Già cinque Comuni hanno chiesto ai cittadini di non esporre i mastelli nel giorno previsto. Una situazione che potrebbe estendersi rapidamente a tutti gli altri centri
Dalle 12 di oggi, con la chiusura a tempo indeterminato dell’impianto di trattamento meccanico e biologico dei rifiuti di Lentini, è di fatto ferma la raccolta dei rifiuti indifferenziati in circa 200 Comuni della Sicilia orientale. Una situazione che ha già costretto alcuni sindaci a comunicare ai propri concittadini la sospensione del servizio di raccolta della frazione secca dei rifiuti, quella non differenziabile. La decisione di chiudere la discarica è stata comunicata oggi alla Regione dalla Sicula Trasporti Tecnologia e Ambiente, la società con sede legale a Catania che gestisce il sito di contrada Volpe a Lentini.
Il perché della chiusura del sito di Lentini
Si tratta di una decisione consequenziale al provvedimento dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che ha negato l’autorizzazione al proseguimento dell’attività in attesa della “definizione delle istanze di verifica di assoggettabilità a Via (Valutazione di impatto ambientale) ex art. 19 del D.Lgs. n. 152/2026, nel presupposto che la Città Metropolitana (di Catania, ndC) e l’Arpa non abbiano espresso valutazioni sulla insussistenza di rischi sanitari, ambientali e culturali”. Preso atto anche del provvedimento di ieri del Gip del Tribunale di Catania e “ritenuto di doversi adeguare alle perplessità degli enti preposti al controllo e alla regolamentazione del ciclo dei rifiuti, senza però condividerle”, la Sicula Trasporti Spa ha comunicato l’immediata chiusura, a decorre delle 12 di oggi, degli impianti di trattamento meccanico e biologico di contrada Volpe, sino alla definizione delle istanze di assoggettabilità a Via e/o a differenti provvedimenti dell’autorità competente. Tutto questo perché la società non è in grado di “rinvenire discariche ove conferire i sovvalli trattati e che non ha quindi soluzioni alternative a quelle di conferirli presso impianti di recupero energetico”.
Le conseguenze
Sono già cinque i Comuni della provincia di Messina – Furci, Roccalumera, Nizza, Fiumedinisi, Alì e Alì Terme – che hanno comunicato ai cittadini l’impossibilità di raccogliere i rifiuti indifferenziati. “A seguito di una comunicazione pervenutaci in data odierna – ha spiegato il sindaco di Furci Siculo, Matteo Francilia – per cause non dipendenti dalla nostra amministrazione comunico che è stato sospeso il ritiro del rifiuto indifferenziato sino a prossima comunicazione”. I mastelli eventuale esposti domani mattina nel centro jonico non saranno quindi ritirati. “Effettueremo i relativi controlli con la polizia municipale sul territorio comunale”, ha precisato il primo cittadino. Una situazione che potrebbe però estendersi rapidamente a molti altri centri, città di Messina compresa, se non verrà trovata al più presto una soluzione per la riapertura dell’impianto di Lentini.
Assurdo 😱… l’ indifferenziato comprende pannolini e pannoloni quindi immaginatevi il rischio igienico sanitario che incomberà nelle nostre case se dovesse verificarsi pure a Messina 😖😤 ….e come faranno i cittadini che già non possono conferire????? Ci avete fatto fare la differenziata e dovete garantirci la raccolta ,perché non esiste che ci dobbiamo tenere i rifiuti maleodoranti in casa😱😤😖….questo perché non si fanno le cose ragionate giustamente prima di metterle in atto 😡
Solo vergogna.
Aumentato il costo, per poi dire che si abbassa (ma se prima di alza, non si abbassa…). Ma ancora niente.
Dentro le case, sui balconi, solo puzza !
Pretendono ancora più differenziata, perché il carrello indifferenziata è ancora alto in %,(ma otterrebbero solo fondi, ma non per noi).
Discarica a Mili, a due passi dal centro abitato…
Nelle altre città ci sono i cassoni pubblici, così non si intasano condomini e strade…
Paghiamo il servizio privato per smaltire (quindi altra tassa imposta).
Che dire…wow.
grazie ai 5 “stalle” che dicono no agli bruciatori per questi problemi e ancora li votano
ps pure quella della traversata in 20minuti è a sfavore degli inceneritori