Il consigliere della VI circoscrizione documenta con un video l’accesso al mare sbarrato, spesso anche da reti e cancelli a protezione del nulla
Da anni, ormai, assistiamo impotenti alla chiusura sistematica di tutti gli accessi al mare Tirreno, subito dopo Capo Peloro. Tanti cittadini hanno perso il diritto di usufruire dell’ultimo bene non tassato, il mare. Per errori del passato, i terreni sono di natura privata ma – ricorda il consigliere della VI circoscrizione, Giuseppe Sanò – la terza sezione penale della Cassazione il 16 febbraio 2001 ha sancito che “nessuna proprietà privata e per nessun motivo può impedire l’accesso al mare alla collettività se la proprietà stessa è l’unica via per raggiungere la spiaggia”.
“Soprassediamo su chi ha permesso che ricoveri barche venissero trasformati in vere e proprie abitazioni, oggi regolarmente catastate – scrive Sanò, che si rivolge all’assessore regionale Maurizio Croce -. Il governo di cui fa parte, in altre città siciliane, si è battuto per il ripristino della legalità imponendo persino demolizioni.
Non pretendo che si arrivi a tanto, anche se uno dei tratti di costa più belli del messinese grida vendetta e lo esigerebbe, ma almeno che si realizzino dei varchi per raggiungere la spiaggia e il mare. Attualmente, è impossibile anche poter prestare soccorso in caso di necessità. Pertanto, assessore, chiedo con forza che venga restituita ai cittadini la possibilità di accedere al mare creando opportuni varchi, come previsto dal Pudm (Piano Utilizzo Demanio Marittimo) in attesa di approvazione”.