Torna, per il terzo anno consecutivo Promontorio Nord, la rassegna teatrale che si svolge nella Tenuta Rasocolmo con la direzione artistica di Roberto Zorn Bonaventura.
La caratteristica della rassegna è quella di proporre agli spettatori delle performace che si svolgono nell’atmosfera magica del tramonto di Capo Rasocolmo. La cornice è quella di un magnifico boschetto a picco sul mare, senza l’ausilio di mezzi tecnici. Quando il sole sarà tramontato e lo spettacolo sarà finito, insieme agli artisti ci si potrà intrattenere con la cena-degustazione e con i vini della tenuta.
Cleopatra
La rassegna si aprirà con lo spettacolo Cleopatra di Gianni Guardigli, autorerappresentato anche in Germania, Francia, Svizzera, Svezia, Polonia, Scozia. Guardigli ha adattato per il teatro romanzi di Thomas Bernhard, Antonio Tabucchi, Abraham B. Yehoshua, Maksim Gorkij.
In scena Carmen Panarello
Lo spettacolo si avvale della preziosa collaborazione di Giampiero Cicciò e vede in scena Carmen Panarello. L’attrice messinese, dopo i primi studi con Donato Castellaneta e Maurizio Marchetti, ha conseguito il diploma di attrice presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Giorgio Strehler. Da qui ha preso il via una luminosa carriera che vede la Panarello ricoprire i ruoli di attrice, padagoga ed anche poetessa.
Tra attese e partenze
La Cleopatra che andrà in scena è la storia di una donna di Rimini, proprietaria dell’Hotel del Lido che ha ereditato dal padre Tolomeo quando era ancora “un baretto”, rendendolo “grande e conosciuto”. Ai tavolini del caffè aveva già incontrato Munir, siriano e con lui intrecciato un legame d’amore. Munir, profondamente legato alla sua patria, non riuscirà purtroppo a non ritornarvi, sognandone un riscatto democratico.
Ne segue una storia tormentata di attese e ripartite, tra “malelingue e risolini”, le amiche di sempre, ricordi e sogni, che è appunto il racconto del monologo, in cui “ la Cleo” si e ci interroga in un’ originale metrica condita di suoni romagnoli, appoggiandosi ai pochi elementi simbolici della scena che ritrova o forse porta con sé, sospesi nel tempo. Nel testo, in cui sono presenti alcuni echi dell’ “Antonio e Cleopatra” di William Shakespeare, la regina romagnola seguirà, anche se quasi velatamente, la fine tragica dell’imperatrice: ma qui lo spazio viene lasciato ad un paesaggio vincente che, circonda l’azione del monologo e, in parte, ci unisce tutti: il mare.