Ieri all'Ars una lunghissima seduta dedicata all'emergenza rifiuti siciliana ha tenuto deputati e presidente sugli scranni fino a tarda sera. Mentre ancora si attende il nuovo assessore, i problemi da risolvere sono tanti. Si parla ancora di poteri speciali
Entro febbraio un piano stralcio per la realizzazione di dieci piattaforme per la raccolta differenziata, il compostaggio e il conferimento post trattamento per gestire la fase di transizione e arrivare in un anno almeno al 50% di raccolta differenziata. E sempre entro febbraio un piano di gestione regionale dei rifiuti. Nei mesi successivi, ma non oltre maggio, si prevede anche un intervento legislativo su Ato e Srr per abbassare nuovamente il numero di queste società di regolamentazione dei rifiuti per lasciarne 9 che corrispondono alle 9 province siciliane. Sono questi gli obiettivi del presidente della Regione Nello Musumeci. E’ questo il cronoprogramma per fronteggiare a breve e medio termine l’emergenza rifiuti siciliana. Appena poche settimane fa il presidente Musumeci aveva detto a chiare lettere in conferenza stampa che la Sicilia è ad un passo dalla totale emergenza rifiuti. E anche ieri pomeriggio durante la lunghissima seduta che l’Ars ha dedicato alla “munnizza” siciliana i toni sono stati crudi e amari, le polemiche dagli scranni sono state tante, ma il quadro di partenza era chiaro a tutti fin dal principio. Perché solo un marziano che mette piede in Sicilia oggi per la prima volta si potrebbe stupire di una situazione legata alla gestione che è in crisi e che rischia di implodere.
"Sento il peso di una responsabilità amministrativa e politica che non è mia per una situazione che ho trovato” ha detto Musumeci che ha ereditato un’eredità difficilissima sul fronte rifiuti. Dopo aver ascoltato per diverse ore i deputati di tutti gli schieramenti, il presidente ha parlato all’aula per mezz’ora, ha detto di non voler cercare oggi i responsabili politici di questo sfascio, ma è pronto “a far saltare qualche testa” a livello dirigenziale se si renderà conto che ci sono delle precise responsabilità che in questi anni hanno impedito che decollasse la differenziata, soprattutto considerato che ad oggi su 18 impianti di compostaggio ne funzionano meno di 10 in tutta l’isola.
Il nodo caldissimo restano le discariche al collasso, è stato ribadito che in questo momento la situazione più critica è a Palermo, ma tra qualche mese l’emergenza esploderà anche nella Sicilia orientale. Per questo Musumeci continua a parlare della necessità di poteri straordinari per fronteggiare questa crisi.
Sembra invece naufragata per il momento l’ipotesi di portare la spazzatura siciliana all’estero perché non è ancora stata trovata una ditta che possa offrire questo servizio. Musumeci ha parlato del sistema “malato” delle discariche, chiede il tempo per di dotare la Sicilia degli impianti che servono per gestire i rifiuti senza rincorrere l’emergenza continua, non parla di nuove discariche ma di nuovi sistemi di gestione che ovviamente devono guardare all’incremento della differenziata. E sui termovalorizzatori non si è dichiarato totalmente contrario, se dovessero essere utilizzati per piccole quantità di rifiuti.
"E' bene che il Presidente Musumeci chiarisca quali poteri ha chiesto al Governo nazionale, a quali norme vuole derogare e soprattutto per fare cosa. Abbiamo il dovere di chiudere una fase storica vergognosa, nella quale l’assenza della politica ha generato disservizi, sprechi e a volte anche malaffare”. Lo ha detto oggi pomeriggio all'Assemblea Regionale Siciliana il deputato di Sicilia Vera Cateno De Luca, intervenendo al dibattito sulle mozioni presentate da diversi gruppi politici sui rifiuti.
Da De Luca sono arrivate delle richieste precise al Governatore Musumeci: "Al Governo chiediamo di chiarire come vuole modificare la normativa, come e se vuole prendere atto del fallimento delle SSR e come vuole suddividere le competenze
fra i comuni e le strutture di area vasta che saranno riattivate nel territorio.
Credo che sia necessario fare chiarezza rispetto alle responsabilità, riorganizzando le competenze, ma nel farlo è necessario tenere conto sia delle tante esperienze positive realizzate da alcuni comuni ed ambiti, ma anche dei livelli occupazionali del settore”.
Tutti gli schieramenti d’aula hanno presentato mozioni per dettare la linea del governo regionale, alla fine l’asse di centrodestra ha mostrato compattezza riuscendo ad approvare la mozione di Forza Italia che appoggia la linea della richiesta dei poteri speciali.
Musumeci dunque ha in mano l’emergenza rifiuti. Perché intanto non è ancora stato nominato il nuovo assessore nel ramo più difficile e delicato. Dopo le dimissioni di Figuccia la poltrona è ancora vuota, il veneto Alberto Pierobon chiamato in Sicilia da Musumeci ha chiesto due settimane di tempo per decidere. E così emergenza e politica viaggiano su fusi orari diversi.
Francesca Stornante