"Il Censis non considera i dati sull'offerta formativa, la ricerca, gli investimenti", spiega il rettore a proposito della classifica
Non a caso il Rettore Cuzzocrea ha scelto la location dell’ex Banca d’Italia, destinata a diventare Polo museale e centro di ricerca per spiegare perché l’Università di Messina sia finita ultima nella classifica Censis. Non si sottrae alla risposta, ma si sofferma sugli indicatori scelti dal Censis per la classifica (posti letto e borse di studio e non ricerca o didattica) e lo fa nel luogo simbolo di una politica d’investimenti strutturali avviata dalla primavera del 2018, quando si è insediato. L’iter per l’acquisto dello storico palazzo è stato uno dei primi obiettivi e solo il covid ne ha rallentato i tempi di alcuni mesi, che si cercherà di recuperare adesso.
Gli indicatori del Censis
“Il rapporto Censis prende in esame l’anno accademico 2018-2019 ed io ricordo che mi sono insediato in primavera. Ma dai dati forniti risulta che l’Università di Messina ha avuto un calo in relazione agli indicatori di strutture e borse. Riguardo alle strutture, mi preme sottolineare però che, nel rispetto degli impegni presi con il corpo elettorale e le famiglie dei nostri studenti, abbiamo scelto di rendere noti solo i posti e gli immobili effettivamente disponibili per l’utilizzo, escludendo quelli attualmente in ristrutturazione”.
L’Ersu gestisce alloggi e borse
Cuzzocrea è entrato quindi nel dettaglio evidenziando come sia l’Ersu, che è ente regionale e sulla politica gestionale del quale l’Ateneo non può entrare, che gestisce l’aspetto degli alloggi e delle borse di studio. Gli Ersu sono stati a lungo commissariati in Sicilia e per quel che riguarda Messina la Casa dello studente è chiusa da oltre 10 anni. Per di più proprio l’Ersu ha ridotto l’importo complessivo destinato alle borse di studio.
Le soluzioni dell’Ateneo
“Nonostante ciò l’Università ha deciso d’intervenire sul fronte strutturale in modo autonomo- spiega Cuzzocrea- Abbiamo avviato l’iter per le residenze al Policlinico, i bandi Casa Unime nonché le ristrutturazioni. Il dato Censis è basso per quel che riguarda le borse di studio che sono state ridotte, ripeto dall’Ersu. Ma, e non è elemento secondario, abbiamo alzato la no tax area fino alla soglia dei 23 mila euro annui. In questo modo siamo andati incontro alle famiglie che non beneficiano di borse di studio e vengono così esonerati dalle tasse. Aggiungo che solo abbiamo istituito 200 posti per giovani ricercatori.
10 nuovi corsi, investimenti
“Questi sono dati che il Censis non contempla- continua il Rettore- così come gli investimenti strutturali ed i 10 nuovi corsi di laurea. Sin dal nostro insediamento abbiamo posto l’accento sulla necessità di ammodernare alcune aule, laboratori e plessi nei vari Poli. Ringrazio il Censis perché è sempre uno strumento utile ma sottolineo che non è una classifica che riguarda l’offerta formativa o la ricerca degli atenei. Quanto a noi giudicateci sui fatti. Abbiamo puntato sull’Università e non sulla figura del Rettore. E agli studenti chiedo pazienza perché in questo momento l’Università è un cantiere aperto, stiamo lavorando ovunque per migliorare le strutture, i laboratori, le residenze. Stiamo lavorando per loro”