La Fp Cgil respinge le accuse al mittente e ripercorre tutte le tappe di una vertenza di fuoco

La Fp Cgil respinge le accuse al mittente e ripercorre tutte le tappe di una vertenza di fuoco

La Fp Cgil respinge le accuse al mittente e ripercorre tutte le tappe di una vertenza di fuoco

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mercoledì 25 Febbraio 2015 - 11:04

La Funzione pubblica della Cgil ricostruisce le tappe della vertenza, sollecita nuovamente l’assessorato ad avviare un provvedimento di revoca della revoca dell’accreditamento e risponde alla Cot: “L’unica intimidazione che registriamo è quella perpetrata ai nostri danni dalla struttura privata”.

Botta e risposta senza esclusione di colpi. Sull’intricata vertenza della clinica Santa Rita è ormai una guerra a suon di comunicati stampa, repliche e smentite. Ieri la Cot aveva duramene contestato la presa di posizione della Fp Cgil (vedi articolo correlato), oggi la segretaria generale Clara Crocé rispedisce tutte le accuse di intimidazione al mittente. “In tutta questa vicenda – afferma la Crocè – l’unica intimidazione che registriamo è quella più volte rivolta dalla Cot nei nostri confronti. La dirigenza della struttura sanitaria privata vuole forse limitare la democratica attività sindacale? Chiedere un’audizione in VI Commissione all’Ars è da considerare una minaccia? Nessuna organizzazione sindacale ha condiviso la nuova rete ospedaliera, ma secondo la clinica, inspiegabilmente, dovremmo rassegnarci alla cancellazione di 40 posti letto e mostrare plauso per i nove posti letto promessi? A nostro avviso no, salvo che quei posti non vengano considerati solo in accezione economica da parte di coloro che andrebbero ad acquisirli”.

Ad essere tirata in ballo dall’organizzazione sindacale non è solo la questione assistenziale, ma anche l’aspetto occupazionale, sanitario, di mobilità attiva e dell'indotto. Per chiarire bene i contorni della vicenda, la Fp Cgil ricostruisce i principali passaggi della vicenda.

Questo l’excursus della vertenza Santa Rita:

“La Santa Rita srl ha concesso in affitto all’Ati Hospital la clinica Santa Rita. L’Ati è stata poi però successivamente dichiarata fallita dal Tribunale civile di Messina, sezione fallimentare, Giudice delegato Antonino Orifici, Curatore l’avvocato Carmelo Pirrotta, con sentenza n. 25/2012 del 31ottobre 2012. In conseguenza di ciò il 5 aprile 2014 è stato predisposto dal curatore il programma di liquidazione. La Fp Cgil ha quindi chiesto ed ottenuto dall’Assessore Lucia Borsellino di congelare il budget in attesa di un acquirente della clinica. La vertenza è stata seguita dalla Funzione pubblica tramite la Prefettura, i proprietari della Clinica sono stati rintracciati dall’ente prefettizio e convocati insieme al curatore fallimentare. Duranti i vari incontri è stato appreso che la clinica Carmona era interessata alla riapertura della struttura. In occasione del confronto avutosi in assessorato regionale con gli stessi acquirenti, sono state anche discusse le modalità di trasferimento dell’accreditamento. In quella sede, la Fp Cgil e i lavoratori hanno conosciuto i proprietari della Carmona, l’Assessorato esortò le parti a raggiungere un accordo. Su richiesta della Fp Cgil,i l Giudice Delegato ed il Curatore hanno tutelato i dipendenti mantenendoli in forza ad Ati Hospital srl e non provvedendo a licenziarli al fine di attuare la tutela sostanziale di conservazione del posto di lavoro degli stessi. Ad oggi, quindi, tutti i lavoratori sono insinuati al passivo ed agli stessi spettano le retribuzioni in arretrato per cui sono stati ammessi. Dati fondamentali per comprendere la complessa vicenda giudiziaria, sono il contratto d’affitto d’azienda tra S. Rita ed Ati Hospital e l’accreditamento dei 40 posti letto facenti capo a S Rita srl. Diverse sono state le proposte transattive effettuate da S. Rita SRL, ma quella che interessa è quella avente valore giuridico effettivo ed esecutivo in quanto approvata dal Comitato dei Creditori con verbale del 27 gennaio 2015. Verbale quest’ultimo immediatamente trasmesso a Palermo da Giudice e curatore fallimentare, che hanno peraltro chiesto un nuovo incontro in assessorato, mai ottenuto. Fino alla decisione che ha gettato nel caos i lavoratori: alla luce della proposta della Carmona, il Dirigente Tozzo, anziché concedere una sospensione dei termini come aveva fatto in passato ovvero a settembre 2014, anche su richiesta di terzi estranei alla procedura (COT SPA), il 10 febbraio ha incredibilmente revocato il decreto e, per l’effetto, l’accreditamento. Ciò significa che i dipendenti non avranno più alcuna possibilità che S.Rita srl venga riaperta. E’ bene precisare che nella procedura fallimentare ha effettuato manifestazione d’interesse anche la COT SpA, ma il Giudice Delegato ha rigettato, in quanto la stessa COT è stata considerata terza rispetto alla procedura”.

“Ricostruita l’intera vicenda – evidenzia la segretaria Crocé – logica vorrebbe che in presenza di tutti i presupposti giuridici fondanti, Dirigente e Assessore rivedessero attentamente la documentazione provvedendo o alla sospensione o alla revoca in autotutela del decreto adottato lo scorso 10 febbraio, permettendo il perfezionarsi dell’iter procedurale con la curatela. Ciò permetterebbe ai lavoratori di avere un posto di lavoro ed alla città di Messina di non perdere 40 posti letto”.

Il sindacato stigmatizza anche l’atteggiamento assunto dall'Assessorato alla salute, che nonostante le reiterate richieste di incontro avanzate dalla Fp Cgil, dal curatore e dagli avvocati Di Maio e Calderonio non ha a tutt'oggi provveduto ad una convocazione. “Ci piacerebbe conoscere se chi ha attestato joint Commission sia mai stata alla Clinica Cot. In quanto l'unico infermiere presente nei turni, deve assistere 24pazienti e lasciare il carrello della terapia per andare a spegnere i campanelli mancando così alle raccomandazioni del Ministero della salute, il quale esorta a non interrompere il momento della terapia a tutela della sicurezza dei pazienti”.

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