Il Cirs istituisce il tavolo di lavoro, intitolato ad Antonella Cocchiara, per lavorare sulle proposte di modifica alle quote rosa, diritti delle donne ed educazione alla differenza di genere. Il manifesto sottoscritto da operatrici, giornaliste e professioniste.
Un tavolo di lavoro permanente non istituzionale intitolato alla scomparsa professoressa Antonella Cocchiara, per tree aree di intervento. A cominciare dalla sanità, guardando in particolare al mondo dei consultori familiari, primo sportello di aiuto a chi è in difficoltà, oggi sempre più depotenziato: in tutta la provincia ne sono rimasti due, a Messina città neppure uno. Poi l'educazione alla parità di genere che deve cominciare dalle scuole. Ma soprattutto il lavoro partendo un manifesto condiviso che diventi guida per una reale e qualificata rappresentanza delle donne nella politica, nelle istituzioni e nei partiti.
E' questo, in sintesi, lo sviluppo della Conferenza “Donne in rete” voluta dal CirsOnlus di Messina sul tema “Emancipazione rinnegata, femminismo, femminilità e valorizzazione delle differenze” che ha visto nella Sala Ovale del Comune di Messina una serie di testimonianze forti e trasversali sul ruolo e l’impegno delle donne nei vari settori.
E’ toccato a Maria Celeste Celi, presidente del Cirs, associazione che sta portando avanti in questi giorni una campagna di sensibilizzazione finalizzata all’acquisto della casa famiglia “La Glicine” che gestisce ormai da trent’anni, spiegare la necessità di lavorare in rete ma anche di non essere lascate sole dalle istituzioni nella quotidiana battaglia a sostegno di donne ancora oggi emarginate, vittime di violenze e discriminazioni.
“Dal 2015, inoltre – spiega la presidente del Cirs – abbiamo ravvisato l’esigenza di attirare l’attenzione su un fenomeno emergente, relativo al fenomeno dell’emancipazione rinnegata, in quanto i modelli di riferimento per le ragazze diventavano donne non professionalmente realizzate, ma donne dalle ‘carriere facili. In più– osserva – il modello femminista del ’68 ha iniziato ad avere delle contraddizioni, in quanto le donne hanno assunto il ‘’peggio’ degli uomini e hanno perso il meglio del valore della loro femminilità. Da qui l’esigenza di riattualizzare la discussione sui temi dell’emancipazione”.
Tanti gli interventi che hanno messo in evidenza proprio questa incapacità di uscire fuori dagli stereotipi alla base di un meccanismo che continua a imprigionarele donne e paradossalmente anche gli uomini. Nemmeno loro, infatti, hanno la parità di genere. In particolare non hanno un dono: quello di farsi da parte. Nelle storie d’amore, così come sul lavoro e infine nella politica dove – e lo dimostrano le ultimi competizioni elettorali – si violano costantemente gli spazi delle donne.
Di seguito il manifesto, redatto da Lucia Tarro Celi e sottoscritto da tutte le partecipanti. Al tavolo di lavoro hanno preso parte anche il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Messina, Vincenzo Ciraolo, e il vice sindaco Gaetano Cacciola.
I mutamenti geo-politici che i recenti risultati elettorali hanno posto in campo, insieme alla crisi economica e alle nuove forme di violenza sulle donne e di regressione culturale che investono i rapporti umani e l’intera società , chiedono a questo 8 Marzo di uscire fuori dalle ritualità e di investire più direttamente sulla specificità di questo presente che vede,oggi, le forze sindacali scendere in campo a difesa del lavoro delle donne.
L ‘opportunità di esperienze trasversali che il CIRS ci ha offerto ci obbliga a concepire questo breve incontro come un momento di un percorsonon ideologico ma concreto ed esplorativo in grado di rivisitare l’intero scenario del femminile, sapendo che siamo di fronte ad una vera frattura antropologica con le nuove generazioni .
La specificità che si intende affrontare in questo documento riguarda il problema dei diritti e, in particolare, il problema della presenza delle donne nelle Istituzioni e i meccanismi strumentali che ne impediscono l’accesso a favore della presenza maschile, così come è avvenuto nelle recenti elezioni regionali e nazionali, pur di fronte all’istituto delle quote rosa e dell’alternanza di genere.Non si tratta di una rivendicazione formale, ma di una possibilità effettiva che la differenza di genere segni di sé le stesse forme della politica e di quei meccanismi di potere prevalentemente maschili che hanno portato alla caduta verticale delcredibilità delle Istituzioni politiche e del loro rapporto con la società civile.
In questa prospettiva e di fronte alle incertezze delloscenario politico attuale, è necessario fare un appello al nuovo governo, di qualsiasi composizione esso sia, affinchè preveda un Ministero delle Pari Opportunità con particolare riferimento ai rapporti con il Mezzogiorno, dove la disoccupazione femminile e ai suoi minimi storici e dove la crisi del Welfare incide profondamente sulla carenza dei servizi e sulla condizione di vita delle fasce più deboli.
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