Conferenza stampa di presentazione al Salone degli Specchi per il film “Seconda primavera” alla presenza del regista Francesco Calogero e degli attori Claudio Botosso, Desireé Noferini, Angelo Campolo, Monia Alfieri e Livio Bisignano
Presentazione ufficiale al Salone degli Specchi della Provincia per il film “Seconda primavera” scritto e diretto dal messinese Francesco Calogero, lavoro già proiettato in anteprima al Multisala Iris il 29 gennaio; l’uscita ufficiale è prevista giorno 4 febbraio a Messina e in alcune città d’Italia.
Totalmente ambientato a Messina, girato in tre settimane nel settembre 2013, esattamente in 23 giorni, un tempo di lavoro per televisione, il film ha un risultato finale che premia la professionalità di tutto il set. Non è un film “messinese”: al di là della cornice, può coinvolgere gli spettatori di tutta Italia, e questo è uno degli elementi su cui si punta per la distribuzione su larga scala. La troupe ha avuto il privilegio di girare nella parte chiusa del Museo Regionale ed ha goduto del sostegno del Sicilia Film Commition attraverso l’Ufficio speciale del cinema dell’Assessorato per il Turismo, che ha co-finanziato il film. Franco Cicero, vice direttore della Gazzetta del Sud, tiene le redini della conferenza, svoltasi con grande informalità. A far parte del cast vi sono attori non messinesi, soprattutto i protagonisti Claudio Botosso e Desireé Noferini; il cast messinese comprende Angelo Campolo, Livio Bisignano, Monia Alfieri, tutti presenti al Salone degli Specchi, mentre erano invece assenti Anita Kravos, Gianluca Cesale, Antonio Alveario, Nino Frassica ed altri con parti meno visibili.
Ciò che subito ognuno dei presenti ha voluto sottolineare è quanto questo film sia stato importante a livello professionale, ma anche sul piano emotivo, specialmente per gli attori messinesi che appartengono al mondo teatrale. “Il film ha la lentezza giusta affinché emergano degli elementi molto sottili: è molto poetico, sul piano psicologico e sociale, e questo vela il sentimento politico del protagonista”, dice Monia Alfieri. E il protagonista stesso, visto dal punto di vista di Livio Bisignano, è “un personaggio idealista, di speranza per il futuro”. Claudio Botosso, che interpreta appunto il protagonista, Andrea, si è detto molto colpito: “Ha una invasività graduale nella mente dello spettatore, con un coinvolgimento inizialmente psicologico, poi emotivo. Io stesso mi sono emozionato, vedendomi sullo schermo: questo uomo, Andrea, porta dentro di sé un rimorso nei confronti della moglie scomparsa, ma forse non è veramente scomparsa. Questo dubbio apre ad una riflessione sul rapporto con le donne, sul piano anche e soprattutto personale. Gli uomini non ascoltano le donne, dando la loro presenza per scontata”.
Riprendendo il tema poetico e riflessivo, Angelo Campolo lo definisce “un film d’autore perché non punta ad effetti speciali, di sorpresa, ed è riflessivo anche perché non racconta direttamente il degrado in cui siamo coinvolti”. “E’ distaccato dalla realtà,” riprende Botosso, “una specie di sogno, e la Natura, con cui l’uomo si sente legato, fa parte di questo sogno; la Natura stessa aiuta a distaccarsi dalla realtà. È un sogno di un gruppo di persone alla ricerca della loro identità. Riccardo (Angelo Campolo), sposato con la Kravos, è il vero sognatore, cerca di essere uno scrittore”.
Tuttavia il regista non è pienamente d’accordo: per lui non è così generale, il film è profondamente legato alla denuncia del degrado messinese, del disastro idrogeologico, dell’abusivismo edilizio, con riferimento in secondo piano alla disputa sul Ponte, mentre apre a riflessioni anche sul rapporto con gli immigrati. Desireé Noferini, attrice fiorentina, spiega: “Hikma, il mio personaggio, è una immigrata magrebina che si sente italiana. Mi sono avvicinata a quel mondo per entrare meglio nel personaggio, ed ho sentito la necessità di ‘sporcare’ la mia dizione per un accento siciliano più realistico”. A questo proposito Calogero, quasi scherzando, spiega di aver voluto “confondere chi è siciliano e chi è magrebino, in una sovrapposizione delle etnie che sembra più naturale di quanto potrebbe sembrare”.
Sul piano tecnico il regista si è detto molto soddisfatto per aver voluto sfruttare soprattutto le riprese in piano-sequenza, che coinvolgono ulteriormente gli attori, mantenendo la concentrazione delle emozioni, rispetto ad un frequente cambio di inquadrature. Aspetteremo dunque a breve l’uscita nelle sale di “Seconda primavera”.
Lavinia Consolato
Il regista: “Il film è profondamente legato alla denuncia del degrado messinese, del disastro idrogeologico, dell’abusivismo edilizio, con riferimento in secondo piano alla disputa sul Ponte,..” Ogni intellettuale buddace non può fare a meno di mischiare capre e cavoli. “Dissesto idrogeologico”, “abusivismo edilizio”.. c’entrano semmai con “la disputa Ponte” perché SOLO costruendolo( il ponte di Daniel Libeskind) si potrebbero evitare “disastri ed abusivismi” di ogni tipo… materiali e sociali.
Il regista: “Il film è profondamente legato alla denuncia del degrado messinese, del disastro idrogeologico, dell’abusivismo edilizio, con riferimento in secondo piano alla disputa sul Ponte,..” Ogni intellettuale buddace non può fare a meno di mischiare capre e cavoli. “Dissesto idrogeologico”, “abusivismo edilizio”.. c’entrano semmai con “la disputa Ponte” perché SOLO costruendolo( il ponte di Daniel Libeskind) si potrebbero evitare “disastri ed abusivismi” di ogni tipo… materiali e sociali.
Il regista: “Il film è profondamente legato alla denuncia del degrado messinese, del disastro idrogeologico, dell’abusivismo edilizio, con riferimento in secondo piano alla disputa sul Ponte,..” Ogni intellettuale messinese sembra non poter fare a meno di mischiare capre e cavoli. Il”Dissesto idrogeologico”, “abusivismo edilizio” non ci “azzeccano”i con “la disputa Ponte”. Semmai ….SOLO costruendolo( il ponte di Daniel Libeskind) si potrebbero evitare “disastri ed abusivismi” di ogni tipo… materiali e sociali.
Il regista: “Il film è profondamente legato alla denuncia del degrado messinese, del disastro idrogeologico, dell’abusivismo edilizio, con riferimento in secondo piano alla disputa sul Ponte,..” Ogni intellettuale messinese sembra non poter fare a meno di mischiare capre e cavoli. Il”Dissesto idrogeologico”, “abusivismo edilizio” non ci “azzeccano”i con “la disputa Ponte”. Semmai ….SOLO costruendolo( il ponte di Daniel Libeskind) si potrebbero evitare “disastri ed abusivismi” di ogni tipo… materiali e sociali.