativo il Direttore Generale dell’Istituto “Bonino Pulejo”, Angelo Aliquò – vogliamo ribadire che l’Ospedale Piemonte appartiene alla città, e deve esserne una parte viva. La sua rinascita possa essere di buon auspicio per il rilancio di tutto il territorio».
A ricordare il legame con l’evento tragico è stato il Direttore Scientifico dell’Istituto, Placido Bramanti “ Qui ritroviamo il cuore battente dei messinesi. E sono proprio i messinesi che hanno il dovere di rilanciare la città in tutti i suoi aspetti».
Il Direttore Sanitario Bernardo Alagna si è invece soffermato sulle battaglie recenti per non far chiudere il presidio e che hanno portato alla nascita del nuovo polo.
Alla cerimonia sono intervenuti l’Assessore comunale alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, Daniela Ursino, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Messina, Giacomo Caudo, e lo storico Nino Principato che ha ripercorso la lunga e prestigiosa storia dell’Ospedale Piemonte. Principato, storico conoscitore delle nostre radici e preziosi tesori ha “raccontato” quel pezzo di storia che purtroppo spesso dimentichiamo.
«Quella di oggi è una giornata importante, un incoraggiante segno di rinascita – ha evidenziato l’assessore Ursino –. Questo Ospedale non è solo un luogo di cura, ma anche di memoria, una realtà che consente di valorizzare le nostre eccellenze e un trampolino di lancio per la ricerca scientifica. Ai tanti giovani presenti oggi è importante consegnare questo messaggio: dalle rovine di può rinascere e Messina ha tutte le carte in regola per farlo».
L’evento, presentato da Lilly La Fauci, è proseguito con la presentazione dei quadri donati dal liceo artistico “E. Basile” all’Istituto “Bonino Pulejo” e che arrederanno i reparti dell’ospedale insieme con i “lenzuoli artistici” realizzati dalla scuola Vann’Antò dell’Istituto comprensivo Villa Lina – Ritiro. I quadri donati dal Basile (Istituto di istruzione superiore La Farina – Basile) sono stati realizzati dagli studenti coinvolti in due progetti didattici promossi dal liceo.
Hanno preso parte alla presentazione, oltre a una rappresentanza degli studenti dell’Istituto, il prof. Antonio Vadalà e la prof. Linda Iapichino, docenti del “Basile”. A concludere la giornata, gli interventi dell’on. Vincenzo Garofalo, dell’on. Santi Formica e dell’on. Nino Germanà.
R.Br.
Cerimonia molto bella e sentita. Unica pecca: la cerimonia è stata voluta fortemente e sollecitata da Filippo Faillaci, autore della poesia “NOn chiamatelo muro” da cui è stata estrapolata la frase che appare sulla targa scoperta oggi al Piemonte. A Filippo Faillaci non è stato nemmeno chiesto di recitare la poesia emblema di questa cerimonia. Se non fosse stato per l’assessore Ursino che l’ha chiamato a collaborare con lei a scoprire la targa, nessuno l’avrebbe saputo, tranne per il brevissimo cenno nell’introduzione del Direttore Aliquò.
Cerimonia molto bella e sentita. Unica pecca: la cerimonia è stata voluta fortemente e sollecitata da Filippo Faillaci, autore della poesia “NOn chiamatelo muro” da cui è stata estrapolata la frase che appare sulla targa scoperta oggi al Piemonte. A Filippo Faillaci non è stato nemmeno chiesto di recitare la poesia emblema di questa cerimonia. Se non fosse stato per l’assessore Ursino che l’ha chiamato a collaborare con lei a scoprire la targa, nessuno l’avrebbe saputo, tranne per il brevissimo cenno nell’introduzione del Direttore Aliquò.
