Il racconto di Antonella Pavasili, tra scirocco e indignazione siciliana
Di Antonella Pavasili
Come previsto mia mamma mi accoglie con questa affermazione.
“Mi scantu quannu u tempu è così, chistu è tempu i terramoti…” e chiude frettolosamente la porta.
Un refolo caldissimo ha già invaso e spezzato la frescura dentro casa.
Scirocco, oggi.
Scirocco caldissimo, soffi, sputi, schiaffi di vento violento e rovente.
Ha dentro tutti gli odori della mia terra questo vento.
Tutti, tutti, tutti.
Scuotono cuori e anime, si insinuano nelle narici e negli occhi, fiaccano, irritano, intimoriscono.
Ma oggi questo scirocco ha dentro tanto di più.
Ha la rabbia di un popolo offeso, deriso, sbeffeggiato.
L’incredulità, lo sgomento, il dolore.
Tutto quello che c’è dentro la nostra IDENTITÀ SICILIANA.
Che osserva annichilita l’ennesimo tradimento.
“C’è stato già il terremoto mamma…”
“Si! E a unni? io no sintia…”
“A Palermo mamma, a Palermo…e meno male che non l’hai sentito…troppu bruttu fu…”
E intanto passa il tg di una televisione locale.
“Sullo Stretto c’è la lupa…difficili i collegamenti con il continente”
Nessuno stupore.
La Sicilia risponde.
A modo suo.
Scirocco, scirocco…scirocco forte.
Si difende la terra mia…❤️
Antonella Pavasili©️
P.S.: nessun terremoto oggi a Palermo.
O meglio, nessun movimento della terra ma scossoni violentissimi all’anima nostra.
Meravigliosa foto di Marcello Santalco.