Restituiti altri beni confiscarti all'armatore Matacena e la moglie Chiara Rizzo, dopo il sequestro del 2017
Dopo il dissequestro del marzo 2020, tolti i sigilli anche al resto del patrimonio di Amedeo Matacena jr, l’armatore ed ex deputato di FI indagato per mafia, e la moglie di origini messinesi Chiara Rizzo. La Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria ha revocato il sequestro preventivo e la confisca di tutti i beni messi sotto chiave nel 2017 in due tranche
I giudici di secondo grado, dopo oltre 4 anni dai sigilli, non ha accolto la tesi della Guardia di Finanza secondo la quale l’ingente patrimonio della famiglia Matacena (di cui Chiara Rizzo era ed è beneficiaria economica) era sproporzionato rispetto alle entrate ed ai redditi familiari, tutti lecitamente conseguiti.
Durante l’istruttoria la Corte di Assise aveva già restituito a Chiara Rizzo il consistente saldo attivo di un conto corrente alla Seychelles ed ora la Corte, accogliendo integralmente le tesi e le richieste difensive, ha disposto l’immediata restituzione di tutto quanto a suo tempo messo sottochiave, ovvero immobili, società, navi, conti correnti, una lussuosa villa a Miami e tutto il resto. Anche la Procura Generale, rappresentata dal P.G. dottor Galletta, aveva appoggiato le tesi difensive.
Si apre ora un nuovo capitolo. Chiara Rizzo ha già dato incarico ai propri legali di attendere alle formalità di restituzione e di relazionarla – per ogni successiva valutazione – sulla consistenza di quanto ancora disponibile e sulla gestione operata in questi anni.
“ Manifestiamo piena soddisfazione per un provvedimento che restituisce dignità (prima ancora che patrimonio) a Chiara Rizzo. Abbiamo sempre creduto – nonostante le difficoltà – di poter conseguire questo risultato e ci rammarichiamo solo della circostanza che quanto rilevato dalle difese – e confermato dai periti nominati dalla Corte – era agevolmente desumibile dalla documentazione sequestrata. Oggi è stata scritta una pagina di vera Giustizia di cui andiamo fieri”, commentano gli avvocati Bonaventura Candido e Corrado Politi, difensori di Chiara Rizzo.