Aldilà del significato storico/affettivo, c’è da evidenziare, purtroppo, la scarsa professionalità: ore ed ore di pronto soccorso (da Ospedale da terzo mondo con pavimenti sporchi e bagni impraticabili) con gravi errori e tira e molla sul da farsi che non fa certo onore alla professione medica. Da rilevare anche l’ingresso del pronto soccorso adibito anche a sala d’aspetto, inimmaginabile in un qualsiasi Ospedale che si rispetti. Demolire e ricostruire, affidando la gestione e lo sviluppo delle varie cliniche ad Ospedali con professionalità all’avanguardia (vedi San Raffaele, IEO ed affini), oppure invece del solito Ospedale multidisciplinare: un Ospedale pediatrico (vedasi Gaslini, Meyer, Bambino Gesù), che non esistono nel Meridione.
Aldilà del significato storico/affettivo, c’è da evidenziare, purtroppo, la scarsa professionalità: ore ed ore di pronto soccorso (da Ospedale da terzo mondo con pavimenti sporchi e bagni impraticabili) con gravi errori e tira e molla sul da farsi che non fa certo onore alla professione medica. Da rilevare anche l’ingresso del pronto soccorso adibito anche a sala d’aspetto, inimmaginabile in un qualsiasi Ospedale che si rispetti. Demolire e ricostruire, affidando la gestione e lo sviluppo delle varie cliniche ad Ospedali con professionalità all’avanguardia (vedi San Raffaele, IEO ed affini), oppure invece del solito Ospedale multidisciplinare: un Ospedale pediatrico (vedasi Gaslini, Meyer, Bambino Gesù), che non esistono nel Meridione.
CONCORDO CON SARO GENCO, MA IL PROBLEMA SONO LE “TESTE” E CAPACITA’ DI CHI CI GOVERNA. ABITO A MILANO UNA VOLTA ERO A MESSINA, ORA NON VENGO PIU’, HO AVUTO NECESSITA’ DEL P.S. OCULISTICO DEL PIEMONTE SONO STATO VISITATO E ACCOLTO BENISSIMO CURE PERFETTE, I MEDICI SONO BRAVISSIMI. L’ATTESA POCHISSIMO. MAGARI NON HANNO A DISPOSIZIONE ABBASTANZA FONDI A DISPOSIZIONE, E’ QUESTO E’ IL MALE. LE CD “TESTE” E “MENTALITA'” CHE DOVREBBERO CAMBIARE. QUI AL NORD CONOSCO MEDICI MESSINESI E SICILIANI CHE SONO TRA I MIGLIORI E PREPARATI. LA SANITA’ DI MESSINA LA CONOSCONO BENE ANCHE I MEDICI DEL NORD. HO RICORDI OTTIMI DEL PIEMONTE. OGGI NON SONO A CONOSCENZA SE E’ PEGGIORATA O MIGLIORATA. VOLEVANO CHIUDERE L’OSPEDALE COME PUO’ RINASCERE? DOVETE AIUTARLO
CONCORDO CON SARO GENCO, MA IL PROBLEMA SONO LE “TESTE” E CAPACITA’ DI CHI CI GOVERNA. ABITO A MILANO UNA VOLTA ERO A MESSINA, ORA NON VENGO PIU’, HO AVUTO NECESSITA’ DEL P.S. OCULISTICO DEL PIEMONTE SONO STATO VISITATO E ACCOLTO BENISSIMO CURE PERFETTE, I MEDICI SONO BRAVISSIMI. L’ATTESA POCHISSIMO. MAGARI NON HANNO A DISPOSIZIONE ABBASTANZA FONDI A DISPOSIZIONE, E’ QUESTO E’ IL MALE. LE CD “TESTE” E “MENTALITA'” CHE DOVREBBERO CAMBIARE. QUI AL NORD CONOSCO MEDICI MESSINESI E SICILIANI CHE SONO TRA I MIGLIORI E PREPARATI. LA SANITA’ DI MESSINA LA CONOSCONO BENE ANCHE I MEDICI DEL NORD. HO RICORDI OTTIMI DEL PIEMONTE. OGGI NON SONO A CONOSCENZA SE E’ PEGGIORATA O MIGLIORATA. VOLEVANO CHIUDERE L’OSPEDALE COME PUO’ RINASCERE? DOVETE AIUTARLO