Parla l'ex sindaco, al suo primo comizio dopo la sconfitta al ballottaggio. Al centro delle polemiche sono ovviamente le conseguenze delle tensioni interne alla coalizione di maggioranza. Ma c'è spazio anche per la questione rifiuti
“Non mi rassegno ad accettare ciò che dicono. Non è vero che è tornata la vera politica. È tornata la vecchia politica”. Maria Teresa Collica parla da piazza Alfano, col tipico tono appassionato che ha reso famosi i suoi comizi. Sembra aver smaltito i postumi della sconfitta. E, ovviamente, attacca i suoi avversari.
“Non c’era alcun motivo che giustificasse un rimpasto” – spiega il sindaco sfiduciato, – “nessun apparentamento, nessun cambiamento nelle coalizioni, niente di niente. Ma bisognava dare risposte alle tante, troppe promesse fatte in campagna elettorale. Ed ecco che si torna al passato, alla solita, vecchia politica. Non volevo criticare sin da subito, come la precedente opposizione ha fatto con la mia amministrazione; ma questa prima vergogna non può passare inosservata. Un pessimo inizio che va denunciato”. Secondo l’ex sindaco “sono stati traditi gli elettori. Lo spirito della legge è quello di consentire al cittadino di formare il proprio voto anche sulle designazioni, che sono indicative dell’amministrazione che si sta eleggendo alla guida di una città. Adesso si capisce anche il perché del mancato confronto: ci volevano gli esperti per sostituire gli assessori-fantoccio”.
Si preannunciano mesi di opposizione dura, vista la distanza ideologica tra i due schieramenti. “A dispetto delle illusioni della campagna elettorale” – spiega ancora Collica – “siamo tornati alla politica maschilista, arrogante e torbida tipica di questi personaggi. Sono state proprio queste logiche distorte a portarmi all’opposizione; ma possiamo guardare in faccia i nostri avversari, a testa alta e schiena dritta. Oggi Barcellona ha una vera opposizione, fatta di numeri e qualità, costruttiva ma intransigente”.
C’è stato spazio anche per la questione TARI, affrontata dal consigliere di minoranza Giuseppe Saija: “Che le bollette siano aumentate è una bugia, così come il fatto che le avremmo volutamente tenute in comune durante la campagna elettorale. Noi abbiamo semplicemente richiesto la dilazione in più rate della tassa; mentre gli uffici provvedevano, è arrivata la sfiducia. Da lì non siamo stati più noi a gestire le bollette. La somma, poi, è uguale a quella degli anni passati; a influire sui rincari è soprattutto la necessità di conferire i rifiuti a Catania, vista la chiusura della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea. Certe accuse, da chi ha lasciato debiti che ancora stiamo pagando, non sono accettabili”.
Giovanni Passalacqua