Sinergia tra Comune, parrocchia e Archeoclub: sabato si inaugura.Tutto è stato realizzato gratuitamente ed i pannelli esplicativi sono stati offerti da una famiglia di emigranti “fioritani” in Usa
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ROCCAFIORITA. Sabato alle 19, nei locali comunali di piazza Autonomia, verrà inaugurato il Museo della Madonna dell’Aiuto di Roccafiorita.
Un progetto museale dell’arch. Ketty Tamà, realizzato in poche settimane grazie alla collaborazione tra amministrazione comunale di Roccafiorita (guidata da Concetto Orlando), parrocchia dell' Immacolata di Roccafiorita (retta da don Paolino Malambo) e Archeoclub area jonica Messina (presieduta da Filippo Brianni) e soprattutto grazie alla collaborazione dei “fioritani” che hanno messo a disposizione del museo materiale fotografico, documenti e oggetti riguardanti la storia, il culto e l’impatto socio culturale della Madonna dell’Aiuto a Roccafiorita. Tutto è stato realizzato gratuitamente ed i pannelli esplicativi sono stati offerti da una famiglia di emigranti “fioritani” in Usa.
Il museo nasce in occasione del 75mo anniversario della festa, iniziata dopo che la statua, realizzata da Roma, venne benedetta dal papa e portata “sopra una portantina” attraverso la valle del Ghiodaro con una memorabile sosta a Gallodoro.
La Madonna dell’Aiuto di Roccafiorita è un frutto di pace germogliato in mezzo ai bombardamenti della II guerra mondiale, in mezzo ai quali Alessandro Occhino ne invocò e ottenne l’aiuto e, tornato in paese, concordò con gli altri reduci la realizzazione del santuario. Il museo ne riporta la storia, così come l’ha ricostruita padre Isidoro Musumeci, dall’acquisto da parte dei “piccoli” cugini Occhino di una statuetta della Madonna della Catena nel 1923 alla fiera presso l’abbazia di S. Pietro, alla realizzazione dell’immenso progetto, in piena dopoguerra, del santuario in cima al monte Kalfa, frutto del lavoro gratuito di uomini e donne, di alcune rimesse dall’estero, e persino di aiuti da parte della Camera dei Deputati (presieduta al tempo da Gaetano Martino) e dal Luogotenente del Re “nonostante i tempi tristi”.
La corrispondenza istituzionale, le immagini di quell’impresa, alcuni oggetti del culto fanno parte della ricostruzione museale che “vuole essere un punto di partenza: questo museo non vuole fermarsi al racconto della storia della Madonna dell’Aiuto ma punta ad essere una struttura vivente, una sorta di compagno di viaggio, che continuerà ad arricchirsi col contributo del paese e vivrà con esso, secondo un’idea museale prestabilita”, dice Ketty Tamà, socia Archeoclub e “motore” dell’iniziativa. Il museo si connette al territorio attraverso dei Qr code contenuti nei pannelli esplicativi e mira a diventare luogo ludico-didattico per i bambini che possono interagirvi colorando disegni offerti dal museo.
“Un grazie, oltre che all’arch. Tamà va a Parrocchia, all’amministrazione e ai ragazzi di Roccafiorita – aggiunge Filippo Brianni, presidente Archeoclub – grazie al cui lavoro si è potuto realizzare questa struttura in pochissimo tempo. Una struttura che è il punto di partenza di un percorso museale e culturale più ampio per Roccafiorita ed il comprensorio e che deve inserirsi in un’ottica di studio e valorizzazione dei culti Mariani (Provvidenza ad Antillo, Preci a Limina, Catena a Mongiuffi, Assunta a Gallodoro, del Carmelo a S. Teresa) che sono in grado di dirci tanto sull’arte, la storia e la cultura, non solo religiosa, del nostro comprensorio”.