Da Garofalo a Laface, coro di critiche dopo il mancato inserimento delle zone messinesi tra le deroghe del Milleproroghe. Il deputato del Pdl: «Sarà battaglia». Il coordinatore di Fli: «Aspettiamo ancora l’ordinanza di protezione civile»
Prima Berlusconi, ora Monti. Prima il governo amico che amico non è stato, ora il governo tecnico di cui tutti temono la mannia affilata da tasse e tagli. Il trattamento è sempre lo stesso: diversamente alluvionati eravamo prima, diversamente alluvionati siamo oggi. Liguria e Toscana avranno una serie di benefici, tra cui la sospensione dei tributi, grazie al decreto Milleproroghe. Messina e le zone tirreniche recentemente colpite no. E non c’è ancora l’ordinanza di protezione civile, nonostante l’ultima disgrazia risalga ormai a più di un mese e mezzo fa. Abbiamo una dichiarazione di stato d’emergenza che, senza fondi, rimane fine a sé stessa. Inevitabile il coro di critiche. Il primo a parlare è il deputato del Pdl Enzo Garofalo, che già in precedenza, forse sentendo odore di nuova beffa, si era esposto: «Se il governo non provvederà alla modifica del contenuto del milleproroghe – afferma – il Parlamento sarà teatro di una durissima battaglia. E’ mia intenzione compiere ogni atto possibile per tutelare i diritti degli alluvionati della provincia di Messina. Non è pensabile che non abbiano gli stessi benefici delle altre popolazioni colpite da sciagure legate ad eventi meteorologici o sismici».
Già vedendo la bozza del decreto Milleproroghe, che non faceva cenno alcuno a Messina, Garofalo aveva chiesto al presidente del Consiglio Monti di correggere in corsa il provvedimento. Non è stato ascoltato. «Non esistono disgrazie di serie A e di serie B e prometto di fare battaglia in Parlamento affinché si preveda l’estensione di questa misura anche per i nostri alluvionati. Tra l’altro- continua Garofalo- non si comprende come mai si stato deciso di lasciare fuori dal decreto solo la provincia di Messina dal momento che la proroga, rispetto alla bozza originaria, è stata estesa anche a Lamezia e Massa Carrara. Nonostante sia stato dichiarato tempestivamente lo stato d’emergenza- continua Garofalo- ad oltre un mese dalla nuova alluvione del messinese, che ha fatto quattro vittime a Saponara e causato danni incalcolabili nella fascia tirrenica della provincia, il territorio attende ancora quegli indifferibili provvedimenti indispensabili a fronteggiare l’emergenza ed a rimettere in piedi ciò che l’acqua ed il fango hanno tristemente spazzato via. Il primo, rispetto al quale non accetteremo rifiuti, è quello di inserire nel decreto “mille proroghe” anche i nostri alluvionati».
Sulla stessa scia Giuseppe Laface, coordinatore provinciale di Futuro e Libertà: «Il 2011 andato male nella sua parte finale per le popolazioni messinesi colpite dall’alluvione, chiude peggio. Un botto che certo non ci aspettavamo, a cui se non si pone rimedio presto rischia di vanificare la buona volontà della nostra gente e mortificarla nella dignità ampiamente dimostrata nell’affrontare la tragedia. Già commentando il ritardo nell’emanazione dell’ordinanza di protezione civile, che tuttora aspettiamo, ribadivamo che non c’e’ alcuna intenzione di fare vittimismo, non teniamo la contabilità dei ritardi e dei giorni impiegati per l’adozione dell’ordinanza rispetto ad altri eventi atmosferici che hanno interessato il nostro paese, siamo solidali con tutte le altre popolazioni colpite da analoghe tragedie, ma, oggi di fronte alla ingiustificata disparità di trattamento con le popolazioni liguri e toscane, non possiamo non qualificare come assurda ed ingiustificabile tale omissione e chiediamo che al piu’ presto il governo nazionale ponga rimedio estendendo i benefici della sospensione degli adempimenti tributari anche in favore dei comuni interessati dall’alluvione del 22 novembre».
Diversi sono i governi, c’è un comune denominatore. Messina e la sua classe politica. La cui capacità di farsi ascoltare nelle stanze che contano, evidentemente, non è all’altezza delle esigenze di un territorio al collasso.
Genova è DEGNAMENTE rappresentata in Parlamento.
Messina è INDEGNAMENTE rappresentata in Parlamento
Non c’era bisogno di questa ulteriore tragedia per definire incapace la classe politica messinese. La città è allo sbando, invivibile e spenta. Forse il signor sindaco (dalle tante poltrone) pensava di risollevare Messina ed i suoi abitanti con una fontana “avveniristica”. Non è così purtroppo. Tanta gente, senza stipendi, ha dovuto fare bene i conti per trascorrere un Ntale dignitoso.
Non centra il parlamento, semplicemente a parti invertite il popolo genovese sarebbe insorto mentre noi messinesi piagnucoliamo passivamente senza lottare, apaticamente.