Al Teatro dei 3 Mestieri burattini, cabaret, risate e non poche sorprese
“Il ventriloquo peggiore del mondo”. “Non un artista coerente, anzi neanche un artista”. Non sembrano le premesse migliori quelle con cui Marco Ceccotti decide di presentarsi al pubblico del Teatro dei 3 Mestieri. Eppure, daranno vita ad uno spettacolo coinvolgente, fatto di pupazzi, monologhi e sketch, capace di passare dalla comicità impegnata a quella totalmente nonsense, tra stand-up comedy, cabaret, musica e poesia. Si tratta di “Come essere tristi e vivere felici“.
Polimorfismo, contraddizioni e ossimori fanno da filo conduttore in un viaggio tra le risate, dove una soap opera di burattini, dal titolo Luisa uno sguardo oltralpe, può incontrare un’ode ai puffi ed un panegirico sulla loro puffosità. Il tutto intervallato da pubblicità per nulla occulte, canzoni rivisitate, richiami a Pasolini, Ungaretti, Tenco, Battiato, al nostro tempo, a ogni tempo, perfino al tempo che passa.
Ceccotti, infatti, non ha paura di far ridere ma neanche di far pensare. Ha il coraggio di affrontare con ironia anche quello che è, probabilmente, il vero tabù della nostra società: la morte. Racconta fobie con leggerezza, fallimenti con trionfo, ipocrisie con franchezza.
E sebbene lui stesso si dichiari il peggiore ventriloquo, perché muove la bocca contemporaneamente alle sue marionette, è forse ancora più bravo. Riusciamo ugualmente a dimenticare che sia lui ad animare i personaggi, lasciandoci guidare dalla loro narrazione tra questi “fatti veri accaduti a persone inventate o viceversa”.

Autore per il teatro, la radio (su Radio2, per esempio, 610, con Lillo e Greg), i podcast (“I Misteri” e “Cattivoni” della Treccani); burattinaio del San Carlino esibitosi ovunque nel mondo; Ceccotti sarà anche tra i concorrenti di LOL Talent Show, dal 27 febbraio su Prime Video. Nonostante tanto lavoro, ogni suo testo mantiene unicità e freschezza. A Messina, le sue battute si arricchiscono dei riferimenti alla nostra attualità: aliscafi, Caronte, casello di Villafranca e ponte sullo Stretto.
E non mancano alcune sorprese.
Sebbene, infatti, Ceccotti definisca il suo uno spettacolo senza alcuna interazione con il pubblico, è proprio il pubblico del Teatro dei 3 Mestieri a voler interagire con lui. Ne nascono sketch inaspettati, talmente geniali da non sembrare neanche improvvisati, capaci di regalare ancora più risate di quelle previste.
Si crea una magia speciale, come tra vecchi amici che iniziano a prendersi in giro e raccontarsi.
Brillante e intelligente ironia, per un comico che, magari, non sarà un’artista coerente, ma senza dubbio è un grande artista. Uno spettacolo in cui è perfino possibile sentire — rubando le stesse parole di Ceccotti — “l’influenza di Alda Merini, gli echi di Bukowski”. Da non perdere.
