In occasione del primo anno di operatività del ‘Codice Rosa’, l’Azienda Ospedaliera Papardo ha realizzato l’evento “Codice Rosa 2.0”, per fare il punto sullo stato del Percorso dedicato alle vittime di violenza.
L’incontro, si è tenuto nella giornata di ieri, presso i locali dell’Auditorium dell’Azienda Ospedaliera Papardo, alla presenza del Direttore Generale Michele Vullo, del Direttore Amministrativo Domenico Moncada, del Direttore Sanitario Paolina Reitano, del Responsabile del Governo Clinico, Giacomo Nicocia e delle responsabili e coordinatrici per il “Codice Rosa” a livello nazionale e regionale, rispettivamente dott.ssa Francesca Paratore e dott.ssa Maria Pia Randazzo. L’evento ha visto la presenza del primo cittadino Renato Accorinti, del personale aziendale ospedaliero, di esponenti delle Forze dell’Ordine, delle Autorità giudiziarie, delle Associazioni di Volontariato e dei Centri anti violenza. La manifestazione, articolata in tre sessioni, è stata moderata dal docente ordinario Giusy Furnari; ad aprire i lavori, i saluti del Procuratore Generale di Messina, Giovanni D’Angelo. Tra i relatori che si sono susseguiti: la dott.ssa Rosalba Ristagno in rappresentanza del presidente OMCeO e FIMMG Messina, Giacomo Caudo, il presidente SIMG, Santi Inferrera, il responsabile Codice Rosa Toscana, Vittoria Doretti, il dirigente Ministero Salute, Serena Battilomo, il deputato, Giuseppe Berretta, il deputato, Fabrizia Giuliani. Dalla prima sessione è emerso il difficile e complesso cammino di cambiamento culturale intrapreso sia per arrivare all’atto di denuncia, che all’ammissione della violenza subita. In vista delle modifiche legislative in atto è stata affrontata un’analisi del contesto normativo attuale e futuro. L’istituzione del Codice Rosa si colloca come percorso facilitatore all’emersione del fenomeno della violenza di genere. È stato inoltre messo in risalto il ruolo del MMG , quale sentinella sul territorio in grado di intercettare le situazioni a rischio. Nella seconda sessione si è analizzato lo stato dell'attuazione del Codice Rosa in Sicilia. Moderata da Serena Repici, referente comunicazione del progetto “Codice Rosa” A. O. Papardo, sono seguite le relazioni de: il Direttore Sanitario A. O. Papardo, Paolina Reitano, responsabile “Codice Rosa” A. O. Papardo, Francesca Paratore, Coordinatrice “Codice Rosa” Sicilia, Maria Pia Randazzo, e dell’assistente sociale Codice Rosa A.O. Papardo, Franca Arena. Da questa sessione è emersa la necessità di creare una rete sempre più capillare multi professionale e multi istituzionale per la presa in carico globale delle vittime perché possano essere effettuati interventi efficaci, volti a restituire dignità alle vittime di violenza. Non di minor considerazione l’importanza del formare gli operatori nell’assistenza alle vittime e dell’informare i cittadini dell’esistenza di un codice in Pronto Soccorso dedicato alle vittime di violenza di genere. Infine è stato dettagliatamente esposto il percorso creato per curare, tutelare e aiutare le vittime di violenza che chiedono supporto al personale ospedaliero. La sessione pomeridiana, moderata da Maria Pia Randazzo, è stata dedicata ad un vis à vis tra tutti i referenti delle aziende presenti: Biagio Aprile per il Codice Rosa ASP Ragusa, Assunta De Luca A. O. Sant’Andrea Roma, Claudio Pagliara per il Codice Rosa USL Grosseto, Fabio Parducci per il Codice Rosa PS Papardo Messina, e Fina Cappellino per il Codice Rosa Arnas Civico Palermo, che si sono confrontati sulle procedure e sull'attuazione del Codice Rosa in Pronto Soccorso. Dai dati estrapolati, si denota un crescente numero di donne che a seguito di abusi e maltrattamenti subiti si rivolgono al Pronto Soccorso in quanto vittime di violenza, che nel 95% dei casi, risulta essere subita in ambito familiare. Tale fenomeno appare correlato agli interventi di sviluppo della normativa e delle attività di comunicazione e informazione, le quali hanno portato le donne ad una maggiore consapevolezza nel considerare la violenza subita un reato, che va denunciato alle forze dell’ordine. Il Pronto Soccorso diviene dunque il punto nodale nel quale la violenza può essere riconosciuta, presa in carico e accompagnata verso la rete territoriale competente.