Dagli affitti alle materie prime il quadro è da anni allarmante. A parlare è il gestore del ritrovo "Casaramona". E Lino Santoro lancia un appello
MESSINA – Dopo il conflitto russo-ucraino i prezzi dell’energia sono arrivati alle stelle a causa dell’aumento delle materie prime e del trasporto dell’energia stessa. Questo è un problema nazionale ovviamente, non riguarda solo Messina. Ma non solo. Anche i prezzi degli affitti, soprattutto in centro, hanno subito un rincaro spropositato. Chi ne paga le conseguenze sono soprattutto le attività commerciali. Sono tante, infatti, le attività che, per svariati motivi, hanno chiuso le proprie saracinesche. E molte altre, invece, faticano, nonostante l’attività vada a gonfie vele. Ed è il caso dello storico ritrovo del centro città Casaramona.
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In questo periodo hanno chiuso anche il celebre “Bamby” e altri negozi di giocattoli, in dfficoltà spesso anche per la concorrenza dell’online.
“Sono aumentate tutte le spese”
Emilio Andaloro, amministratore della società Orange srls e gestore dello storico bar, racconta le difficoltà crescenti nel portare avanti Casaramona nel cuore pulsante della città: “Gli affitti sono cari, magari giustificati dalla centralità delle botteghe e dalle loro ampiezze. Poi bisogna aggiungere l’occupazione del suolo e l’energia elettrica, che ormai è diventata insostenibile. Utilizziamo moltissima energia elettrica: vetrine gelato, macchine di produzione, frigoriferi di conservazione. Ma sono aumentate tutte le spese, i prezzi sono alle stelle; dai caffè al cacao e così via. E aggiungendo tutto il resto dei costi, tra cui anche i contributi e stipendi del personale, diventa difficile andare avanti”.
“Valutiamo seriamente di cambiare città”
Prosegue il gestore di Casaramona: “Vediamo una città con pochissimo turismo, se non per le navi che attraccano. Grazie a quelle navi, almeno, c’è un po’ di movimento. Però la realtà è che Messina non attrae turismo. Inoltre questa isola pedonale che per carità è bella e civile ma, nella realtà ha solo peggiorato la situazione. Quando l’hanno istituita noi abbiamo avuto grossissime difficoltà. E attenzione, noi non siamo contro l’isola pedonale, ma contro l’isola pedonale fatta in questo modo. Noi chiediamo solo che l’amministrazione stia più attenta e ascolti le esigenze di chi lavora, dei commercianti. E non è una critica, ma ci sentiamo abbandonati. Però, valutiamo seriamente di cambiare città”.
“La pista ciclabile ha solo creato disagio”
Tra le critiche spicca anche quella alla pista ciclabile. Conclude Andaloro: “Impossibile da usare, è pericolosissima. E i cordoli hanno ridotto il passaggio veicolare più del 50%. Tra l’altro è anche pericolosa. Un giorno ho visto una signora cadere. L’auto si è fermata per farla scendere e, quando ha aperto lo sportello, non ha visto il cordolo. Per fortuna non si è fatta nulla. Inoltre, non passano mai biciclette, a stento monopattini. Bisognerebbe valutare se vale davvero la pena di tenerla. Per noi ha solo creato disagio, soprattutto alla nostra attività”.
“Bisogna istituire un tavolo tecnico”
A denunciare le problematiche è anche l’imprenditore Lino Santoro, che quest’anno ha chiuso lo storico bar Santoro: “A Messina, nel giro di un anno, hanno chiuso tantissime attività. Il problema principale? Il caro affitti, il caro energia e il rincaro delle materie prime. Anni fa era tutto diverso. Un altro problema è l’isola pedonale. Ma, se il viale San Martino venisse tappezzato di bar e ristoranti con dehors lungo tutto il tratto, cambierebbe tutto. Se nelle isole pedonali non apre il food, che è fondamentale per creare movimento, automaticamente non si genera congregazione. E tutto diventa ancora più difficile”.
