Piccolo campanilismo evitabile: prima un ex candidato sindaco di Catanzaro, poi 4 consiglieri di maggioranza “usano” il progetto Hadid per attacchi politici
Proprio vero, il campanilismo – e, al suo interno, certe sempiterne rivalità tra Catanzaro e Reggio Calabria – pare non essere mai morto. Ed è vero anche, sicuramente, che pur d’attaccare un “nemico” politico molti farebbero qualsiasi cosa.
Il “capolavoro” tuttavia è stato forse raggiunto ieri, quando al fine di controbattere all’ex candidato primo cittadino di CambiaVento Nicola Fiorita, quattro consiglieri comunali di maggioranza di Catanzaro (Andrea Amendola di Obiettivo comune, Roberta Gallo di Forza Italia, Giuseppe Pisano di Catanzaro con Abramo ed Ezio Praticò di Catanzaro da vivere) hanno avuto a che dire su uno dei più incredibili progetti che si siano visti in Italia, fin da quando l’allora sindaco di Reggio Calabria Peppe Scopelliti (peraltro poi Governatore proprio per il centrodestra)lo commissionò alla compianta archistar Zaha Hadid.
Verrebbe da dire: critiche alle critiche.
Fiorita
Parliamo del Museo del mare, di recente inserito tra i 14 progetti strategici per l’intero Paese e per il modo in cui l’Italia “si porge” al Maghreb e, più in genere, al Sud del Mondo. Scelta del governo Draghi, per intenderci non tacciabile di preferenze politiche, visto che ci son dentro tutti i partiti tranne Fdi.
Ma proprio Fiorita, pur partendo dalla considerazione che il finanziamento da 53 milioni per il Museo del mare reggino «è una bellissima notizia per la nostra regione, non c’è che dire», in realtà qualcosa da dire l’aveva trovato. «Senza alcuna stilla di inutile campanilismo», aveva aggiunto l’ex aspirante alla fascia tricolore catanzarese che «è evidente quanto poco conti e abbia contato negli ultimi anni Catanzaro, capoluogo di regione, nello scacchiere politico nazionale». Il sito museale pur «bellissimo e di richiamo internazionale», a suo dire verrebbe finanziato non perché si tratta di un progetto strepitoso e coerente coi luoghi, persino col posizionamento di Reggio a fronte della Sicilia e del NordAfrica. No. Questi soldi arriverebbero a Reggio in quanto MetroCity, «e la Calabria è l’unica regione d’Italia in cui la Città metropolitana non coincide con il capoluogo di regione».
…Temiamo servirebbe a poco richiamare ancòra una volta gli atti parlamentari, che chiariscono come a Reggio fu concesso questo status in relazione al progetto di futura fusione dei territori provinciali di Reggio Calabria e di Messina in un’unica Area metropolitana dello Stretto. Nicola Fiorita però firma quello che di fatto non è un attacco al Museo del mare, ma (nuovamente) all’assetto istituzionale che prevede Reggio Calabria (non-capoluogo calabrese solo dopo quanto accaduto nel ’70) quale Città metropolitana.
Amendola, Gallo, Pisano, Praticò
I consiglieri di maggioranza, partendo dalle parole di Fiorita, chiariscono che non avrebbero voluto esprimersi sul finanziamento del progetto firmato Zaha Hadid «per non correre il rischio di cadere nella solita trappola del mero campanilismo»; ma Fiorita, evidenziano, «ribalta in modo strumentale una notizia assolutamente positiva per la nostra regione, mettendo in cattiva luce l’Amministrazione di Catanzaro».
Il Piano per gli attrattori culturali varato dal ministro per la Cultura Dario Franceschini, si rileva, «originariamente, era previsto all’interno dei Cis – alla stessa stregua di quanto programmato anche dalla città di Catanzaro». Mentre Nicola Fiorita, pur collega di partito di Franceschini, non avrebbe mai «coinvolto o sensibilizzato i referenti politici del suo stesso colore» per far prediligere Catanzaro nella scelta. Dunque la validità del progetto firmato da uno dei più incredibili architetti degli ultimi decenni, il fatto stesso che a Reggio Calabria questa pianificazione – per quanto “congelata” per motivi finanziari – fosse presente da molti anni appaiono fattori irrilevanti.
Dario “il piddino”
Per non parlare della circostanza di qualificare Franceschini come ministro «piddino», e non quale ministro all’interno di un Governo centrale sostenuto anche da Forza Italia e Lega.
Ma d’altro canto, quando i quattro consiglieri di maggioranza si chiedono perché l’ex candidato sindaco di Catanzaro «non chiama in causa la deputazione che avrebbe dovuto difendere gli interessi di Catanzaro, in primis il “suo” referente Antonio Viscomi?» e per quale motivo non citi la metropolitana di superficie «che nel Capoluogo sarà pronta tra un anno, mentre la Città dello Stretto, a cinque anni dalla firma del protocollo, si è vista revocare 100 milioni di fondi destinati alla mobilità dalla Regione» svelano ampiamente, a loro volta, una “pubblicità comparativa” che, politicamente parlando, difficilmente può fare il bene di tutti i territori interessati.