I ladri hanno lasciato tracce ora all'esame della Scientifica. La Mobile vaglia le immagini della videosorveglianza.
Non una vera e propria bomba carta, ma un congegno rudimentale che però avrebbe potuto provocare serie conseguenze. E’ all’analisi della Polizia Scientifica l’ordigno che ha provocato l’esplosione allo sportello di via Roma dell’ufficio postale posto all’incrocio con via La Farina, ieri sera.
Ad esplodere è stato una sorta di scatolone pieno di stracci, una piccola parte meccanica e materiale infiammabile. Non è bastato a permettere ai ladri di far saltare la cassa continua, ma ha mandato in frantumi parte del vetro blindato, ha danneggiato le parti in metallo in alto, ha provocato un boato sentito a diversi chilometri di distanza. Forse una “prova generale”, pensano gli investigatori, che ora danno la caccia ai ladri.
Al lavoro ci sono il capo della Squadra Mobile Francesco Oliveri, il dirigente Rosaria Di Blasi e i loro uomini, coordinati dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e dal collega Fabrizio Monaco.
Gli investigatori hanno già alcuni elementi essenziali e sperano di poter individuare gli autori in poco tempo. A quanto pare, infatti, qualcuno ha visto fuggire gli attentatori, almeno due. Ma soprattutto i ladri hanno lasciato parecchie tracce del loro passaggio. L’ordigno, infatti, non è esploso del tutto e sulle parti recuperate la Scientifica sta cercando le impronte.
Al vaglio degli uomini della Mobile, poi, ci sono le tante telecamere della zona, che avrebbero ripreso i ladri in azione. Acquisiti i filmanti degli impianti di sorveglianza della stessa posta presa di miro, ma anche dell’Asp, che ha i locali ai piani superiori, e dei vicini locali commerciali, sia su via La Farina che nei vicoli attigui e paralleli.