L’imprenditore chiede che venga risollevata la zona e lancia un appello all’amministrazione: “Istituite un tavolo tecnico con le relative associazioni per un nuovo regolamento commerciale”.
Il nemico dei messinesi non è l’isola pedonale o la pista ciclabile ma la crisi economica
Il quadro è allarmante ma si tratta di problemi antichi, strutturali in un’economia in crisi da molti anni. Il nemico dei messinesi non è l’isola pedonale, che in altre realtà rappresenta un motore propulsivo per le attività e pure qui ha potenzialità notevoli in prospettiva, ma l’annosa crisi economica. Né il colpevole è la pista ciclabile, che andrebbe pure considerata in chiave di futuro, nell’ambito di una viabilità che deve cambiare. E non si tratta di un problema dell’ultimo anno.
La crisi è antica a Messina e la vera sfida è creare lavoro e innovare la proposta commerciale e imprenditoriale
Come si è più volte sottolineato, nel 2023, 3.512 imprese hanno chiuso nella provincia messinese. A Messina 1.252. Nel 2012, si erano cancellate rispettivamente 1.996 e 640. E, in un quadro nazionale, nel dicembre 2023 si rilevava che negli ultimi cinque anni il numero di esercizi commerciali è sceso di oltre 9mila unità, attestandosi, al 30 settembre 2023, poco al di sopra dei 78.000.
La sfida dell’innovazione
Affitti alle stelle in centro, energia impazzita, scarso rinnovamento rispetto alla concorrenza dell’online, crisi ecomica e sociale profondissime: sono tanti i temi su cui Comune, associazioni di categoria e Università possono e devono confrontarsi. Non è un caso che si guardi all’innovazione tecnologica, come l’I-hub, come una possibilità per il futuro di Messina, assieme alle Zes, Zone economiche speciali, ora unica per il sud.
Lo si è evidenziato più volte: tutti gli sforzi, a ogni livello – istituzionale, imprenditoriale e sindacale – devono essere concentrati sulla necessità di creare lavoro e innovare la proposta commerciale e imprenditoriale.
Con un comune che si concentra impegna a realizzare solo parcheggi poi inutilizzati per la maggiore, rimane poco da fare.
A Messina un tavolo tecnico non è realizzabile perché di fatto in questo ambito tutto è stato deciso dal vice sindaco con il primo cittadino appiattito sulle sue posizioni. La viabilità è stata disegnata sulla base del dogma che “se funziona così altrove allora deve funzionare anche a Messina” Guai a dire che non si vede nessuna bici sulla Tommaso Cannizzaro, si verrebbe tacciati di inciviltà ed atteggiamento retrogrado. Alla faccia del dibattito e della pluralità di opinioni. Quanto alle associazioni di categoria commerciali ho la sensazione che siano concentrate solo sull’organizzazione del remunerativo street food e ad impiantare mercatini che giovano solo a soggetti che senza stabilità imprenditoriale (e costi connessi) desiderano tirare su qualche euro a Natale.
poi nel fine settimana vai al centro commerciale a Milazzo o a Catania e lì nessuna crisi … ridateci la viabilità ed i parcheggi
Il declino dei locali e’ dovuto soprattutto agli aumenti che si applicano sul prodotto finito e da commercializzare, i commercianti pretendono di guadagnare le stesse percentuali di 10 anni addietro, ma restano miopi e non vedono che gli stipendi hanno perso il 16% del valore d’acquisto nello stesso periodo; continuando a dare le colpe al cambiamento non si rendono conto che stanno sentenziando la loro condanna alla chiusura delle attivita’. Gli acquisti on line si moltiplicheranno sempre di piu’: ormai e’ il FUTURO del commercio; abbassate i prezzi, metteteci molta piu’ professionalita’ e innovazione senza trattare il cliente come pollo da spennare e vedrete che anche per voi le cose cambieranno, IL MONDO CAMBIA, cambiate anche voi.
