“Cinque donne e un arancino” di Catena Fiorello. Inno alla positività e alla forza delle fimmine siciliane

“Cinque donne e un arancino” di Catena Fiorello. Inno alla positività e alla forza delle fimmine siciliane

Emanuela Giorgianni

“Cinque donne e un arancino” di Catena Fiorello. Inno alla positività e alla forza delle fimmine siciliane

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giovedì 27 Agosto 2020 - 08:05

Catena Fiorello presenta il suo ultimo libro al Circolo della Vela e del Tennis, in dialogo con Daniela Bonanzinga.

“Ogni trasloco è una fine. O un inizio. Per Rosa era un intreccio di emozioni. Passato da guardare voltandosi piano, ormai messo al riparo da colpi accidentali, e un futuro da inventarsi chissà come”.

Così inizia il nuovo romanzo di Catena Fiorello Galeno. Nuovo romanzo accompagnato dal nuovo doppio cognome, omaggio alla mamma.

Cinque donne e un arancino” è il titolo, che l’autrice ha presentato al Circolo della Vela e del Tennis di Messina, in dialogo con Daniela Bonanzinga, nel primo evento pubblico post Covid della Libreria.

È una storia di coraggio, di sentimenti e, come dimostra già l’incipit con la sua metafora del trasloco, di cambiamento.

Il cambiamento è il cuore di tutta la narrazione, un cambiamento che fa sempre un po’ paura, ma che a volte aspettiamo, desideriamo, e di cui la vita ha inevitabilmente bisogno.

Cinque donne diverse…

Il titolo ci racconta, già, la sua storia. Cinque donne diverse con un passato doloroso o con un futuro ancora tutto da scoprire, la vedova Giuseppa, le gemelle Maria e Nunziatina, la bella Sarina e Rosa, collante fra tutte loro, pronta a travolgerle con la sua voglia di fare. Cuore e motore del raccontola forza di queste cinque fimmine siciliane.

Sono donne forti, che non si spaventano dinanzi le difficoltà della vita, che litigano, si scontrano ma non si fermano mai. Nella loro totale diversità sono unite da sogni, desideri, e tanta determinazione. Sono profondamente autentiche, nei loro sentimenti belli e brutti, si mostrano sempre indipendenti, moderne, emancipate e imperfette. Dove ci sono le imperfezioni i rapporti sono perfetti perché c’è dentro l’umanità intera. L’autrice lo mostrava in “Picciridda” e ora qui lo ripropone.

Catena Fiorello ci racconta che c’è un po’ di sè stessa in ciascuna di loro: “non credo agli scrittori che negano di mettere parte del proprio essere nei personaggi. Cadono sempre in loro le gocce della nostra fatica, la nostra visione del mondo, anche una sola frase. Emotivamente mi trovo più vicina a Rosa e a Giuseppa, se avete letto il libro sapete già perché, altrimenti lo scoprirete. Amo e mi sento sempre vicina a chi trattiene per pudore le proprie sofferenze, le custodisce nel silenzio del cuore”.

Intorno a queste cinque donne, poi, si articola un mondo, un universo anche di uomini, di relazioni sentimentali, di incontri, di colpi di scena mai e poi mai prevedibili. Rapporti reali, per nulla sdolcinati, ma veri. E Rosa ne è sempre il punto d’unione.

Tutto inizia da lei. Rosa ha vissuto quarant’anni a Milano per seguire il marito. Dopo la sua morte, essendo ormai adulti i figli, decide di tornare a casa, nel paesino Monte Pepe, dove vuole reinventarsi, costruirsi un nuovo futuro.

E lo fa insieme alle quattro nuove amiche.

… e un arancino

Aprono una rosticceria, “Il Regno dell’Arancino” ed ecco che qui compare l’altro protagonista della storia.

L’ispirazione nasce alla sua autrice una sera dell’anno scorso in cui si trovava a Mongiuffi Melia, un paesino sopra Letojanni, dove ha aperto una rosticceria che produce 50 arancini di gusto e tipo diverso. Qui parte questa meravigliosa storia, declinata interamente al femminile.

Questa pietanza unica, tutta siciliana, riveste un ruolo fondamentale, che supera la sua prelibatezza culinaria.

È un po’ una metafora dei siciliani; abbiamo la scorza fuori, ma se vai a vedere è morbida morbida, entri subito e trovi il cuore, che è nascosto ma quando si offre ti riempie come il ripieno fa con il palato” racconta Catena.

