Dopo lo stop dell'assessorato regionale alla salute al ddl per l'accorpamento tra il Piemonte e il Centro Neurolesi la battaglia per scongiurare la chiusura dell'ospedale continua. "Andremo al Ministero a battere i pugni" annuncia Picciolo nel corso di una conferenza stampa congiunta con il deputato regionale Formica ed il sindaco. "Chiederò chiarezza alla Borsellino" spiega Accorinti "I diritti dei cittadini non possono essere lesi". GALLERY DI SERENA CAPPARELLI
Più che una conferenza stampa quella di oggi a Palazzo Zanca è stata una “chiamata alle armi”, una sorta di ultimo appello per andare fino in fondo, all’Ars e al Ministero e battersi per scongiurare una volta per tutte la chiusura dell’ospedale Piemonte o manovre affini nascoste sotto altre denominazioni.
A dare fuoco alle polveri è stata ieri la nota del capo di gabinetto dell’assessorato alla sanità Giuseppe Amato che definiva inconciliabile l’accorpamento tra Piemonte e Irccs Neurolesi previsto dal ddl Picciolo-Formica, di fatto assestando un colpo micidiale al percorso che era stato avviato per scongiurare la chiusura del nosocomio da qui ai prossimi 3 anni (vedi articolo allegato). La nota ha palesato quanto da agosto era sotterraneo e cioè un disegno volto a sacrificare la struttura del viale Europa nell’ambito di un Piano di riordino della rete ospedaliera che falcidia là dove la classe politica è meno combattente. Vista la “nota dolente” i firmatari del ddl hanno immediatamente convocato una conferenza stampa per questa mattina ed altrettanto ha fatto il sindaco Accorinti. Alla fine le due conferenze stampa sono state unificate con l’obiettivo di continuare a ranghi serrati, fatto questo che finora è venuto a mancare. Per la prima volta infatti dalla manifestazione del 29 settembre, il sindaco si è detto pronto ad ogni forma di protesta sposando il disegno di legge per l’accorpamento Piemonte-Irccs Neurolesi. Al tavolo della conferenza quindi oggi erano Accorinti, l’assessore comunale alla salute Nino Mantineo, i deputati regionali Beppe Picciolo e Santi Formica; il vicepresidente del Consiglio comunale, Nino Interdonato e il direttore scientifico dell'IRCCS Centro Neurolesi, Dino Bramanti. Nell’aula consiliare presenti lavoratori, sindacalisti, e gli esponenti del Comitato Salvare il Piemonte e di Sanidea. Il clima di unità si era già registrato nei giorni scorsi con i tavoli tecnici, un’atmosfera lontana dalle tensioni che si erano registrate sin da agosto e che hanno toccato il picco massimo il 29 settembre quando, dopo l’aggressione subita, Accorinti indicò quali “mandanti” Rinaldi e Formica. E con il deputato regionale di Forza Italia Formica oggi il sindaco ha condiviso questa battaglia che sarà portata avanti in tutte le sedi possibili, iniziando da Palermo. Se finora nei confronti dell’assessore regionale alla salute Lucia Borsellino il confronto era stato sereno ma morbido, il sindaco annuncia ben altra determinazione per il futuro. Ma se il governo regionale continuerà a fare “orecchio da mercante” ed a sacrificare Messina sull’altare dei tagli lo scontro si sposterà a Roma, al Ministero della salute, dove, come ha dichiarato il capogruppo regionale PdR Beppe Picciolo: “Il ministro Lorenzin dovrà dirci perché l’Irccs può essere accorpata in ogni ospedale d’Italia, dal San Raffaele a Cefalù passando per il Bambin Gesù e per il Gaslini ma a Messina questo ragionamento non vale”.
A sintetizzare l’iter che ha portato alla nascita del ddl è stato Santi Formica che ha poi concluso: “la verità è che la “sciarra è pa cutra”. In Sicilia spendiamo 150 milioni di euro per i viaggi della speranza. Speravamo che per invertire la rotta si decidesse di dare più risorse per la buona sanità, invece il governo Renzi taglia 400 posti letto nell’isola e Crocetta non alza un dito. Questa città negli anni è stata depredata di ogni cosa ma non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno”. Fa piacere che Formica, giunto al suo quinto mandato all’Ars si accorga che in questi decenni, mentre lui e il suo partito governavano in città, in provincia e alla Regione, Messina sia stata depredata di ogni cosa, però viene da chiedersi, lui dov’era? Ad ogni modo, benvenuto tra noi.
“Un destino beffardo il nostro- ha detto Picciolo- perché la nota dell’assessorato sembra quasi voler infrangere una ritrovata unità d’intenti a Messina. Noi andremo ovunque, a Palermo, al Ministero. Il problema è questa manovra per depotenziare pezzo per pezzo la sanità a Messina, struttura per struttura ed il Piemonte è la vittima sacrificale. Certo che poi ci si dice: non siete capaci di fare buona sanità. Come possiamo fare buona sanità se ci togliete primari, reparti, punti nascita, ospedali a vantaggio di interessi di gruppi imprenditoriali privati?”