L’isola pedonale, per definizione deve essere “ISOLA” di forma tondeggiante e concentrata. Non un viale stretto e lungo che taglia la città impedendo anche lo spostamento fra due punti all’esterno dell’isola. Oggi devi decidere prima del Boccetta quale percorso devi fare per raggiungere il cimitero, e se la scelta è sbagliata resti imbottigliato senza percorsi alternativi. E naturalmente non passi da quel piccolo tratto di Viale tappato dall'”ISOLA” di cui parlano i commercianti.
Quando non sapete più come giustificare le difficoltà imprenditoriali.. tirate in ballo sempre la pista ciclabile e l’isola pedonale.. non avete citato il passaggio dalla lira all’euro.. C’è un noto bar sul corso cavour che ha rilevato un locale dove esisteva gìà precedentemente un bar.. (sempre vuoto) ora è sempre pieno.. hanno la corsia preferenziale difronte .. sono fruitori di qualche particolare congiunzione astrale o hanno saputo leggere ed intercettare il mercato ?? Io l’intervisterei.. e chiederei loro il segreto di tanto successo.. magari si può replicare..la città è grande
Quanti che criticano parcheggi, isole pedonali e qualsivoglia provvedimenti di qualsiasi amministrazione comunale hanno utilizzato Amazon o altre piattaforme per gli acquisti on line? Tutti. La vera crisi è questa. Oltre a ogni tipo di aumento che non solo i commercianti hanno subito. Forse ci si dimentica che oltre al costo del carburante sono aumentati anche l’energia elettrica, il gas. E che dire dei mutui? E non mi pare che il mutuo sia aumentato a causa dei parcheggi o della pista ciclabile. Il commercio a Messina non è mai esistito e questo anche nei tempi in cui non esisteva il tram, la pista ciclabile o l’isola pedonale. Ci sarà pure un motivo per cui i nostri cugini catanesi fanno commercio a Messina
Il bar che menziona Antonello è in un punto di passaggio, con un notevole traffico veicolare e di alunni delle scuole limitrofe. Il Viale San Martino non “gode di tale traffico stradale e movimento pedonale. Il Corso Cavour è una strada VIVA, sia di giorno che di notte. Il Viale San Martino é una strada MORTA, sui marciapiedi non incontri nessuno, tranne i residenti.
Magari in un’altra città, si paga meno luce, meno stipendi , meno contributi, meno canone d’affitto, meno tasse su occupazione suolo pubblico, prezzi del caffè e del cacao più bassi, più’ turismo….Può essere!!!
E TI PAREVA CHE LA COLPA NON ERA DELL’ISOLA PEDONALE O DELLA CICLABILE!
SECONDO ME A MESSINA C’E’ GENTE CHE LA MATTINA SI SVEGLIA APRE PARTITE IVA E SI INVENTANO COMMERCIANTI…SENZA AVER LA BENCHE’ MININA CAPACITA’ IMPRENDITORIALE!
IL BAR CASARAMONA DA CHE HO MEMORIA IO, DI CASARAMONA HA SOLO IL NOME…DI QUANTI PASSAGGI DI PROPRIETA’ HA SUBITO DAGI ANNI ’90 .
POI L’ULTIMO COMMENTO CHE SUL VIALE NON C’E’ PIU’ NESSUNO A PARTE I RESIDENTI DIRE CHE FA SOLAMENTE RIDERE (PER NON PIANGERE) E’ POCO.
BISOGNA ADEGUARSI AL MERCATO E AI CAMBIAMENTI…PUNTO!
SE I COMMERCIANTI PRETENDANO ANCORA CHE I CLIENTI(PRESUNTI) PARCHEGGINO DENTRO IL LORO NEGOZIO E I MESSINESI A RASSEGNARSI A PAGARE I PARCHEGGI E FARSI DUE PASSI A PIEDI, CAMPA CAVALLO…
Come giustamente sottolinea il giornalista, da altre parti (mi verrebbe da dire: nel mondo reale) l’isola pedonale è motore propulsivo per le attività commerciali.
Peraltro, riguardo gli aumenti di affitti/energia non si capisce il problema dei commercianti: tutti gli aumenti li scaricano sui prezzi e cioè sui clienti.
