L'inchiesta sulle combine sospette è stata battezzata "Re Artù". Tra i nomi, giocatori ancora attivi, scommettitori e mediatori.
Sono 30 gli indagati rimasti impigliati negli accertamenti della Guardia di Finanza su un giro di scommesse sospette ruotanti intorno alcune partite dell'Acr Messina, disputate nel 2016. Partite che già allora avevano acceso i riflettori della Procura Federale, su segnalazione dei vertici della Lega Pro. Agli atti dell'inchiesta penale, invece, soprattutto le dichiarazioni dell'ex presidente dell'Acr, Natale Stracuzzi, insieme al suo legale Giovanni Villari, presentate nel marzo 2016.
Oggi il sostituto procuratore Francesco Massara, titolare del caso, ha tirato le fila dei primi accertamenti e ha formalizzato l'iscrizione nel registro degli indagati per trenta persone.
Le ipotesi di reato contestate sono associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, truffa e alterazione della normativa sul gioco calcio.
Tra i nomi già trapelati, di quelli indagati, spicca il nome di Arturo Di Napoli, tanto che l'indagine è stata battezzata "Re Artù". Ci sarebbe proprio lui al centro degli accertamenti giudiziari, che si muovono parallelamente in altre città, per altre partite di Lega Pro segnalate. Indagai anche l'e vice presidente dell'Acr Pietro Gugliotta e l'ex calciatore Raffaele Di Napoli.
Ma tra i 30 nomi ci sono anche altri giocatori ancora attivi, scommettitori cittadini, mediatori.
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