Ritenuto il secondo latitante più pericoloso dopo il boss Mattia Messina Denaro, è atteso in Italia dove dovrà scontare 30 anni di reclusione
La carriera ‘ndranghetistica di Rocco Morabito, detto “Il Tamunga”, perché girava su un Dkw Munga, grosso fuoristrada, inizia a cavallo degli anni ’80 e ’90. Nipote di Giuseppe Morabito “u tiradritto”, boss di una delle famiglie più potenti di ‘ndrangheta della Locride, Rocco che ha studiato all’Università di Messina, viene arrestato per la prima volta nel 1988 a 22 anni per aver minacciato i suoi professori universitari. Nel 1989 viene ucciso suo fratello Leo in un agguato mafioso, mentre l’anno dopo è lui ad esser ferito in un altro agguato.
A 25 anni comincia ad affermarsi nel traffico di sostanze stupefacenti, trasferendosi a Milano dove oltre a curare il suo business si dava alla bella vita, nella cosiddetta “Milano da bere”. In poco tempo Rocco riesce a spostare ingenti quantitativi di droga dal Sud America in Italia. La sua latitanza inizia a 23 anni nel 1994 fino a quando non viene arrestato nel 2017, in Uruguay dove viveva sotto falsa identità con il nome di Francisco Antonio Capeletto Souza.
Rocco Morabito, una volta arrestato dalla polizia uruguaiana viene rinchiuso nel carcere, ‘Central’ di Montevideo, dove rimarrà per due anni fino a quando non riesce a fuggire. Da qui la nuova latitanza, che viene interrotta dal nuovo arresto in una operazione congiunta tra i carabinieri e la polizia brasiliana. Rocco Morabito, 54 anni , ritenuto tra i 10 latitanti più pericolosi, dalle autorità italiane, il secondo dopo il boss Mattia Messina Denaro è atteso in Italia dove dovrà scontare 30 anni di reclusione per associazione di stampo mafioso e traffico di droga.