La crisi esiste da anni ma gli aumenti post covid hanno aumentato il disagio dell’economia messinese.Il fatto che ci abbiano imposto piste ciclabili e isole pedonali ha aumentato il disastro.Non tutte le città hanno abitanti che la pensano allo stesso modo,giusto o sbagliato che sia,sulle innovazioni del traffico che secondo alcuni sono inevitabili,ma molte città hanno consultato e fatto progettare la rimodulazione del traffico da urbanisti di fama mondiale.Noi abbiamo preferito un metodo più casalingo…certo è triste vedere una città stravolta e un’economia ulteriormente pugnalata da politici appartenenti a un partito che a livello nazionale conta quanto il due di coppe.Chi li ha votati si prenda un pizzico di colpa di tutto questo.
L’amministrazione comunale di Messina ha ucciso il commercio del centro città, con l’inutilità della pista ciclabile sempre deserta: le attività commerciali potrebbero addirittura mettere lì i tavolini tanto non ci passa anima viva. Gli inutili parcheggi che hanno rovinato i più grandi viali di Messina hanno completato l’opera di distruzione del centro io non parcheggio a tremestieri per prendere un aperitivo sul viale o per fare shopping. Messina non è Roma o Milano o Torino.
Ma cosa bisogna fare per non uccidere il commercio? Sopportare e subire il parcheggio selvaggio, spesso in tripla fila? Perché se si va a Milazzo o Taormina si paga la sosta senza fiatare? Il commercio a Messina paga il suo eterno non sapersi adeguare ai tempi. D’altronde quello che si trova nei negozi di Palermo è Catania non si trova nei negozi della stessa catena a Messina. Molti fanno finta di non ricordare i vari esercizi commerciali nel viale che chiudevano per fallimento e poi riaprivano e in quei tempi, non molto lontani, non esisteva il tram, la pista ciclabile, l’isola pedonale, i parcheggi a pagamento. Soprattutto non esisteva Amazon e le varie piattaforme on line in cui ormai tutti, non solo i giovani, si rivolgono per gli acquisti. Prezzi spesso più bassi, consegna a casa, diritto di reso. Questo fa la differenza. Poi ovviamente ci sono i rincari che non possono essere addebitati a nessuna amministrazione di qualsiasi colore politico. In fondo come sono aumentati gli affitti per gli esercizi commerciali sono aumentati gli affitti a uso abitativo e con annessi aumenti delle utenze. Si prenda ad esempio il centro commerciale di tremestieri. Quanti esercizi hanno chiuso? Non mi pare che qui ci sia l’isola pedonale, la ciclabile e tantomeno il problema parcheggio.
Qualcuno ha chiesto al titolare di Bambù quale fosse il canone mensile?
Provi lei signor Olivieri.
Non si possono fare valutazioni senza avere chiari i costi di una attività.
Negli anni d’oro di molte attività commerciali, anche le cosiddette storiche, molti dimenticano che il personale che lavorava non era messo in regola.e molti di quei lavoratori oggi ne pagano le conseguenze perché non hanno i contributi pensionistici.Una delle motivazioni per cui molti esercizi commerciali hanno chiuso è il doversi mettere a norma, sotto ogni aspetto, e i relativi costi. Poi è logico che bisogna stare al passo con i tempi e l’ammodernamento tecnologico e impiantistico ha dei costi.Sono queste le vere cause della crisi del commercio, unitamente agli aumenti di energia,trasporti,materie prime.altro che parcheggi, piste ciclabili e isole pedonali. I commercianti però, a differenza dei cittadini su cui scaricano tutti i rincari,hanno la partita iva
Giornalista – Caro commerciante, sì proprio tu che fai questo lavoro da anni, dicci, secondo te quali possono essere le cause del problema?
Commerciante – Tra le varie, secondo me l’isola pedonale e la pista ciclabile che non aiutano la viabilità.
Giornalista – Ma cosa dici commerciante! Ma cosa ne puoi sapere tu della causa dei tuoi problemi… “il nemico dei messinesi non è l’isola pedonale o la pista ciclabile ma la crisi economica”…
Siete ingiocabili, veramente.