Classifica Censis 2021/2022. L’Università di Messina all’ultimo posto tra i grandi atenei italiani

Classifica Censis 2021/2022. L’Università di Messina all’ultimo posto tra i grandi atenei italiani

Redazione

Classifica Censis 2021/2022. L’Università di Messina all’ultimo posto tra i grandi atenei italiani

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martedì 20 Luglio 2021 - 09:05

Sonora bocciatura del Censis al lavoro del Rettore Cuzzocrea. L'Università di Messina giudicata carente soprattutto nei servizi

Verdetto amaro per l’Università di Messina. Nella classifica Censis delle grandi università statali italiane, edizione 2021/2022, il nostro Ateneo occupa, infatti, l’ultimo posto. Questo speciale censimento, giunto alla sua ventunesima edizione, è uno strumento creato per fornire orientamenti alle scelte degli studenti che intendono intraprendere gli studi accademici.

Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità.

Servizi poco soddisfacenti, meglio la digitalizzazione

L’Università di Messina nella classifica del Censis ottiene il punteggio di 76,5, quale esito complessivo dei risultati raggiunti nei vari settori sottoposti ad analisi. Il dato meno soddisfacente per l’ateneo peloritano riguarda i servizi che ottengono un punteggio di 69. Tuttavia, neanche l’occupabilità (74 punti) e l’internazionalizzazione (72 punti) si può dire che brillino. Va meglio per le borse di studio (78 punti) e per le strutture (79 punti). Su quest’ultimo fronte, se i lavori di ristrutturazione della Casa dello Studente di via Cesare Battisti, fermi al palo da diverso tempo, fossero stati completati, il punteggio avrebbe potuto essere migliore. L’unico campo che si può considerare abbastanza soddisfacente è quello della Comunicazione e dei servizi digitali (87 punti) .

Positivo risultato dell’Università di Palermo

Insomma è un vero e propio schiaffo quello che giunge dal Censis al lavoro del Rettore Salvatore Cuzzocrea. Anche perchè, se è vero che neppure l’Università di Catania può dirsi soddisfatta, piazzandosi nella classifica dei grandi atenei statali italiani poco sopra quella di Messina, l’Università di Palermo, passata dai grandi ai mega atenei statali, raggiunge un brillante settimo posto. L’ateneo palermitano con 82,7 di punteggio totale si posiziona addirittura prima della Statale di Milano (81,8).

Ottimo anche il risultato ottenuto dalla cosentina Università della Calabria, che sempre tra i grandi atenei statali si colloca al quarto posto con un punteggio complessivo di 90,2.

La dirimpettaia Università Mediterranea di Reggio Calabria, nella classifica riservata ai piccoli atenei statali si piazza al sesto posto con un punteggio generale di 83,7.

L’Università di Perugia mantiene la posizione di vertice della classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenendo un punteggio complessivo di 93,3. Sale di sei posizioni l’Università di Salerno, che passa dall’ottavo al secondo posto (91,8), incrementando di 17 punti l’indicatore relativo alle borse e altri servizi in favore degli studenti, di 5 quello dell’occupabilità, di 4 quello della comunicazione e dei servizi digitali e di 2 quello dell’internazionalizzazione

8 commenti

  1. francesco crupi 20 Luglio 2021 09:52

    ….un altro grande risultato per la nostra Città e i suoi brillanti amministratori. E non si dica che non ci sono risorse e denari….con tutti i versamenti che fanno gli studenti e tutti i contributi che lo Stato ogni anno destina per l’istruzione. Complimenti Rettore!!!

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  2. Siamo ultimi in tutto! L’Università di Messina un tempo vanto della città oggi ha toccato il fondo! L’Ateneo messinese che vantava tra i suoi docenti personaggi come il grande poeta Giovanni Pascoli e il padre costituente Piero Calamandrei oggi è caduta in disgrazia come del resto tutta la città. Siamo la cenerentola d’Italia nei servizi, nelle infrastrutture e nella cultura! Il livello culturale della città è talmente basso che ormai da tempo anche le scuole hanno toccato l’indice più basso di frequenza dell’intera Italia! Questo è il frutto di una classe politica miserabile che ha pensato esclusivamente ai propri interessi di bottega facendo ricadere sull’intera collettività il peso di un degrado inarrestabile.

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  3. IL RAGIONAMENTO è semplice : investire nell’Università significa investire nel futuro , significa distoglere soldi dal presente e i politici se ne fregano del futuro .Il loro futuro somo le prossime elezioni , non vanno più in là, non conviene .I soldi li utilizzano per avere risultati immediati , e per avere un ritorno immediato elargiscono reddito di cittadinanza e benefici simili . Il futuro lo promettono ,lo indorano con belle parole , faremo , ci impegniamo ,lotteremo non ci saranno più povertà e bla nla bla.
    E allora ,perchè spendere soldi per Università, Ospedali ,Impianti di riciclaggio etc? Non conviene ,tanto il popolo s’accontenta della pagnotta imbottita di promesse

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  4. Condivido totalmente l’analisi di Emanuele. Il decadimento è complessivo. Inarrestabile. In tutti i campi, purtroppo! Se si vuole ancora sperare che questa città possa avere un futuro , occorre che gli eventi migliori, ancora rimasti, prendano in mano il Governo del territorio. Non ci sono alternative. Per quanto riguarda la valutazione del CENSIS, mi permetto di dire che se fossi al posto del Rettore …….comincerei a dare l’ esempio!

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  5. l’università va chiusa, è messina ne riceverà un enorme beneficio

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  6. Questo è il risultato della mancanza di meritocrazia in tutti i settori della società messinese ove l’università rappresenta la massima espressione a dispetto del passato, Se i rettori vengono nominati per continuità dinastica figuriamoci tutte le risorse umane dell’ateneo. È risaputo che da noi nessuno entra all’università senza raccomandazioni e poi ci meravigliamo di questa classifica. Abbiamo rovinato tutto e continuiamo a rovinare quello che i nostri predecessori hanno costruito per noi. Messina non avrà una possibilità fino a quando diamo l’arbitrio a 4 famiglie di poter decidere sulle nostre vite…..

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  7. Per curiosità: a quanto ammonta lo stipendio mensile del rettore di un grande ateneo? E poi: immagino che un rettore, a Messina (ultima in classifica con punteggio di 76,5) come a Bologna (prima in classifica, punteggio 91,8) tanto per dire, percepiscono lo stesso stipendio. È così?

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  8. Si raccoglie ciò che viene seminato: favoritismi, baronaggio, relazioni clientelari, idiocrazia finalmente svelano i loro frutti.. EVVIVA finalmente tutto viene a galla!!!!

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