“Che razza di poesia”: a La Gilda dei Narratori ci si ubriaca di parole poetiche

“Che razza di poesia”: a La Gilda dei Narratori ci si ubriaca di parole poetiche

Emanuela Giorgianni

“Che razza di poesia”: a La Gilda dei Narratori ci si ubriaca di parole poetiche

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sabato 20 Maggio 2023 - 09:30

Da Catullo a Totò: il reading di poesia organizzato dal gruppo di lettura under 30 “Che razza di Gilda”, in occasione de “Il maggio dei libri”

MESSINA. Un viaggio tra emozioni, continenti, vite, sogni e paure. Un viaggio attraverso le parole, come solo le grandi parole poetiche riescono a fare.

In occasione de Il maggio dei libri, “Che razza di Gilda” – gruppo di lettura under 30 de La Gilda dei Narratori, guidato dai giovanissimi Giulia Cavallaro e Antonio Morabito – si è trasformato in “Che razza di poesia”, dando vita ad un bellissimo, libero e polifonico reading poetico.

“Forti con le rime”

Il maggio dei libri, giunto alla sua tredicesima edizione, sceglie come tema istituzionale: “Se leggi sei forte!”, per difendere la lettura come strumento di forza e protezione contro dolori, insicurezze e avversità della vita. Tre sono i filoni su cui riflettere: “La forza delle parole”; “I libri, quelli forti…” e “Forti con le rime”.

I giovani protagonisti del gruppo di lettura della Gilda dei Narratori – che, da ottobre 2022, si incontra mensilmente per discutere un grande classico della letteratura internazionale – per Il maggio dei libri, invece, sceglie il tema: “Forti con le rime”.

“Tanti tra i membri del gruppo avevano espresso il desiderio di leggere poesia, questa ci è sembrata l’occasione migliore e anche la formula più adatta. Senza imporre una determinata raccolta poetica, il reading permette a ciascuno di esprimersi liberamente, facilitando l’arricchimento reciproco. E poi, a Messina, abbiamo bisogno di più poesia” spiegano Giulia e Antonio.

Antonio Morabito e Giulia Cavallaro

In viaggio tra le poesie

I ragazzi della Gilda si confrontano, così, su poesie e poeti diversi, scelti da ciascuno di loro; mostrano, tramite quelle parole, come la poesia sappia essere davvero uno strumento di difesa ed evasione dalla realtà, ma al tempo stesso di profonda immersione e comprensione di essa.

Si inizia con Jacques Prévert e si conclude con Charles Baudelaire, passando per Catullo, Mariangela Gualtieri, Alda Merini, perfino Jim Morrison e Totò, poi, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Konstantinos Kavafis, Titos Patrikios, Edgar Allan Poe, Wisława Szymborska e, anche, una bellissima poesia inedita.

Da questo intrecciato cammino di sguardi diversi sul mondo nasce, inaspettatamente, una incredibile continuità di temi, di passioni, di riflessioni. Punti di vista diversi guidati da un unico filo conduttore: la vita e la morte. Che poi è, forse, il vero filo conduttore di ogni poesia o opera d’arte, perché, come diceva il Professor Keating de L’attimo Fuggente: la poesia ci permette di “succhiare il midollo della vita”.

“Che razza di Gilda”

Ne usciamo tutti un po’ cambiati, un po’ diversi, un po’ cresciuti. È quello che succede ad ogni loro incontro di lettura.

“Quello che accade qui ogni mese – raccontano ancora i due creatori di “Che razza di Gilda” – ha davvero dell’incredibile. Il Gruppo ha fatto incontrare tante persone e ha avvicinato alla lettura anche chi se ne sentiva più lontano. È merito della magia delle parole, ma anche dell’atmosfera che possiamo vivere qui alla Gilda dei Narratori. Siamo grati a tutti loro, la Gilda per noi è una seconda casa, anzi una seconda famiglia”.

Un momento dall’incontro “Che razza di poesia”

Ubriachi di poesia

“Poi è bellissimo – continuano Giulia e Antonio – poter discutere senza prenderci sul serio. Non vogliamo fare gli intellettuali, non ci interessa fare l’analisi delle figure retoriche della poesia, o del genere letterario cui appartiene il romanzo, vogliamo solo provare ad indossare le scarpe del poeta e farci guidare da esse nel nostro percorso”.

In questo modo, secondo questo comune sentire, senza alcuna pretesa ma con tante emozioni, i ragazzi della Gilda si ubriacano di poesia. Con queste parole di Charles Baudelaire (lette da Giulia), infatti, si conclude il loro incontro:

“È l’ora di ubriacarsi!
Per non essere gli schiavi martirizzati del tempo, ubriacatevi;
Ubriacatevi senza smettere!
Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro”.

2 commenti

  1. Quindi un Bukowski ottantenne non potrebbe partecipare? La poesia e cosa serissima, non merita steccati così patetici.

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  2. Quindi un Bukowski settantenne non potrebbe partecipare? La poesia e cosa serissima, non merita steccati così ridicoli.

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