Il sindaco ha già chiesto un incontro all’assessore regionale Borsellino, consapevole che il tempo è dalla nostra parte: “Ora ce la giochiamo faccia a faccia. Intendo far rispettare il mio ruolo di autorità garante della tutela del diritto della popolazione messinese a ricevere i livelli indispensabili di assistenza sanitaria. Chiederò spiegazioni chiare all'Autorità sanitaria regionale sul diniego alla proposta presentata dalle forze sociali messinesi a da me condivisa. Chiederò, inoltre, cosa l'assessorato regionale proponga in alternativa alla proposta circa l'utilizzo ottimale dei 78 posti letto per acuti destinati al Piemonte e ne riferirò alla Città, consapevole del fatto che non potremo accettare che le scelte compiute possano essere lesive dei diritti di cittadinanza di cui sono garante come Primo Cittadino”.
Infine il direttore scientifico del Neurolesi, Dino Bramanti, ha voluto fugare ogni sospetto in merito al “matrimonio” tra le due strutture ipotizzato dal ddl: “Noi non vogliamo rappresentare un sospetto, vogliamo dire, questa è la casa di tutti e metterla a disposizione di tutti. Con questo progetto non ci arricchiamo, perché, e voglio sottolinearlo l’Irccs non è un soggetto privato è un Ente pubblico, un ente giuridico autonomo e può accorparsi con strutture pubbliche e private così come avviene in tutta Italia, comportando un miglioramento anche sul piano delle risorse oltre che dell’assistenza. Noi vogliamo mettere a disposizione quella che riteniamo una risorsa, non lo stiamo facendo per la centralità o per gli spazi, ma per portare avanti un progetto che migliori sia l’Irccs che il Piemonte”.
Assenti alla conferenza stampa i deputati regionali Greco e Rinaldi, firmatari del Ddl. Di diversa posizione i deputati regionali Pd Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto. Quest’ultimo già ieri con una nota ha chiarito la sua posizione, sostenendo come la strada dell’accorpamento non sia percorribile sul piano sia economico e di fattibilità, sposando quindi la posizione dell’assessorato alla sanità. Laccoto inoltre spiega che si rischia in quel modo “lo svuotamento di strumenti e professionalità”.
Rosaria Brancato
GALLERY DI SERENA CAPPARELLI
Accorinti,ma di quali diritti parli di quelli dell’isola pedonale o dello scippo della tasi?
Accorinti,ma di quali diritti parli di quelli dell’isola pedonale o dello scippo della tasi?
Io non sono contrario alla riorganizzazione che prevede la chiusura dell’ospedale Piemonte.
Quello che non capisco visto che tutti parlano di diritti lesi, è a cosa si riferiscano di preciso.
Diritto è uno dei sostantivi più abusati negli ultimi mesi, ed oggi come ieri nel caso delle cooperative, mi pare venga usato in modo improprio.
Il diritto alla salute verrebbe comunque garantito da policlinico universitario e papardo.
Io non credo venga pregiudicato nulla di tutto ciò, tanto più che specie di notte il pericolo più grande sta nel frequentare eventualmente il pronto soccorso e non nell’evitarlo, viste frequentazioni e assenza di sicurezza che regnano al Piemonte.
Salvatore
Io non sono contrario alla riorganizzazione che prevede la chiusura dell’ospedale Piemonte.
Quello che non capisco visto che tutti parlano di diritti lesi, è a cosa si riferiscano di preciso.
Diritto è uno dei sostantivi più abusati negli ultimi mesi, ed oggi come ieri nel caso delle cooperative, mi pare venga usato in modo improprio.
Il diritto alla salute verrebbe comunque garantito da policlinico universitario e papardo.
Io non credo venga pregiudicato nulla di tutto ciò, tanto più che specie di notte il pericolo più grande sta nel frequentare eventualmente il pronto soccorso e non nell’evitarlo, viste frequentazioni e assenza di sicurezza che regnano al Piemonte.
Salvatore
L’Ospedale Piemonte dovrebbe essere salvato dagli stessi che FANNO POLITICA DA DECENNI E HANNO PORTATO LA REGIONE SICILIA AL COLLASSO IN UN MARE DI DEBITI.
Vabbè che il Buddace ha la bocca grande e si mucca ogni cosa, ma a tutto c’è un limite….o no ?
L’Ospedale Piemonte dovrebbe essere salvato dagli stessi che FANNO POLITICA DA DECENNI E HANNO PORTATO LA REGIONE SICILIA AL COLLASSO IN UN MARE DI DEBITI.
Vabbè che il Buddace ha la bocca grande e si mucca ogni cosa, ma a tutto c’è un limite….o no ?
Per favore statevi fermi. Non vi bastano i guai che fate in continuazione. Siete la barzelletta d’Italia.
Per favore statevi fermi. Non vi bastano i guai che fate in continuazione. Siete la barzelletta d’Italia.
la verità è che al Piemonte c’è gente che vive attaccata alla sedia e gli scoccia andare al Papardo.si può fare anche la doppia attività senza muoversi dal centro città!!!
la verità è che al Piemonte c’è gente che vive attaccata alla sedia e gli scoccia andare al Papardo.si può fare anche la doppia attività senza muoversi dal centro città!!!
la verità è che nei due anni in cui la regione ha fatto il Piano Sanitario nessuno ha mai detto niente. ci doveva andare prima a palermo ed a Roma per difendere l’Ospedale invece di dare retta a quelli che non tornano indietro. ora fa quello che gli viene meglio fare: pagliacciate
la verità è che nei due anni in cui la regione ha fatto il Piano Sanitario nessuno ha mai detto niente. ci doveva andare prima a palermo ed a Roma per difendere l’Ospedale invece di dare retta a quelli che non tornano indietro. ora fa quello che gli viene meglio fare: pagliacciate