Aria di tempesta tra chiesa e istituzioni. Imperversa la polemica che vede protagonisti il parroco locale, Antonino Scibilia, e l’amministrazione di Rometta. Al centro del dibattito l’uso dell’auditorium parrocchiale, vincolato da convenzione ad un uso di 30 giorni annui da parte del comune.
A chi spetta l’utilizzo dell’auditorium parrocchiale? Risalgono a sabato scorso gli eventi dai quali è scaturito il dibattito sull'uso dell’auditorium della chiesa S. Antonio di Padova, a Rometta Marea. Protagonisti della vicenda l’amministrazione e il parroco locale, Antonino Scibilia. Involontari spettatori gli studenti della scuola secondaria di primo grado, i genitori degli stessi, e alcuni insegnanti.
Secondo quanto spiegato dall’amministrazione (–padre Antonino Scibilia, da noi contattato, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione a riguardo)- la mattina di sabato 4 giugno gli studenti della scuola secondaria si sono recati alle 8.30 circa, come concordato precedentemente, presso l’auditorium parrocchiale così da poter effettuare le prove per la messa in scena della recita di fine anno, programmata per le 10.30 dello stesso giorno presso i locali parrocchiali. Un incontro già precedentemente organizzato, previa comunicazione, che tuttavia ha incontrato alcune difficoltà “burocratiche”. A studenti, insegnanti e genitori, infatti, è stato negato l’accesso dallo stesso parroco.
Dovuta precisazione la presenza di una convenzione, tra parrocchia e comune, circa l’utilizzo dell’auditorium –realizzato in parte con fondi comunali e in parte con fondi regionali e con un contributo della Conferenza Episcopale Italiana- che ne sancisce l’utilizzo per 30 giorni l’anno, non necessariamente continuativi, da parte del comune stesso, previa domanda cui può seguire diniego motivato o semplice “silenzio assenso”.
Ad intervenire sul posto, l’assessore Melania Messina: “Ci è stato chiesto di sottoscrivere una dichiarazione liberatoria delle responsabilità della parrocchia per danni a persone e cose che dovessero verificarsi durante l’occupazione dei locali assumendoci ogni responsabilità civile, penale ed economica , da garantire con apposita polizza assicurativa –ci spiega l’assessore, che prosegue- Ho quindi sottoscritto una dichiarazione analoga specificando che, previa constatazione dei danni e delle cause, ci saremmo assunti le dovute responsabilità senza tuttavia sottostare al pagamento di alcuna polizza poiché gli studenti erano già tutelati dall’assicurazione scolastica. La recita, infatti, costituiva a tutti gli effetti un’attività didattica della scuola”. Una dichiarazione, ci spiega l’amministrazione, dalla quale sono poi scaturite diverse polemiche placatesi solo diverse ore dopo quando, finalmente, il parroco ha permesso l’accesso ai locali.
Una vera e propria tempesta, dalla quale è scaturito un dibattito non solo circa l’utilizzo dei locali –per i quali, secondo la convenzione, non sarebbe necessario il pagamento di alcuna polizza assicurativa- ma anche, e soprattutto, circa il fatto in se e i soggetti coinvolti. Primi fra tutti i bambini.
“Ciò che più mi dispiace –aggiunge l’assessore Messina- è che ad assistere a quest’episodio ci siano stati i bambini, già in forte disagio per aver atteso diverse ore sotto il sole. Loro avevano pieno diritto di utilizzare i locali poiché il 26 maggio scorso ne avevamo regolarmente richiesto l’utilizzo senza ricevere alcuna risposta. Secondo la convenzione, dunque, ad una mancata risposta corrisponde una tacita accettazione della richiesta”.
Una vicenda piuttosto singolare, dunque, nella quale le uniche vere vittime sono i bambini della scuola secondaria, che non hanno avuto modo di svolgere regolarmente le proprie attività.
Padre Antonino Scibilia era già stato protagonista di precedenti episodi scanditi da polemiche come quando, nel 2013, si era scatenata un’accesa polemica –per lo più con l’allora coordinatore provinciale del Pd- circa l’affissione presso lo stesso auditorium della foto dell’ex governatore siciliano Totò Cuffaro. Insomma, sembra che la polemica lo perseguiti.
Salvatore Di Trapani
Il padre d estate distingue i paesani da noi ” messinesi”. Grandioso..
Il padre d estate distingue i paesani da noi ” messinesi”. Grandioso..