Sono tante le reazioni alla notizia del rinvio a giudizio degli ultimi tre direttori della RAM per le emessioni dall'impianto di Milazzo, dal 2006 ad oggi – LEGGI QUI.
In particolare dalle tante sigle di cittadini e ambientaliste, che in questi anni hanno animato la battaglia per ridurre i fattori di inquinamento nella Valle del Mela. Quasi tutte le associazioni si sono costituite parte civile all'udienza preliminare conclusasi ieri.
Soddisfatto dell'esito dell'udienza anche il Comitato No Inceneritore, che commenta: "Dopo la bocciatura della Valutazione di Impatto Ambientale dell'inceneritore di A2A, ieri la Valle del Mela ha segnato un altro importante punto nella lotta contro i soprusi delle industrie inquinanti. Nell'udienza preliminare al Tribunale di Barcellona, il giudice ha deciso che la Raffineria di Milazzo verrà processata per disastro colposo, accogliendo circa 200 costituzioni di parte civile.
La notizia è giunta subito dopo quella relativa al sequestro di 3 serbatoi della Raffineria, indagata anche per lo sversamento di idrocarburi del marzo 2018. In merito a quello sversamento Ispra ha già accertato alcune gravi violazioni, tanto che la RAM pochi mesi fa ha ricevuto una diffida dal Ministero dell’Ambiente.
Come se non bastasse, è stato chiesto il rinvio a giudizio della RAM (con imputazioni ben più gravi) per l’incendio del 27 settembre 2014: in questo caso l’udienza preliminare avrà luogo l’1 febbraio.
La Raffineria sta quindi facendo una vera e propria collezione di procedimenti penali, a cui si aggiunge il ricorso sull'Autorizzazione Integrata Ambientale, la cui udienza finale è fissata al TAR Catania per il 28 febbraio. Se il ricorso uscirà vittorioso, la RAM sarà finalmente costretta a ridurre seriamente l'inquinamento, attraverso l'attivazione delle famose “prescrizioni sanitarie” illegittimamente accantonate in occasione del rinnovo dell’autorizzazione nel 2018."
Tra le parti civili ammesse c'è anche il Codacons , rappresentato dal Segretario Nazionale Francesco Tanasi e assistito dall'avvocato Carmelo Sardella, dirigente dell’ufficio legale siciliano dell’sssociazione a tutela di consumatori ed ambiente.
"Accogliamo con soddisfazione la decisione del Gup presso il Tribunale di Barcellona – commenta l'avvocato Sardella – ma registriamo con sorpresa l’assenza, tra le centinaia di costituzioni di parte civile, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero della Salute e della Regione Siciliana.
Infatti viene contestato ai dirigenti Marco Saetti, Gaetano De Santis e Piero Maugeri di “non avere adottato, agendo nella veste su indicata, la migliore tecnologia disponibile e le più evolute modalità di esercizio dell’attività produttiva della Raffineria di Milazzo Spa atte a garantire la tutela della salubrità dell’ambiente e della salute ed incolumità della popolazione residente nelle zone limitrofe allo stabilimento medesimo”.
In passato, il Codacons, spiega il prof. Tanasi, , aveva presentato un esposto alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto a seguito dell’incidente avvenuto nel settembre 2014 nella Raffineria mediterranea di Milazzo, per le “gravi inadempienze e conseguenti responsabilità nella violazione della normativa vigente in tema di attività di prevenzione”.