Il presidente dell'Atm vuole chiarire cosa è accaduto con gli stipendi dei lavoratori Atm, per la prima volta senza soldi dopo anni di pagamenti regolari e puntuali. Insieme al diretto De Almagro, Foti parla del rischio di tornare a sprechi e clientele.
«Sono stati pagati in settimana gli stipendi in ATM ma la falsa informazione da campagna elettorale non si ferma, alimentata dalla cattiva politica che vorrebbe riportare indietro l’azienda di 5 anni per riprendere sperperi e clientele con i soldi pubblici. Basta fare un giro in Azienda e chiedere ai lavoratori che oggi hanno ritrovato l’orgoglio di appartenenza, se il “dramma” è oggi o allora, cioè prima del 2013, quando anche per 6 mesi non ricevevano un quattrino e qualcuno elargiva “acconti” secondo personali criteri». A scendere in campo per dire chiaramente cosa è accaduto nei giorni scorsi con il ritardo sul pagamento degli stipendi ai lavoratori dell’Atm, sono il presidente dell’azienda, Giovanni Foti, e il direttore generale, Daniele De Almagro.
«Per la prima volta da anni c’è un ritardo nei pagamenti. È dovuto principalmente a motivi tecnici e in secondo luogo alla Regione Sicilia: sono cambiate le procedure informatiche relative ai pagamenti nel Comune di Messina, non c’entra quindi l’Amministrazione Accorinti, ma piuttosto quella regionale che non avendo ancora pagato i contributi del 2017, ha fatto emergere il problema che diversamente non si sarebbe presentato.
Quanto al ritardo nel versamento delle trattenute operate in busta paga ai lavoratori per cessioni del V dello stipendio (deleghe, ecc.) tranquillizziamo tutti: non c'è alcuna appropriazione indebita. Due mensilità sono state già versate e la completa regolarizzazione avverrà a brevissimo, in considerazione che la Regione Sicilia ha già emesso il decreto di liquidazione delle somme e dunque si attendono soltanto i tempi tecnici per l'effettivo incasso di ATM.
In ogni caso non vi è alcun danno economico sui dipendenti perché è noto alle società finanziarie e cessionarie del quinto che il debitore è ATM. In conclusione: “Tanto rumore per nulla!”