Roccalumera. L'ultimo saluto alla 18enne, capitano della locale squadra di volley, che ha unito la Riviera jonica in una incredibile gara di solidarietà per salvarla da una malattia crudele
ROCCALUMERA – “Non ci sono parole per un dolore così grande”. Lo dice padre Alessandro De Gregorio, che ha presieduto il sacro rito. Lo ripetono la dirigente scolastica del liceo “Caminiti-Trimarchi” di S. Teresa, Maria Carmela Lipari e il sindaco di Roccalumera, Gaetano Argiroffi. Lo sussurrano le tantissime persone che si sono strette attorno alla bara bianca di Angelica. I compagni di scuola, i suoi concittadini, le compagne della locale squadra di pallavolo della quale Angelica era il capitano. Lo dicono quanti hanno vissuto con lei e la sua famiglia questo Calvario. L’apprensione, i viaggi della speranza (dapprima al Nord, poi in Germania), la grande solidarietà della riviera jonica, le preghiere. E, purtroppo, il drammatico epilogo. Morire a 18 anni per una incurabile malattia. “Mio Dio, Mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. E’ il punto focale dell’omelia di padre Alessando. “Non lo so nemmeno io perché è accaduto, qual è il progetto di Dio”, chiosa il sacerdote. “Ma so per certo – aggiunge – che dobbiamo far tesoro e prendere lezione dalla vita di Angelica. La vita è la cosa più bella. La sua è stata breve. Ma di una qualità immensa”. Al termine della funzione religiosa la dirigente Lipari ha ricordato le grandi doti di Angelica. “Mi dicevano gli insegnanti – esordisce – che eri una divoratrice di libri, di cultura. Una vita spezzata così presto ci colpisce nel profondo. Ricorderemo sempre il tuo sorriso, la tua bellezza, la tua genialità. Come dice padre Alessandro non ci sono parole di conforto dinanzi ad un dolore così grande. A noi non resta che il silenzio. E la preghiera”. “Non ci si può aspettare questo quando ci troviamo dinanzi ad una ragazza di 18 anni”, fa eco il sindaco, Gaetano Argiroffi. “Per anni – ha aggiunto – ho seguito la squadra di pallavolo di Roccalumera. Angelica era il capitano. E come tale la prendeva per mano e la guidava. Non avrei mai voluto fare questo saluto. Hai sopportato questo dolore – ha concluso il primo cittadino rivolgendosi ad Angelica – con grande dignità e responsabilità. Con infinito coraggio”. Padre Salvatore Orlando, insegnante dei fratelli della ragazza, ha letto un commovente messaggio della locale squadra di pallavolo, tel tecnico Pippo Giorgianni. Quando la bara esce dalla chiesa della Madonna della Catena volano in cielo tanti palloncini bianchi. E con loro, in quel cielo di nuvole grigie gonfie di pioggia, le preghiere di tutta la riviera jonica. Che ha fatto l’impossibile per strappare Angelica a questo crudele destino. Una incredibile gara di solidarietà, al fianco dei fratelli e di mamma Anna. Che alla sua “dolce” creatura ha dedicato parole che giungono dritte al cuore. (Carmelo Caspanello)
Le toccanti parole di mamma Anna alla sua “meravigliosa creatura”
“Germogli di fato e bellezza / ad ogni alba che colora il cielo / così come in prezioso dono t’ebbi in un mattino freddo di marzo. Tu, pennelli di gioia l’aria che intreccia i tuoi lunghi capelli. Miele l’anima tua come nemmeno tu sai d’essere. Di fragole le tue labbra vestite e di pesca l’incarnato tuo sul cuscino di lino. Dormi dolce creatura. Di te scriverò ancora. Come farfalla torna sul fiore più bello. Di primavera in primavera sarò il tuo sole e tu il mio. E d’inverno il tuo manto sicuro ove non temerai nulla perché tu, tu sei tutto figlia mia”.