L'organizzazione sindacale sta organizzando una trasferta alla sede della Direzione Territoriale del Lavoro della Città dello Stretto per contestare la rescissione anticipata del contratto agli impiegati della Coopservice. Contestato l'affidamento del servizio di pulizia del Centro d'eccellenza ad una nuova società.
“Chiediamo alla spettabile Direzione Territoriale del Lavoro di Messina la convocazione di tutte le parti in causa, Coopservice, Bambin Gesù Roma, ASP 5 di Messina, Ospedale “San Vincenzo” di Taormina e PFE S.p.A. per sospendere le procedure di licenziamento attivate e il passaggio diretto dei lavoratori alle dipendenze dell’impresa subentrante”. E’ quanto è stato comunicato nelle scorse ore dall’Orsa, il sindacato autonomo di base, che il 20 giugno prossimo effettuerà un sit-in presso la sede della Direzione Territoriale del Lavoro Messina, per protestare contro i licenziamenti collettivi dei lavoratori impiegati nel servizio di pulizia al Centro di ardiochirurgia pediatrica di Taormina, raggiunti da lettera il 10 giugno scorso. In buona sintesi la stazione appaltante di Roma ha comunicato all’impresa appaltatrice Coopservice la rescissione anticipata del contratto per la presunta chiusura del reparto che poi non si è materializzata. E così l’organizzazione sindacale, facendo seguito all’avviso e adducendo successivamente di non essere stata informata dalla stazione appaltante di eventuale impresa subentrante, ha innescato l’ennesima polemica, affermando in una nota che “la convenzione fra l’Ospedale ‘San Vincenzo’ di Taormina e il ‘Bambino Gesù’ di Roma resta attiva, ma non si capisce a quali condizioni. L’unica certezza – hanno dichiarato i vertici del sindacato- è che sono stati sacrificati lavoratori impiegati in un servizio che adesso è espletato da altri operatori in forza all’impresa PFE S.p.A.”. “Alla luce dei fatti – hanno ancora scritto – sembra che la stazione appaltante ‘Bambino Gesù’ di Roma abbia disdetto anzitempo l’appalto con la Coopservice e affidato il servizio alla subentrante PFE S.p.A., trascurando il fatto che, in caso di subentro di altra impresa di settore, ci dovesse essere il passaggio diretto dei lavoratori, già in forza sull’appalto, alle dipendenze dell’impresa subentrante”. La stazione appaltante – secondo l’Orsa – doveva quindi garantire la conservazione dei posti di lavoro. Cosa che non è avvenuta e che sta portando a polemizzare. “In tutto questo non si registra il doveroso intervento dell’ASP 5 di Messina – hanno aggiunto -. E’ in atto una procedura anomala che non chiarisce i motivi dell’avvicendamento fra le due imprese appaltatrici e lascia i lavoratori nel limbo della sospensione che impedisce loro di accedere all’eventuale indennità di mobilità e soprattutto nega il diritto di conservazione del posto di lavoro alle dipendenze dell’impresa subentrante”. Un fatto che acuisce ancor di più i dissapori in una vicenda, quella del possibile trasferimento del centro a Palermo, che sta tenendo banco in tutto il Comprensorio.
Enrico Scandurra