Superata la fase della commozione per la morte del campione di Italia '90, la città dovrà dedicargli una struttura sportiva o qualcosa di significativo
di Marco Olivieri
MESSINA – “Messina è casa mia”. Era il 20 giugno 2024 e Totò Schillaci per l’ultima volta tornava nella “sua” Messina al giardino Corallo. Prima della partita dell’Italia agli europei, rispondeva alle domande di Simone Milioti per Tempostretto. E, oggi che è morto all’ospedale Civico di Palermo, all’età di 59 anni, per un tumore al colon, è importante ricordarne la grandezza sportiva ma anche il legame con Messina. Nei giorni delle “notti magiche”, tutta la città aveva sognato di vincere il mondiale grazie ai lampi improvvisi del “nuovo” Anastasi. Un altro attaccante che dalla Sicilia era arrivato a indossare la maglia azzurra.
Salvatore Schillaci, per tutti Totò, anche lo scorso giugno aveva ribadito il suo affetto per la città dello Stretto. Qui era diventato Totò gol. Spiccava per la velocità, la potenza, la fame di gol. Un centravanti completo. Dai colpi di testa, frutto di uno scatto repentino, lui “piccolo” ma agile, alle rovesciate e ai tiri da lontano imparabili. Così Schillaci ha fatto innamorare il pubblico del “Celeste”. Con Franco Scoglio allenatore, il palermitano cresciuto al Cep, e che ha saputo persino conquistare la parte snob di Messina, è diventato uomo e calciatore di valore.
Poi le 23 reti con Zeman e il passaggio dalla B alla Juventus. Le vittorie di Coppa Uefa e Coppa Italia. I 15 gol e la scelta di Vicini di portarlo in panchina nell’Italia del 1990 che sognava di vincere il mondiale in casa.
È il 75′ di Italia-Austria quando Schillaci subentra a Carnevale. L’Italia sta pareggiando. Sembra che si vada verso lo 0-0. La fine della partita s’avvicina. Donadoni passa la palla a Vialli che crossa al centro: Totò salta in mezzo a due altissimi difensori austriaci e segna. Nascono le “notti magiche” nel segno di Schillaci. Sei gol, Scarpa d’oro come capocannoniere, miglior giocatore del mondiale e poi secondo al Pallone d’oro.
Quel gol prodigioso contro l’Uruguay
Da rivedere la prodezza in Italia-Uruguay. Quel gol da lontano. Potenza e qualità di un attaccante che in Italia ’90 diede il meglio di sé. Alla squadra italiana mancò solo quel quid in più per arrivare in finale. In una sera stregata, si fermò ai rigori contro l’Argentina e arrivò terza.
Messina dovrà ricordare Schillaci
Dal 1990 a questo triste 2024. In questi anni, Messina avrebbe potuto ricordare di più quel campione sbocciato con la maglia giallorossa negli anni Ottanta. L’augurio è che lo faccia adesso, una volta superata la prima fase della commozione. Si troverà il modo di dedicargli qualcosa di significativo, una struttura sportiva ad esempio. Tocca alle istituzioni pensare a un momento simbolico, e a un luogo adatto, per alimentarne il ricordo.
Intanto, grazie a YouTube e agli archivi Rai – come è avvenuto per Maradona, Rossi, Scirea, Vialli e tanti altri indimenticabili giocatori – potremo continuare ad armmirarne le prodezze sportive. Totò avrà per sempre gli occhi “spiritati” e quella fame di gol, e di vita, che lo rendeva unico.