L’arancino rispecchia tanto quelle sue donne che lo cucinano, la loro storia e quella della loro terra, ma tra le pagine l’arancino diventa anche un simbolo di riscatto, di quanto si può costruire partendo da molto poco.

E, inoltre, sancisce un gigantesco punto a nostro favore, nella diatriba tra arancino e arancina, a discapito dei palermitani. Catena Fiorello racconta l’arancino, al maschile, e ovunque in Italia leggeranno di lui in questo modo! Sebbene ci spiega: “alla fine mi sono anche affezionata un po’ al termine arancina, dopo che in tutte le presentazioni palermitane mi hanno supplicato di nominarlo al femminile almeno da loro”.

Monte Pepe

Non è facile aver successo, però, in un paesino dell’entroterra siciliano, poco noto o visitato.

Monte Pepe è un paesino immaginario tra le montagne della Trinacria. Un luogo inventato che a Catena ricorda quelli visitati nelle sue presentazioni dei libri, meno conosciuti ma straordinari.

Catena mette in luce una Sicilia diversa, una Sicilia di montagna lontana da quella più amata fatta di mare, spiagge, coste e turisti, una Sicilia piena di tradizione storica e meraviglia, intrecciando insieme passato e presente.

E nonostante le difficoltà proprio lì tutto si stravolge.
Arriva una coppia di americani che vuole assaggiare gli arancini, ma il negozio è chiuso, allora Rosa li porta a casa.

La donna elegante e raffinata dal nome July è in realtà Ortensia, una famosa anchorwoman americana, che ha parlato nella sua trasmissione del “Regno degli arancini”, e vuole adesso portare le cinque siciliane da lei in tv a New York.

Questa donna, come un deus ex machina, è la soluzione ai loro problemi, capovolge l’andamento della vicenda, cambia davvero la vita alle protagoniste. Ma, in questo cammino tra Milano, Monte Pepe e New York, tutto deve ancora accadere.

Un inno alla positività

Il libro di Catena Fiorello Galeano, nella sua freschezza, è un racconto che mette il buon umore ma fornisce al tempo stesso tanti spunti di riflessione.

Un libro che insegna che puoi farcela qualsiasi sia il tuo sogno e qualsiasi siano le difficoltà della tua vita, e nonostante l’unica certezza sia sempre il socratico “so di non sapere”, ma dubbi e paure divengono trampolini di lancio del futuro.

Una bellissima valorizzazione del Made in Italy di cui abbiamo bisogno. E un grande elogio della positività, tanti temi diversi, tutti uniti da un’unica strada di positività, che non è superficialità o vendere sogni finti, ma una spinta a fare che si sposa perfettamente con la realtà.

L’autrice aveva in programma la pubblicazione di un altro romanzo, con una storia più dura, ma in seguito al lock down sceglie di dare priorità a questo per amore e rispetto del suo pubblico che, in un momento così difficile, ha bisogno di qualche pensiero sereno in più.

“Cinque donne e un arancino” regala momenti di speranza e di profondità, intriga e si legge tutto d’un fiato, come la penna di Catena Fiorello riesce sempre a fare. E per la prima volta con dialoghi in dialetto, perché, afferma la scrittrice, “l’animo del popolo si sente solo nella sua lingua, lì c’è la sua forza, in italiano i discorsi delle cinque donne avrebbero perso la loro intensità”.

Commuove, come nelle parole che Rosa dedica al papà; riempie anche di tante risate, come quando Rosa viene a sapere che per lanciare la rosticceria deve entrare nel mondo dei social e allora diventa una “taggatrice seriale”, pronta a disturbare qualsiasi nome famoso. È una storia per tutti, per gli uomini come per le donne, anche per chi non vive in Sicilia, non ha l’età delle protagoniste, o addirittura, inaccettabilmente, non mangia gli arancini, perché è una storia che parla di sogni, della voglia di farcela e di realizzarli, spinge ad afferrare la vita e farne un capolavoro.

E non finisce qui

Il romanzo è il primo di una serie di cinque, che avranno tutti un legame con un prodotto tipico della Sicilia e una delle altre quattro donne come protagonista.

Catena ne rivela le scelte: granita, caponata, nero di seppia e cannoli!

Un menù perfetto per portare ovunque il suo amore per la Sicilia e trasmetterlo, con l’acquolina in bocca, ai suoi lettori.

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Un commento

  1. Brava Catena, mi piace lo comprerò. Grazie.

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