“La forma cercata è una forma breve”: il racconto di Tosi Siragusa del Festival di Cortometraggi tenutosi dal 22 al 24 gennaio al Castello Bauso di Villafranca Tirrena
La rassegna di corti cinematografici per filmaker italiani e stranieri e società che hanno prodotto cortometraggi, si è tenuta al Castello Bauso, dal 22 al 24 gennaio per la V Edizione, messa a punto dalla “Pro Loco” di Villafranca Tirrena – sotto la direzione artistica di Sebastiano Chillemi – e quest’anno è stata inserita nella programmazione di “Castello … in aria”, nell’ambito degli eventi gestiti dalla Ass. “Progetto Suono”.
Un Festival, dunque, del cortometraggio, per valorizzare soprattutto i giovani registi, ma più in generale per promuovere e divulgare il corto, come linguaggio espressivo e artistico a tutti gli effetti. Questa edizione ha avuto 156 istanti, fra i quali, 31 stranieri, e 28 sono stati i siciliani e sono state preventivamente selezionate 20 opere (anche di provenienza spagnola, portoghese e iraniana) proiettate nelle serate del 22 e 23 gennaio, sulle quali si è espressa la giuria popolare, ma non solo. I riconoscimenti sono stati assegnati anche da UNPLI, Pro Loco, Soprintendenza di Messina, Progetto Suono, Comune di Villafranca Tirrena, Messina Film Commissione e Fotogramma d’oro. La rassegna di che trattasi è, per chi scrive, occasione per soffermarsi sulla tematica “cortometraggio”. In premessa si vuol significare che trattasi di opera filmica a tutti gli effetti e non di frammento del lungometraggio o di palestra per giovani registi. Etimologicamente è vicino al lungometraggio, ma temporalmente è esagerato dire che non si può estendere oltre i 15 minuti. In realtà la durata è da intendere come dato convenzionale. Il corto è un genere diverso, in quanto di forma breve? Il cortometraggio può avere generi diversi, dal western, al noir, dalla commedia al musical, è un contenitore di generi e, anche per questo una creatura a se stante. La durata limitata non può essere considerata come denotante un genere, ma rappresenta una suddivisione in macrocategorie. Il corto non è “pars, pro toto”, sta al racconto, come il film al romanzo, è territorio di sperimentazione di nuovi stili, mezzo scelto e non ripiego, spazio all’autoproduzione e indipendenza, espressione della creatività e spesso legato al documentario. La narrazione è l’arte più vicina alle operazioni quotidiane del cervello umano e Carver diceva che il difficile non è scrivere, ma avere un punto di vista unico sul mondo. Il corto ha una limitazione temporanea, per mantenere intatta la ricercata semplicità. Esistono corti d’autore, per volontà professionale o per necessità economiche o organizzative. È un elogio della “brevitas”, che non è inversamente proporzionale all’intensità espressiva, ma i corti vanno studiati e confezionati ad hoc, cfr. Roland Barthes: “La forma cercata è una forma breve” e per Italo Calvino vi è “il segreto del ritmo”. Eco poi distingue il tempo come parte del contesto narrativo e il tempo impiegato a narrare il contenuto. La fruizione è il punto debole: i corti non sono previsti nella grande distribuzione e occupano una nicchia nei campi di festival e rassegne, mentre un sonetto in ambito letterario, pur avendo forma breve, ha valore pubblico uguale ad altre forme di maggiore durata. Per giungere ad un rapido excursus storico.
Nel 1895, con l’invenzione del cinema, si realizzarono 10 brevi film, costituiti da una sola inquadratura, di 1 minuto circa: l’interesse era per l’innovazione scientifica, non per i soggetti. Con il “ricciolo” dei fratelli Latham si arrivò ai 3 minuti e solo nel 1909 negli Stati Uniti si realizzarono film più lunghi di un rullo; intorno alla metà degli anni ’10 il lungo divenne misura standard e il termine cortometraggio nacque in contrapposizione al lungometraggio. Si svilupparono in contrapposizione al cinema istituzionale, dal ’30 in poi, il documentario, l’animazione, la fiction e il corto sperimentale, insieme alle informative pubblicitarie e commerciali. Dagli anni ’50, quando il cinema, con la consolidazione del sonoro, divenne la forma spettacolare più seguita, parte degli interessi istituzionali sono indirizzati al cinema breve e si ricerca un buono stile: è l’età dell’oro del corto, con Rossellini, Emmer, Antonioni, Visconti, Comencini, Risi, Pontecorvo, Lizzani, ifratelli Taviani, Pasolini, i Bertolucci, Bellocchio; anche i corti di fiction si affermano nei film a episodi, tipo RO.GO.PA, di Rossellini – Godard – Pasolini – Gregoretti. Nel cortometraggio francese, Resnais e la “Nouvelle Vague”, il gruppo “Cahiers du Cinema” nel documentario e nella fiction, con Chabrol, Godard, Rivette, Truffaut, sono degni di menzione. I corti, pur gradualmente estromessi dalla programmazione nelle sale, rientrano nei festival dedicati, come in Francia, Germania, Belgio, e nei cineclub e associazioni. Si hanno corti d’esordio negli States, di De Palma, Scorsese, Lucas, Carpenter, Cronenberg, Linch e poi quelli di Kieslowski, Greenaway, Spike Lee, Burton, Frears e Lars von Trier. Dagli anni ’80 fino alla fine dei ’90, le difficoltà dei corti sono visibili, ma negli ultimi anni del millennio vi è un boom, grazie ai festival, alla TV in canali specializzati e un’esplosione con il web, in veste digitale. Recentemente si annoverano i corti di Erri De Luca, del 2011, “Di là del vetro”, “Vai, Paparazzo”, di Wim Wenders, di 2 minuti, dedicato all’estetica di “La dolce vita”, che ricostruisce il clima di un set e “Un ritratto di Ettore Scola” di Barletti e Conti sul compianto regista.
E per tornare al Festival “PerCorti alternativi”, dal barbiere pazzo madrilèno al “meusaro” mutante di Palermo, dai volti noti di Alessandro Haber e Pietro De Silva alla figura di un avvocato che processa Gesù. Cinque i cortometraggi premiati nell’edizione 2016 di “PerCorti Alternativi”: si tratta di "Peluquero Futbolero" di Juan Manuel Aragon (Madrid) e “Storie di una notte” scritto e diretto da Francesco Giorgi, incoronati dalla giuria popolare, "Milzaman", del collettivo La Maladolescenza, premiato dalla Messina Film Commission, “Il Processo” di Andrea Lombardo e “Memorie di un viaggiatore”, corto di Antonio Romagnoli, eletti dagli organizzatori. Accanto ai cinque premi, sono stati assegnati anche riconoscimenti al fotoreporter Placido Sturiale per lo spot “Glass and Rape”, prodotto da “Il Carrettino delle Idee” nell’ambito di una campagna per il contrasto alle cosiddette “droghe dello stupro”, e al gruppo musicale "Malanova", che ha prodotto due videoclip sui brani "Katabba" e "Supramari" proseguendo nell'impegno di diffondere le tradizioni locali.
Tosi Siragusa