Primarie popolari, impazza il dibattito sui Movimenti

Primarie popolari, impazza il dibattito sui Movimenti

Rosaria Brancato

Primarie popolari, impazza il dibattito sui Movimenti

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giovedì 29 Novembre 2012 - 15:16

Si accende il dibattito sulle primarie d'iniziativa popolare e sul ruolo dei Movimenti civici. Sull'argomento intervie con alcune riflessioni Andrea Bellantone. Anche Franco Tiano di AmiAmo Messina aggiunge le sue considerazioni.

La proposta delle primarie popolari, lanciata da Art.1 Autonomia e libertà, ha suscitato una serie di reazioni, positive e negative, che hanno però acceso un interessante dibattito tra i Movimenti civici, Reset in testa, in vista delle prossime tornate elettorali. La raffica di comunicati che si susseguono da alcuni giorni rappresenta la lieta notizia di una città che si sta risvegliando per partecipare, se è il caso anche sbagliando, ma in prima persona, senza più delegare né condonare. Tra i favorevoli e i contrari all’Unione dei Movimenti civici c’è comunque lo stesso seme di una Messina nuova, che vuole crescere con energie nuove. E’ con questo spirito che pubblichiamo la riflessione che Andrea Bellantone ha voluto inviarci:

Tempostretto segue – e con molta simpatia – i movimenti civici di Messina. Mi pare che faccia bene, visto che si tratta dell'unico fermento sociale e ideale che la nostra città abbia prodotto in questi anni (accanto, credo, alla mobilitazione contro il Ponte sullo Stretto). Al netto del giudizio sostanzialmente positivo sui movimenti civici, ci sono delle criticità nel modo in cui la loro esperienza si sta sviluppando.

La prima criticità riguarda il leaderismo. Il rischio infatti è che ogni movimento riproduca in sé quelle dinamiche di aggregazione intorno a una persona (e alle sue ambizioni più o meno legittime) che abbiamo già visto all'opera nella politica locale (e nazionale) degli ultimi decenni. Passare da una classe politica autoreferenziale a un'altra non sarà un buon progresso per la città, ma solo il perpetrarsi di uno stile malato con un maquillage rinnovato.

La seconda concerne il settarismo. Le associazioni civiche rischiano infatti di costruirsi solo intorno ad amicizie, rapporti di lavoro, affinità di ogni altro genere (anche di storia politica o d'interesse personale), senza essere capaci di dialogare tra di loro. Il rischio è che si creino molte isole separate, il cui dialogo – come vediamo in questi giorni – si fondi solo sulla polemica.

La terza si potrebbe riassumere in questo modo: il mito della superiorità morale. Mi riferisco all'idea per cui ogni associazione avrebbe la chiave di soluzione di tutti i problemi, il giusto metodo, il giusto percorso, ivi compresa una sorta di investitura morale superiore alle altre. Questo errore spacca la città in due, secondo una logica conflittuale di cui in questo momento non sentiamo il bisogno: da un lato i puri, dall'altro gli impuri.

Infine, il quarto errore capitale è quello di credere che con la fantasia al potere si risolvano i problemi. Si potrebbe parlare di dilettantismo, spontaneismo, improvvisazione. Spesso sotto gli slogan interessanti dei movimenti civici – anche quelli che hanno come leader stimati professionisti – si osserva una tragica mancanza di conoscenza dei dettagli, delle pratiche concrete dell'amministrazione, dei suoi molti ostacoli e trabocchetti.

Non sarebbe inopportuno riflettere su questi quattro errori. Non per dichiarare fallita un'esperienza ancora nascente, ma solo per migliorare lo stile e il modo del dibattito. Il rischio, diversamente, sarà quello che di scadere dall'entusiasmo civile all'interesse personale e di gruppo. Come dire: dai movimenti civici ai (soliti) movimenti cinici.

Andrea Bellantone

Sull’argomento interviene anche Franco Tiano di AmiAmo Messina. Mi spiace ammetterlo, Reset ha commesso diversi errori che hanno posto in cattiva luce il movimento. Non mi meraviglia che i rappresentanti dei vari movimenti abbiano militato, appoggiato o condiviso scelte politiche diverse, sarebbe stato improduttivo non avere partecipato alla vita politica e sociale, sia attivamente che inattivamente, rendendosi conto delle numerose inadempienze che si sono susseguite nel tempo.

Nel dibattito acceso tra i gruppi si evidenzia, inoltre, una sana voglia di cambiamento da parte della società civile che induce a pensare ad una seria e speriamo incisiva voglia di ribaltare il vecchio sistema attraverso la volontà comune alla partecipazione attiva sulle scelte ed i metodi d’attuare.Ciò comporta, innanzi tutto, comprendere che il bene comune non è un privilegio di pochi intimi ma un interesse collettivo e come tale deve essere tutelato a prescindere da chi viene eletto o concorre per la sua gestione e tutela. E’ doveroso, pertanto, evitare di dividersi nel tentativo di favorire la propria cordata o la propria bandiera a discapito degli interessi comuni ed è necessario fare quadrato e contribuire nel duro ma possibile sforzo di risollevare le sorti della città e con essa quelle dei nostri figli.

Sono convinto, pertanto, che alle prossime amministrative sia necessario farsi rappresentare da una vera e non di parte, cordata politica, che rappresenti la migliore ed onesta realtà intellettuale e sociale, dispensando qualsiasi arrivista e finto innovatore. I partiti, infine, facciano la propria parte, dandosi nuove regole e costruendo una nuova, giovane ed onesta classe dirigente.

Franco Tiano

3 commenti

  1. credo che Bellantone abbia colta appieno il senso di tutto quello che in citta’ lo si vuole far passare come “risveglio”.
    non puo’ esserci nessun risveglio se non c’e’ stato il sonno.
    e doveva essere sonno profondo se non ci si e’ accorti per decenni di cio’ che avveniva alla luce del sole.
    oggi i “movimenti civici” si vogliono presentare come il vero nuovo e come la panacea di tutto.
    MA PUO’ ESSERCI IL NUOVO DOVE E’ LATENTE IL VECCHIO?
    PUO’ ESSERCI VOLONTA’ DI LEGALITA’ IN CHI PER ANNI HA CHIUSO GLI OCCHI DAVANTI ALL’INVEROSIMILE?
    ANCHE I DISCORSI DI QUESTI GIORNI, TUTTI INCENTRATI SUL PAVONEGGIARSI , NON PARLANO DI RESPONSABILITA’, E NON NE VOGLIONO CERCARE.
    QUASI CHE SIA UN TABU’ CHE TALE DEVE RIMANERE.

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  2. …a questo punto, visto il moltiplicarsi degli interventi su questo “pregnante” dibattito sarebbe utile nonchè necessario che detti interventi fossero preceduti da una SNELLA SCHEDA che racconti la storia politica e culturale dei soggetti coinvolti nel dibattito, almeno per capire chi sono e da quali aree politiche e sociali provengono. Tutto a scanso di fraintendimenti sui nuovi posizionamenti.
    Signora Brancato spetta a lei erudirci!!!

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  3. FACCIAMO SINDACO ANDREA BELLANTONE CHE CI SALVERÀ DAI GUAI E DAL FALLIMENTO. Se poi crede che “l’unico fermento sociale e ideale che ha prodotto questa città e’ la mobilitazione contro il ponte sullo stretto” siamo a posto . I nostri figli avranno un futuro roseo .Blocchiamo l’emigraziome anzi rimpatriamo quelli che sono andati via.

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